Votes taken by Ayakashi

  1. .

    Ayakashi


    Khardan Odrovan | Iracondo | 7 | SCHEDA
    Per un po' tenne il cipiglio serio, infastidito da quei modi così gioviali ma alla fine ne rise, anche se finito il primo bicchiere ne prese un secondo al volo, lasciando il vuoto all'elfo di turno. Questo nello specifico non finì dritto in gola come il precedente ma venne assaggiato, sorseggiato e contemplato nella sua strutturata complessità che ricordava fin troppo bene negli anni passati.
    Forte, deciso, amaro e per niente permissivo: l'assenzio elfico era una battaglia di per sé.

    Mugugnò qualcosa che aveva la falsa riga di un "Ho capito" alle parole dell'altra, annuendo, perdendosi un attimo a guardare i rami ed i pontili sospesi. Nelle sue memorie inossidabili quel posto era cambiato leggermente ma era sempre la medesima città, la Capitale Elfica di Arborea, tale e quale. Solo lo scorrere placido ed inesorabile della natura aveva creato rami nuovi che prima non esistevano e foglie fresche nate per l'ennesima volta in un ciclo continuo. I druidi almeno gli avevano spiegato una cosa del genere, tra i suoi viaggi e quella nozione si era incastrata nella mente, come tante altre.
    «Io? Sì, un po' di tempo fa.» Rispose asciutto senza essere particolarmente gioviale o ridanciano, solo un'affermazione delicata. «Avevo un'amica che veniva da questi posti e... Diciamo che ho qualche conoscente ancora vivo qui intorno.»

    I giochi sembravano essere iniziati e lui rise sotto i baffi, anche se il suo volto era talmente storpiato dalla sua espressività poco incline alla bontà che poteva somigliare ad un demone che stava pregustando qualcosa di orribile. «Ma che scherzi? Io sono vecchio e mi godo la mia senilità!» Rise, una risata che sembrava più un latrato. «Però hanno aperto il banchetto, quella sì che è una battaglia a cui voglio partecipare! Andiamo, che magari assaggi due o tre piatti della cucina elfica che devo dire son proprio...» raggruppò le dita e le baciò con uno schiocco fortissimo, con tanto di "MUAH!" aprendo la mano in un gesto di assoluta approvazione.

    Vanqinor Deurscheket | Chierico | 2 | SCHEDA
    Lo sguardo dietro la maschera, a quella allusione comparativa tra farfalle dalle ali nere - problemi di natura spirituale, divenne se possibile divenne ancora più spento. Non che fosse un male avere problemi di Fede, i Chierici come lui si adoperavano ad alleggerire gli spiriti ed i cuori dei fedeli ma doverselo sentir dire da un'umana aveva una sua percentuale di fastidio. Lui seguiva i mezzelfi, non il resto del mondo. «Buon auspicio.» Ripeté in tono neutro e ferroso, facendo vibrare le parole sulla maschera con un pizzico di rassegnata incredulità. «Non l'avevo mai sentito.»

    «Non ti facevo tipo da apprezzare le feste a corte.» Non che lui le apprezzasse, figuriamoci. La noia ed il disturbo mentale che gli provocava la sua presenza in quel luogo erano tanto grandi da non poter essere sorrette dalle radici di tutti gli alberi di Arborea - era lì solo per cercare appoggi politici per il futuro, poiché Nerorium aveva comunque bisogno di sollevarsi dal fango in cui era, almeno nella sua percezione da Devoto di Vurah. «Appunto.» Sospirò nel sentire la frase successiva di lei, chiudendo un po' di più le ali dietro la schiena per poter permettere a tutte le persone di passargli accanto agevolmente, oltre che così evitava di trovarsi il piumaggio insozzato da leccornie o bevande di sorta. L'assenzio era particolarmente vischioso e arduo da mandare via dalle piume.

    Sopra ai pontili invece sembrò notare finalmente quella neanche vaga difficoltà da parte dell'umana che all'improvviso aveva perso tutta la sua spavalderia ed i suoi modi piuttosto intensi, lasciando spazio a qualcosa che il Chierico riconobbe come nervosismo, un nervosismo più proiettato verso la paura. «Due volte.» Rispose in maniera meccanica, osservandola da dietro la maschera. Non si stava preoccupando più del dovuto, in realtà, ma Vanqinor non era totalmente una persona pessima. «Guarda avanti, non focalizzarti su ciò che sta in basso.» Commentò. «Non posso lamentarmi, il mio stato di salute è buono. Tu però non sembri a tuo agio ora.»

