Il conte di munchefeld parve non scomporsi neppure innanzi a quelle parole, freddo ed immobile, tant'è che Saya ebbe quasi l'impressione che questi non l'avesse affatto ascoltata.
L'uomo lasciò che il silenzio calasse per un po'. Forse stava prendendo un po' di tempo per riflettere, o semplicemente non desiderava che la soluzione a tutti i problemi gli venisse servita così platealmente su un piatto d'argento. Era illeggibile e, se rispettava almeno un minimo della fama di viziosità che i nobili nentyriani si portavano addosso, non avrebbe lasciato che le parole di una ragazzina potessero traviare il suo modo di pensare riguardo la questione più spinosa del momento.
<< Percepisco che le vostre parole sono sincere, Lady Mochizuki. Se mi darete il vostro supporto durante le indagini ritengo di poter concedere alla vostra gente la libertà di muoversi entro i confini del feudo.>>
Non gli era stata ancora concessa la libertà di andarsene, ma quantomeno i Kayal avrebbero potuto alloggiare in comode locande e vivere qualche giorno in una cittadina che nulla aveva da invidiare alle altre. Anzi, poteva risultare persino una gita di piacere per qualcuno. Natsuki e Akari avrebbero potuto veramente lavorare qualche giorno nella bottega del fornaio mentre la Principessa del Cielo si occupava di risolvere affari più complicati.
<< Mi rammarico per ciò che è successo alla vostra gente, per cui non posso negarvi la mia solidarietà e concedervi di restare a Munchefeld fin quando lo desiderate una volta che questa faccenda sarà conclusa.>> azzardò poi il conte, che per la prima volta mostrava un briciolo di sentimento. << L'unica restrizione che devo imporvi è che partiate al più presto se tra di voi vi è qualcuno capace di utilizzare poteri arcani. Gli incantatori sono gli unici ospiti non graditi nel mio feudo. Per la gente comune e in difficoltà come avete annunciato, tuttavia, le porte del mio feudo saranno sempre aperte.>>
Si interruppe per sciogliere l'intreccio delle proprie dita e poggiare gli avambracci comodamente sui braccioli dello scranno.
<< Avete detto che siete l'unica armata della vostra comitiva. Ne deduco che sappiate combattere, sebbene non indossiate un'armatura.>>
Era un'assunzione un po' supponente, che tuttavia dal punto di vista del paladino non voleva essere offensiva. Dato che la ragazza aveva affermato di poter aiutare con le indagini per scoprire l'assassino, il Conte si era preoccupato per la sua incolumità. Dieter aveva un'indole buona, eppure in qualche modo riusciva sempre ad apparire più spietato e freddo di quel che effettivamente era. L'unica persona che conosceva davvero la sua indole era sua moglie, che rispettava la sua scelta di preservare un'immagine di sé stesso fredda ed autoritaria. Era la cosa migliore per tutti. << Se desiderate collaborare personalmente alla risoluzione del caso e trovare chi ha osato disonorarvi, non vi negherò di poterlo fare. Prima il caso si risolverà, prima sarete completamente liberi anche di andarvene, se lo desiderate.>>

➤ Si agisca come si preferisce.

Céline Savaris

Il signore di Munchefeld pareva immobile a scrutare la fanciulla con il suo sguardo freddo, come se non potesse affatto percepire alcuna empatia nei confronti della donna.
<< Potete riferirvi a me come Lord Van der Reich, Lady Mochizuki.>>
Parlò con calma, quando la fanciulla si presentò. Era una ragazza molto giovane, eppure determinata. Non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa e di fatto Dieter non desiderava oltraggiarla in alcun modo. Non era sua abitudine cacciare gli ospiti e negargli il riguardo necessario.

