Rosemary's blood

Manzotin Thalassa 23

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    ○ Nome utente:Thalassa
    ○ Titolo:Rosemary's blood
    ○ Rating: età libera. QI più basso possibile
    ○ Genere: Manzotin Made in Assiah

    Fort Lauderdale beach, pochi giorni prima di Natale

    Rosemary passeggiava lentamente con i suoi lunghi boccoli biondo ramati. Ogni tanto si massaggiava lievemente il braccio su cui aveva il cerotto. Questo prelievo era stato davvero tosto. Sarebbe venuto un grosso livido. Ma ne valeva la pena!

    Sin da piccina, aveva desiderato aiutare gli altri. Sognava di fare l'infermiera. Ma, essendo orfana, non aveva potuto studiare.
    Era riuscita lo stesso a trovare un lavoro che portasse gioia nelle vite delle persone, però. Era commessa nel bellissimo atelier Pronovias Miami, a meno di 40 minuti di auto dalla sua cittadina.

    Adorava assistere le ragazze come lei nel periodo più bello delle loro vite.
    Il momento della scelta del proprio abito da sposa è davvero speciale.
    L'emozione, la commozione, la gioia incontenibile che unisce le famiglie in un abbraccio pieno d'amore.

    E quella espressione, unica ma sempre uguale in tutte le sposine, quando finalmente si specchiano con indosso "lui", l'abito giusto, quello totalmente perfetto, che sembra fatto appositamente per loro e che corona i sogni di sempre. Invariariabilmente, tutte avevano bisogno dei fazzolettini per asciugare le lacrime di gioia. Le ragazze, le loro madri (qualche volta perfino i padri!) e, sovente, anche lei stessa.

    Se fantasticava su quando sarebbe toccato a lei? Forse si, ma non era certo il suo pensiero dominante. Adorava partecipare della gioia delle spose, circondate da grandi e calorose famiglie come quella che lei aveva sempre sognato invano. Era come se si scaldasse al riverbero di tanto lussureggiante calore emotivo, che non aveva mai provato in prima persona.

    Non si soffermava a pensare al "suo" giorno, sia perché non credeva che sarebbe mai successo davvero, sia perché sapeva, amaramente, che in ogni caso lei una bella famiglia entusiasta intorno non l'avrebbe mai avuta.

    Nel tempo libero, faceva volontariato al Memorial Regional Hospital, non lontano da dove abitava.
    Ora veniva proprio da lì.
    Non era solo volontaria, ma anche donatrice.
    Non poteva donare sangue intero, per via di una mutazione nella sua Emoglobina, una mutazione assai particolare e rara, le avevano detto.

    Quindi faceva piastrinoaferesi, ovvero donazione di piastrine.
    Serve ad esempio per i bimbi malati di leucemia. Ogni volta che ci pensava le si inumidivano gli occhi.
    Le si spezzava il cuore al pensiero di quale terribile sofferenza dovessero affrontare quei piccolini, ma al contempo era profondamente grata e commossa dalla possibilità di fare qualcosa per aiutarli.

    È un processo lungo perché il sangue deve essere centrifugato per separare le componenti. Plasma e piastrine vengono raccolte, mentre invece i globuli rossi vengono mescolati a soluzione fisiologica e reinfusi.
    Durante la reinfusione le sue sottili e fragili vene erano messe a dura prova, ma ormai era abituata ed era felice di sopportare un po' di disagio per avere l'onore di contribuire a salvare delle vite.

    Ma quel giorno era stato ancor più speciale.
    Da anni, da appena divenuta maggiorenne, era iscritta nella lista dei donatori di midollo osseo.
    Un database planetario in cui si cercano incessantemente corrispondenze con i malati che necessitano di trapianto.
    È assai difficile trovare compatibilità sufficienti per procedere, un vero colpo di fortuna.
    Ebbene, quel giorno era finalmente arrivato il suo momento!

    Non solo avrebbe salvato una vita, ma era una vita che solo lei, lei sola in tutto il mondo, avrebbe potuto salvare!
    Quando le era arrivata la comunicazione, era scoppiata a piangere per la felicità.
    Si era preparata come per un appuntamento importante, anche se l'avrebbero vista solo i volontari che la conoscevano da sempre.

    Aveva curato ancora di più stile di vita e alimentazione, ma lei già di norma non aveva mai fumato, faceva sport ed era vegana da tempo.
    Nei cinque giorni precedenti la donazione, aveva dovuto assumere un farmaco che promuove la crescita delle cellule staminali nel midollo osseo e il loro passaggio al sangue periferico.



    Al centro prelievi la avevano accolta con ancora più calore e gentilezza del solito. Gli addobbi colorati intensificavano la gioia di quel momento speciale.
    La procedura era lunga. Una aferesi, come per le piastrine. Il sangue era stato prelevato da un braccio, le cellule staminali isolate e raccolte in una sacca, ed il resto reinfuso nel braccio opposto.

    Non aveva sentito nulla, solo un po’ di debolezza, dovuta forse ai farmaci somministrati nei giorni precedenti, oppure semplicemente un nocebo.
    Ora si era concessa una breve passeggiata in riva all'oceano che tanto amava. Avrebbe voluto fare il bagno, ma per quel giorno era meglio rinunciare, si sentiva un po' stanca.