    Appena si sentì più sicura, appunto, Sibylle tornò ad essere il ciclone che era sempre stato e questo confermò i dubbi del mezzo immondo che però aveva apprezzato quel momento cheto di poc'anzi. Vuoi perché era un tipo di base calmo, vuoi perché il suo sangue di Diavolo ci godeva un po' nel vedere la gente soffrire, non poteva dire che aveva disprezzato quel momento di difficoltà ai danni della povera ragazza. Non totalmente pessima, ricordiamolo.
    Si mise seduto e lasciò andare la ragazza a prendere quello che voleva, togliendosi finalmente la maschera poiché il sole si era abbassato. Appoggiò l'oggetto sul tavolo e si stropicciò la faccia in maniera molto stanca, non tanto per un'effettiva sensazione di sonnolenza o mancato riposo ma per lo sforzo che stava facendo di non volarsene via. Detestava enormemente il brusìo di fondo che si creava intorno a lui ogni volta che presenziava a qualcosa, in più il compleanno della principessa era più una manifestazione gioiosa e quindi sentita, i partecipanti erano più inclini a far baldoria e nonostante tutto molti invitati avevano fatto capolino. Troppi, se avessero chiesto al mezzelfo.

    Quando la ragazza riapparve aveva tra le mani un vassoio pieno di cose, praticamente una versione minore di una cornucopia dell'abbondanza, cosa che comunque lo stupì in maniera molto tiepida. Ma prima ancora di poterle rispondere, a vassoio posato, i suoi occhi violacei notarono immediatamente qualcosa che instillò in lui desiderio istantaneo: la mano artigliata e squamata prese immediatamente un grosso arancio, cominciando a sbucciarlo con competenza, usando uno degli artigli come coltello per segnare la buccia e poi strapparla. «Grazie.» Rispose, educato se non altro, cominciando a mangiare gli spicchi a bocca chiusa. Si poté notare enormemente il suo piacere, poiché le piume delle ali si arruffarono un po'. Apprezzava particolarmente gli agrumi e per quei pochi istanti il viso dell'uomo si rilassò, sembrando più giovanile, quasi fanciullesco. Era piuttosto palese che quel frutto era un sapore legato alla sua infanzia.
    Aribeth Sahrabi Man'har | Convocatrice | 1 | SCHEDA
    Mentre la Eidolon continuava ad annusare la ragazza dai capelli verdi, Aribeth sorrise gentile e sollevata all'elfo e alla ragazza, includendo tutti i presenti che si erano assemblati in quel piccolo manipolo di invitati. La domanda dell'elfo non la trovò impreparata, guardando la creatura che percepì di essere diventata un fulcro nevralgico di quello stralcio di conversazione, sollevando il muso ed i grandi occhi ambrati da animale. Una pantera fusa ad un uccello con ali ancora troppo piccole per essere definite tali, una sorta di strana viverna piumata e pelosa, un miscuglio di cose che nel suo complesso erano equilibrate. Giovane, sicuramente, ma la sua natura era quella di combattente, poco ma sicuro. «Lei è Lumii! È la mia amica! Una Eidolon che viene da... Da un piano, non so ancora quale, non so. Lumii, tu sai da che piano vieni?» Domandò alla creatura che si arruffò un attimo e tornò ad annusare i presenti con fare circospetto ed interessato. «... Mi sa di no.»

    Ed infine, l'annuncio. L'inizio. Aribeth aveva accompagnato suo padre solo per quell'evento e non le interessava minimamente di vincere la competizione, lei voleva solo vedere le farfalle da vicino. L'espressione fu un pochino delusa quando scoprì che le creature erano costrutti magici, sperava davvero di poter vedere qualche farfalla strana e variopinta reale ma si disse che poteva essere effettivamente pericoloso per le creaturine, quindi ad un certo punto fu meglio sapere che erano sane e salve a volare nei loro giardini mentre quelle della festa erano meno delicate. Prese il retino che le venne dato, osservò poi i più grandi e si sentì spiazzata dalla sfida.
    I grandi... giocavano!? Fu scioccante ma eccitante allo stesso tempo.
    Cominciò a saltellare sul posto solo sulle punte, per poi attivarsi come un fuoco esplosivo. Non disse niente, prese a correre, saltellando con difficoltà per via dei tacchi.