Da quando era salito al potere una decina di anni prima circa la contea viveva di una nuova prosperità data dai commerci e persino dal turismo, fonte di innumerevoli ricchezze della città e per questo i pellegrini erano sempre ben accetti all'interno di quelle terre.
"I viaggiatori apprezzano i luoghi ben valorizzati. Viviamo in un territorio di passaggio, ove molteplici viandanti sono costretti a fermarsi. La nuova frontiera del commercio sono i servizi che si offrono ai viaggiatori, che porteranno ottimi ricordi e faranno accrescere la nostra fame. Se vuoi un consiglio, fratello, dovresti rivoluzionare il vecchiume tipico di nostro padre e seguire le orme del nostro caro cugino Richard."
Mai consiglio era stato più saggio.
Era un peccato che Friederik non si fosse preso il merito per le sue più brillanti idee, ma d'altro canto... Non era colpa di Dieter se quello scapestrato di suo fratello non aveva avuto mai la forza di metterle in pratica e si limitava a commentare pigramente l'operato altrui.

Da quella distanza più ravvicinata, Saya poté notare che mentre ella parlava il conte sussurrò alcune parole pressoché incomprensibili, ma fu soltanto un attimo prima che ella potesse percepire che qualcosa nell'aria attorno a lei era cambiato.
Eppure la ragazza non aveva nulla da temere, fintanto diceva niente e nient'altro che la verità.
Era evidente che il conte non si fidasse sulla parola della fanciulla, e non per cattiveria o arroganza. Forse qualche pregressa esperienza lo aveva portato a dubitare di chiunque e l'educazione rigida a cui era da sempre stato sottoposto gli imponeva di alzare muraglie di distacco tra sé ed il prossimo.

D'altro canto gli arconti avevano concesso al paladino di poter fare appello al loro inequivocabile giudizio sulla verità, per cui la Kayal percepì che una benedizione le stava imponendo di dire solo e soltanto la verità. Una cosa che lei avrebbe fatto a prescindere e che, perciò, non poteva far altro che testimoniare a favore della sua buona fede.

<< Non ci sono stati testimoni dell'omicidio, pertanto l'arresto a cui vi ho sottoposti è stato puramente cautelare. La vittima era un uomo di nome Werner Martin, di anni 37. Serviva nel mio corpo armato da quindici anni. Non era sposato e non aveva figli. Chi lo conosceva afferma che non avesse particolari inimicizie sul lavoro. Si occupava della sicurezza di Capo d'Oro da cinque anni. Nessun abitante del villaggio pare avere un valido movente per ucciderlo, per cui si suppone che sia stata opera di qualche viaggiatore il suo assassinio.>>
Non dette spiegazioni sul suo utilizzo dell'incantesimo divino, ma fornì alla fanciulla alcune informazioni essenziali sulla vittima. Dieter non sembrava ostile nei confronti della sua interlocutrice, adesso meno che mai, ma restava freddo e formale in ogni sua parola, pragmatico ed essenziale. Non parlava se non per comunicare importanti informazioni e centellinava le stesse con parsimonia, limitandosi ad analizzare la situazione senza esporre alcun parere personale superfluo.
Le numerose precauzioni di matrice sacra che aveva adottato sulla fanciulla gli suggerivano di potersi fidare delle sue parole e che ella aveva buone intenzioni, ma il paladino non si prodigò a comunicare che (al contrario di quanto poteva apparire) non aveva più alcun sospetto sull'innocenza della ragazza e sulla veridicità delle sue parole.

<< Pare che Martin sia stato ucciso da una profonda ferita da taglio alla gola. Chiunque lo abbia ucciso, lo ha fatto rapidamente e senza lasciare tracce. Non intendo accusarvi ma potete facilmente comprendere che fino a quando non sarà trovato il vero responsabile dell'omicidio, nessun forestiero può essere lasciato libero di muoversi dentro e fuori alla contea.>>

➤ Saya ha diritto ad un TS su Volontà contro il lancio dell'incantesimo Zona di Verità(CD16). Può scegliere di fallire intenzionalmente il TS, se lo desidera.
➤ Si agisca come si preferisce.