    Il giorno seguente era l'ultima giornata lavorativa prima delle Feste di Natale.
    L'atelier era un tripudio di luci e decorazioni, musica natalizia risuonava in ogni angolo e vi erano ancora più fiori del solito. Per l'occasione era stato scelto l'accostamento tra fiori d'arancio e stelle di Natale.

    L'atmosfera del luogo per fortuna era sempre lieta e gaia, uno dei motivi per cui adorava il suo lavoro.
    Ma quel giorno si respirava davvero la magia delle Feste, la gioia e la trepidante attesa erano palpabili.
    Ciò si accordava perfettamente con l'esultanza nel suo cuore per gli avvenimenti del giorno precedente.

    Anche le sposine erano al settimo cielo per l'occasione doppiamente speciale.
    Nel pomeriggio Rosemary seguì una nuova cliente, molto bella e di classe.
    Lei e la sua famiglia erano giunti appositamente dall'Oregon.
    Era una splendida quarantacinquenne, con un fisico invidiabile e lunghi capelli corvini, liscii e lucenti.

    Accompagnata dai suoi due figli, dalla fidanzata della figlia maggiore e dall'anziano padre adorante.
    Le due ragazze erano molto dolci, entusiaste e prodighe di consigli glamour.
    Il fratello minore sembrava timido, pallido, con un berretto e una felpa larga. Dava l'impressione di essere indifeso, implume, come un pulcino intirizzito che abbia faticato ad uscire dal guscio.

    Rosemary li guardava con gli occhi che le brillavano, si vedeva quanto si amassero, avrebbe quasi voluto farsi adottare.
    Invece, si impegnò al massimo per trovare il vestito perfetto.
    Non fu facile. La cliente, Reina Consolación, era in cerca di qualcosa di davvero speciale, non si sarebbe accontentata di nulla di meno della perfezione.

    Ma non vi erano limiti di budget, quindi si poteva davvero sognare, ed osare.
    Il promesso sposo era un benestante imprenditore californiano, ma la famiglia di lei era originaria di Miami.
    In effetti il padre viveva ancora nella antica casa padronale, nel cui parco si sarebbe tenuto lo sfarzoso ricevimento.

    Il tema stesso del matrimonio avrebbe rispecchiato l'atmosfera unica della città, l'inimitabile mix di cultura caraibica ed americana.
    Un tono moderno ma con suggestioni ancestrali.
    Così avrebbe dovuto essere l'abito.
    Ispirato alla traduzione ma fashion.
    Romántico ma estroso.
    Elegante e profondamente sensuale.

    Dopo parecchie prove, la scelta cadde su di una sirena morbida, con una complessa e finissima lavorazione in pizzo, raffinato corpetto con principesche maniche lunghe, lavorazione importante sulla schiena.
    L'incanto fu completato - tocco sublime e ottima idea di Rosy - da un velo a mantequilla di respiro mediterráneo.

    Quando il papà di Reina la vide uscire dal camerino delle prove, si commosse, la abbracciò e disse solo "è quello giusto".
    Il modello andava ordinato con almeno 8 mesi di anticipo, per fortuna il matrimonio sarebbe stato celebrato quasi esattamente un anno dopo, la vigilia di Natale.





    Miami Beach, ultimo giorno lavorativo prima delle Feste natalizie, tramonto

    Finita la fruttuosa giornata di lavoro, restava meno di un'ora di luce. Andava sfruttata!
    Rosemary si recò alla spiaggia più vicina per un meritato tuffo.
    Uscita dall'acqua, fece qualche minuto di corsa sulla spiaggia per riscaldarsi e poi rimase appoggiata al parapetto a guardare l'oceano, i lunghi capelli ancora umidi, il sole che tramontava alle sue spalle.

    Girando la testa, incrociò lo sguardo di un ragazzo con un berretto in testa. La stava osservando intensamente, come se fosse la prima volta che poteva vedere una ragazza godersi il mare. O forse l'ultima.
    Aveva un'aria così... implume ...
    Era il pulcino, il figlio della cliente, di Reina!
    Gli fece un cenno di saluto, che lui cortesemente ricambiò.

    Le si avvicinò con una espressione indecifrabile, quasi commossa, che la mandò un poco in confusione.
    La fissò negli occhi.
    Mentre il ragazzo mormorava semplici e convenzionali parole di ringraziamento per l'aiuto dato a sua madre poco prima, il vero dialogo avvenne tra le loro iridi.

    Rosy non aveva incrociato il suo sguardo, prima, all'atelier. Mai avrebbe immaginato che i suoi occhi fossero così profondi e...
    Non avrebbe saputo spiegarlo.
    Quella silenziosa luce interiore, così incredibilmente satura di emozioni che lei non poteva conoscere, accese qualcosa nel suo stesso sangue.

    Si ritrovò a balbettare una risposta altrettanto prevedibile e vuota, con un sorriso di circostanza che sperava celasse cosa stava provando realmente.
    Il pulcino, come per sottolineare la sua gratitudine ed esprimere un sentito commiato, le sfiorò appena il palmo della mano.
    Lei rimase senza fiato.

    Una vettura di lusso si fermò proprio davanti a loro. Il giovane salì su sedile posteriore e l'auto ripartì.
    Non si sarebbero rivisti.



    Non prima che il pianeta su cui si trovavano avesse completato un intero giro intorno alla sua stella.




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    Edited by Thalassa - 27/12/2023, 19:49
     
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