    Si fermò. Si mise seduta a terra e si levò le scarpe. Era impossibile correre con quel piccolo tacco e lei non aveva minimamente intenzione di smettere di giocare per un dettaglio insignificante come quello. «Lumii? Me le tieni?» La Eidolon aprì il becco e tenne per i laccetti le scarpe, appese, convintissima. Entrambe presero a correre - molto meglio ora - per andare a recuperare tutte le farfalle che riuscivano a trovare.
    Solo che. Alcune erano troppo in alto per lei, altre volarono via, forse aveva visto una farfalla bellissima ma forse poteva essere una costruzione di ghiaccio per la festa, non lo aveva capito molto bene ma in definitiva si era divertita un mondo a girare come un fulmine azzurro a destra e a manca cercando di acchiappare le farfalle.
    Solo che non aveva ben capito che le farfalle dovevano essere tenute.
    Le liberava ogni volta.
    Quindi, a lato pratico, aveva fatto zero punti.

    ⊳ Note:
    Khardan continua a parlare con Solanna di .:Revenant:.
    Vanqinor parla con Sibylle di freistruggles
    Aribeth e Lumii accettano la sfida Nova Libra e partono di gran carriera.

    i tiri sono 8, 66, 24, 76, 40, 49, 45, 13, 37, 46 Staff di Assiah
    Ma tanto non le ha tenute, quindi il conto è 0 punti
  2. .

    Vanqinor Deurscheket

    Mezzelfo (Mezzo Immondo) | Chierico (Crociato) | 1° | LM | Scheda | DICEROOM
    Della disperazione di Sibylle non si avvide, era troppo lontana, alle sue spalle, udiva solamente il suo cercare cose a terra e lo scambiò per un momento di sciacallaggio estremo. Una cosa che tollerava un po' male ma che comunque tollerava, soprattutto perché costoro erano gente che avevano osato attaccarli, quindi i loro averi non sarebbero più serviti a nessuno. Tanto valeva prenderli.

    La sua attenzione era talmente focalizzata sul bandito a terra che quasi non percepì più lo sciabordare delle onde marine o l'odore di salsedine. Gli occhi si aprirono mano a mano che quello parlava ed i muscoli facciali divennero sempre più tesi mentre le ali, con un movimento molto delicato, cominciarono ad aprirsi senza un vero motivo. Non voleva parlare? Non aveva niente da dire?
    Le viscere del mezzelfo serpeggiarono in un moto di eccitazione che difficilmente poteva essere descritto, la sua anima chiaramente empia fece spuntare un sorriso vistoso sul volto affilato e serio, gli occhi praticamente spalancati che fissavano l'uomo esattamente come un sadico carnefice guardava la sua prossima vittima. La voce suadente era mezza ottava più bassa di prima, un sussurro che era udibile solo per lo sventurato notturno ed il Chierico che lo torreggiava. «E tu no?»
    La mano artigliata del mezzo immondo tentò di piantarsi nella gola dell'umano, le grinfie strette quel tanto che bastava per fargli assaggiare la punta degli artigli che laceravano delicatamente le carni, un eccesso di dolore che poteva risultare totalmente inutile ma che il sangue di Vanqinor pretendeva. Le zanne in quel sorriso si schiusero prorompendo in una risata bassa, per nulla sguaiata, una sorta di rantolo divertito e del tutto sadico mentre cercava di sollevare come un sacco smunto il bandito, sollevandolo per tutta l'estensione del braccio. Lo voleva proprio così, più in alto, con i piedi dondolanti nel vuoto e con la speranza atavica di vederlo disperato dimenarsi, tentando di divincolarsi dalla stretta mentre gli stringeva la carotide per farlo soffocare senza però ucciderlo.

    Sofferenza, dolore, rimpianto: il figlio dell'Erinni pretendeva risvegliare tutto questo nel giovane che era lì, sulla spiaggia, potenzialmente l'unico sopravvissuto. «Ora ti dirò che cosa farò. Voglio che tu sia preparato. Pretendo che tu sappia prima.» Era in vaga estasi, la mente febbrile ricercava nella sua immensa conoscenza di torture quelle che meglio potevano essere utilizzate mentre sciorinava il piano. «Ti porterò nella cella più vicina e denuncerò il fatto. Non so che legge esiste qui ma farò di tutto - di tutto, umano - per poter essere colui che ti torturerà fin quando non avrai più niente da dire davvero. Ti farò rivelare ogni segreto che sai, anche quante volte hai bagnato il letto nella tua infanzia. E ad ogni urlo, ogni implorazione, peggiorerò l'intensità di ciò che ti farò solo per il gusto di emondare ogni peccato che hai commesso!» Abbassò ulteriormente la voce, un sussurro dolce. «Grazie. Per aver resistito. Mi divertirò e tu non dimenticherai mai questo giorno, il giorno in cui hai commesso la peggior scelta della tua vita.»
    HP 11/11
    CA 16
    Intimidire vs Furfante sopravvissuto: 18