L'ufficiale si voltò, richiamato dalla voce della fanciulla. Sembrava in ascolto, al di là di un permesso di parlare che non aveva verbalmente concesso.
Annuì confermando l'ipotesi della ragazza.
<< Esattamente. Poco dopo che il vostro gruppo ha lasciato Capo D'Oro, è stato rinvenuto il cadavere di un uomo, per questo siete i maggiori sospettati>> spiegò.
Si sarebbe limitato ad aggiungere, poi, che di ogni altra cosa avrebbe dovuto parlare con il conte in persona e che non era autorizzato a rilasciare informazioni riservate riguardanti la questione.

Nella sala il silenzio regnava sovrano, da che né Saya né Dieter parevano voler cominciare il dialogo. In verità il conte Van der Reich stava soltanto prendendo un po' di tempo per affrontare con nervi saldi quel dialogo.
<< Bene.>> Affermò dopo un po' con voce fredda, distaccata e a tratti giudicante.
Era la risposta alla presentazione che l'ufficiale aveva fatto della Kayal.
Il moro intrecciò le dita delle mani tra di loro davanti al proprio petto, in attesa.
<< Venite avanti, signorina. Come posso appellarmi a voi?>> Domandò ed indicò con lo sguardo a Saya di avvicinarsi fino ad arrivare a circa tre metri dallo scranno. Grazie al silenzio di quel salone non ci sarebbero stati problemi ad udirsi a vicenda anche da lontani, ma probabilmente vi erano altri motivi per cui il lord aveva domandato che la fanciulla si facesse più vicina.
<< Questa mattina una delle mie guardie è stata rinvenuta morta poco dopo che dei testimoni vi hanno visti lasciare il villaggio. E' mia premura trovare il responsabile dell'omicidio ed assicurarlo alla giustizia. Per il momento l'idea più probabile è quella che vede nell'attuatore di questo oltraggio una delle persone che vi accompagnano.
Avete delle prove valide che possano scagionarvi? da questa accusa?>>

➤ Si agisca come si preferisce. Se si desidera mentire, tirare Raggirare.

Johann si sarebbe infradiciato durante la strada, senza il suo cappellaccio, ma il bambino fu felicissimo di poter tenere il cappello e se lo piazzò sulla testa mentre, richiamato dalla donna all'attenzione, andava a sparire dietro l'angolo soddisfatto di poterle spiegare tutti i validi motivi per cui aveva ancora quel cappello.
Forse la scelta delle parole di Johann aveva cambiato qualcosa nel futuro del bambino: l'inquisitore aveva parlato di impegno e non di fede... E nel futuro del piccolo fu scritto che non era nella fede la giusta via, ma nell'affermazione delle proprie personali capacità e nello sviluppo di una mente per sua natura brillante. Ma questa è tutta un'altra storia, che doveva ancora essere scritta.

Una volta fermatisi sulla piazza, Amra e Phoebus percepirono su di loro una sorta di sguardo vigile, senza sapere esattamente da quale parte provenisse. Era come se qualcuno li stesse tenendo d'occhio. Anche se pareva che non ci fossero esseri senzienti negli immediati paraggi... Qualcosa li stava osservando. Purtroppo la cavaliera ed il suo compagno guardandosi attorno non percepirono particolari tracce utili all'investigazione né furono capaci di identificare che cosa li stava tenendo d'occhio. La pioggia con il suo scrosciare incessante copriva sia gli odori che i rumori e rendeva ovattata la percezione dei suoni che provenivano dalle case intorno.
In compenso poterono identificare le insegne delle varie attività che si svolgevano a Grandabete. Vi era la bottega di un fabbro subito a destra dell'ingresso della cittadina con una tettoia aperta dove vi era la forgia spenta. L'accesso sembrava libero e ci si poteva riparare per qualche momento, se il leone avrebbe ritenuto particolarmente frustrante restare fermo sotto la pioggia.
Poi vi erano numerose botteghe artigianali, un emporio, una locanda di minute dimensioni, un forno, un'ortofrutta... Ma pareva che oltre la pioggia, il morbo avesse inibito quasi del tutto la cittadina, dato che non c'era una singola persona in giro. Neppure la locanda sembrava essere aperta.
Solo all'interno delle abitazioni private vi erano delle candele accese.