    Mischia
    Spada Bastarda (1d10+4 | 19-20x2)
    a due mani
    Spada Bastarda (1d10+6 |19-20x2)
    Naturali
    Morso (1d6+4 | x2)
    Artigli (1d4+4 | x2)
    Distanza ////


    Equipaggiamento
    0 MP | 911 MO | 0 MA | 0 MR
    - Spada Bastarda
    - Armatura di Pelle
    - Kit da Chierico
    - Kit di igiene personale
    - Tenda Media



    Capacità
    Punire il Bene Al giorno 0/1
    RI: 13
    Resistenze: 10 acido, elettricità, freddo e fuoco
    RD: 5/Magia
    Immunità: Veleno, Sonno
    Oscurità: al giorno 0/3
    Parola d'Ispirazione: al giorno 1/7
    Incanalare Energia (Malvagio): al giorno 0/6

    Incantesimi
    Lv 0| 1/1+1 Lv 1| 0/1 Lv 2 |0/1 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    0. Guida, Individuazione del Magico, Creare Acqua
    1. Scudo della Fede + Favore Divino
    2. ////
    3. ////



    Edited by Ayakashi - 28/2/2023, 23:43
  3. .
    | Khardan Odrovan |
    Umano Zehadin | Iracondo di Stirpe (Iracondo Intoccabile) | Livello 6 | NN | Scheda
    A quanto pare lui era il più sereno in quello strano quartetto di sgangherati, ma era anche vero che era il più vecchio e quello che ne aveva viste di più di tutti. Non che Solanna fosse da meno, non erano gli anni di esperienza che facevano la differenza, bensì l'intensità, ma era piuttosto ovvio che non si era mai trovata dall'altra parte della Legge. Quella che non protegge.
    Qualsiasi cosa avessero fatto quei due bambini, di certo erano nei guai e Khardan con loro, solo per il gusto di volerli aiutare. Una cosa che accadeva spesso, in realtà.

    Erano stati visti, se lo immaginava, non stavano mantenendo un basso profilo ma anche a quello lo Zehadin era abbastanza abituato, in fondo era lui di solito che non manteneva il basso profilo per quanto in quell'occasione si fosse dimostrato più bravo del previsto: sembrava totalmente naturale a quel tipo di situazioni. Eppure la nonchalance dimostrata non era sufficiente, ma anche a quello sembrava palesemente abituato. Da sotto il mantello estrasse proprio la piccola scarsella con le dodici monete d'argento e se la portò alla bocca, allentando il legaccio con i denti mentre continuava imperterrito ad andare verso l'uscita.
    Solo all'ultimo, proprio quando fosse stato in direzione dell'uscita, veramente ad un passo, avrebbe lanciato tutte le monete dietro di sé, facendole volare per un po' in aria alle sue spalle per lasciarle ricadere a terra pesantemente, tintinnanti e sfavillanti, invitanti nel loro essere state chiaramente lasciate per chi era all'interno della Taverna. «Chi le vuole se le prenda!» Disse ad alta voce, con un ghigno che gli astanti non videro mai.
    Se c'era una cosa che aveva imparato nei suoi quasi cento e dieci anni di vita era che il denaro, sotto qualsiasi forma, era il modo migliore per creare un diversivo.
    «All'uscita della città, verso sud, presto!» Sibilò ai suoi compagni, quella più datata e a quelli nuovi, con uno sguardo che sembrava avere in mente qualcosa di davvero terribile.
    HP 71/71
    CA: 17

    Khardan Diceroom

    Mischia
    Spadone +10/5: (danni 2d6+4 | 19-20/x2)
    In Ira:
    Spadone +12/+7: (danni 2d6+7 | 19-20/x2)
    Artigli +9/+4: (danni 1d6+5 | x2)
    Distanza
    Arco Lungo Composito Perfetto +3 (33 metri + 6 frecce alleggerite)
    Freccia alleggerita ( danni 1d6+3 | x3)
    Equipaggiamento
    - Corazza di piastre flessibili perfetta
    - Spadone del Tocco Fantasma
    - Arco Lungo Composito Perfetto +3
    - 20 Frecce alleggerite
    - Kit da Iracondo di Stirpe
    0 MP| 11430 MO| 0 MA| 0 MR

    Capacità
    Ira di stirpe round 13/13
    In Ira ~ RI: 12




    CITAZIONE
    Lanciate dodici monete d'argento prese in giocata
  4. .
    | Khardan Odrovan |
    Umano Zehadin | Iracondo di Stirpe | Livello 3 | NN | Scheda
    Khardan lasciò fare a Solanna tutte le cose che voleva, rimase semplicemente a guardare i fuochi divampare ed il fumo che si alzava, lasciando che i corpi dei morti venissero consumati lentamente dal potere caldo e distruttivo di cosa gli alchimisti erano riusciti ad imbottigliare. La neve intorno si sciolse un po', non abbastanza per fare vedere cosa c'era sotto ma quel tanto che bastava per rendere lucida la zona delle pire, divenendo uno strano contrasto tra arancione, bianco ed azzurro.