Johann si avvicinò ad una di esse e bussò alla porta. Una giovane voce maschile domandò sospettosa l'identità del disturbatore. Non sembrava particolarmente propenso a parlare e la cosa non migliorò quando l'inquisitore si presentò. << Al Conte non importa nulla della gente di questo villaggio, altrimenti avrebbe mandato qualcuno a risolvere questa storia molto prima. Gli importa soltanto che la malattia non uccida sua moglie, e si è mobilitato solo quando il malanno ha bussato alla sua porta.>> replicò lui, forse trattenendo persino qualche colorita imprecazione di sdegno. Tuttavia, aprì la porta e l'uomo si lasciò vedere. Aveva poco più di trent'anni, ma sembrava particolarmente provato dalla vita e dalle disgrazie che inequivocabilmente dovevano essergli capitate. Neanche perse tempo a presentarsi.
<< Non abbiamo nulla da offrirvi e non sappiamo come sia arrivata qui la malattia. L'unica cosa che posso dirvi è che la prima ad ammalarsi è stata la Flora... Cioè... La signora Florence.>> Corresse il nomignolo subito dopo. << Viveva assieme alla nipotina Mia nella sua casa sopra la bottega di famiglia. Adesso la bambina vive con Victor, il fratello della nonna, nella casa a fianco. Victor non ha figli o eredi... La bimba è l'ultima erede della famiglia. Si dice che quella famiglia porti sfortuna, per cui ci limitiamo ad interagire con loro il meno possibile. Ma forse... Potrebbero sapere qualcosa in più di tutta questa storia.>>

L'incantesimo di Venalia non identificò alcuna magia sull'albero al centro della piazza. In compenso, un leggerissimo alone necromantico era diffuso un po' ovunque. Se a Munchefeld erano soltanto le persone ad emanare i segni della maledizione, a Grandabete si poteva quasi toccare con mano la maledizione, e questo lasciava intendere che erano sulla strada giusta per trovare la causa che l'aveva scatenata. Doveva essere una fonte particolarmente intensa e si sarebbe rafforzata ancora man mano che si sarebbero avvicinati alla radice di tutti quei mali.
Seguendo la percezione di quell'aura magica, Venalia avrebbe potuto raggiungere una zona dove la magia era più intensa, nei pressi di una delle tante casupole che si affacciavano sulla piazza, che al piano terra presentava il locale commerciale da cui si accedeva all'abitazione privata dei proprietari costruita al piano superiore. Non vi era luce accesa alle finestre della casa e, anzi, sembrava una casa abbandonata da pochi giorni, massimo un mese.
Al piano inferiore vi era una bottega dalle larghe vetrine che presentavano numerosi giocattoli per bambini costruiti in legno e stoffa. Trottole dipinte a mano, bambole di pezza, palloni di stoffa e pelle, repliche di spade e armi in legno artigianali.
Nonostante fosse pieno giorno il negozio era chiuso e l'interno era buio, per cui era impossibile vedere oltre le vetrine senza ausilio di fonti di luce. L'aura forte di necromanzia proveniva proprio dall'interno di quel locale. Non era uno dei giocattoli esposti ad emanare quella pressante maledizione, e di questo Venalia era sicura, ma qualcos'altro all'interno del locale, o forse in un qualche magazzino comunque all'interno di esso.

➤ Turnazione: Venalia - Johann - Amra
➤ Potete agire come preferite. Per qualsiasi chiarimento potete chiedermi in privato!