    Stava lì in silenzio, aveva la testa praticamente vuota e senza un'espressione in volto guardava le sagome nel fuoco divenire via via sempre più strane, scure e sottili. L'odore forte di legna bruciata, fresca e resinosa, aiutava a coprire quello della carne. In tutto questo la ragazza espose un dubbio esistenziale, una mancanza che percepiva nel suo essere semplicemente sé stessa e che probabilmente aveva bisogno di dire per esorcizzare.
    «Sì, se ti piacciono quelle stronzate religiose.» Commentò in maniera fin troppo pacifica, nonostante le parole fossero dure come pietre. «L'importante è che ti senti vuota. Quello conta. Se davanti a questo spettacolo non ti venisse da maledire anche gli Déi, allora il problema sarebbe diverso.» Sospirò piano, né per stanchezza né per depressione, era più per prendere una pausa. «Al massimo quando arriviamo giù spreca un po' di soldi per offrire loro una bevuta. Svuoti i bicchieri a terra e pace.» Era un tipo di pragmaticità al limite della violenza psicologica.
    «Andiamo. Prendiamo la testa del gigante e torniamo a valle. Il nostro compito è finito.»
    HP 34/34
    CA: 17

    Khardan Diceroom

    Mischia
    Spadone: (danni 2d6+4 | 19-20/x2)
    In Ira:
    Spadone: (danni 2d6+7 | 19-20/x2)
    Artigli: (danni 1d6+5 | x2)
    Distanza
    Arco Lungo Composito Perfetto +3 (33 metri + 6 frecce alleggerite)
    Freccia alleggerita ( danni 1d6+3 | x3)
    Equipaggiamento
    - Corazza di piastre flessibili perfetta
    - Spadone del Tocco Fantasma
    - Arco Lungo Composito Perfetto +3
    - 20 Frecce alleggerite
    - Kit da Iracondo di Stirpe
    - Fuoco dell'alchimista x8
    0 MP| 1943 MO| 0 MA| 0 MR

    Capacità
    Ira di stirpe round 11/11
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

  5. .
    | Khardan Odrovan |
    Umano Zehadin | Iracondo di Stirpe | Livello 1 | NN | Scheda
    Era davvero da un sacco di tempo che non metteva gli stivali sul suolo di Concordia, nello specifico era un sacco di tempo che non andava proprio al Feudo di Issrotha, città che aveva fatto da teatro ad una delle serate più edificanti e divertenti degli ultimi trent'anni, almeno per l'Iracondo che osservava in distanza le mura che la proteggevano. Non solo aveva bevuto a volontà e guadagnato una rissa che gli aveva lasciato qualche piccolo segno sulla pelle, ma aveva fatto conoscenza con due Aurora e guadagnato un incantesimo per il pezzo di ferro in spalla che aveva ancora il coraggio di chiamare Spadone.
    Ma non era andato lì per avere un ulteriore guadagno o per cercare fortuna. Khardan Odrovan non era il tipo d'uomo che focalizzava i suoi obbiettivi ed i suoi desideri sulle cose materiali, nonostante fosse un becero combattente sanguinario, dall'aria truce e spaventosa, preferiva di gran lunga potersi fare una bevuta in zone tranquille dove poteva essere accolto in maniera pacifica e con qualche amico a fargli compagnia; per quello era lì, per incontrare chi aveva detto che si potevano considerare come tali. La Signora di Issrotha - Nora Halter - aveva asserito al loro primo ed unico incontro che "gli amici dei miei amici, sono miei amici" e valeva bene andare a farle un saluto.
    Magari avrebbe incontrato anche Carotino, l'altro Aurora che rispondeva al nome di Syn Krorin. Era una possibilità ma lo Zehadin sperava che fosse partito per un'avventura vera, piuttosto che prendere polvere dentro ad un laboratorio, per quanto la sua aspirazione da Alchimista necessitava di un laboratorio alchemico.

    Passò le alte mura con quella faccia terribile con una sola idea in testa, un'idea così stupida e becera che chiunque - anche un bambino di cinque anni - l'avrebbe etichettata come pessima. Eppure lui era uno scemo, un rabbioso combattente delle guglie a nord, dove non c'era modo di essere gentili o garbati: si era semplicemente quello che si era e lui era il più semplice delle anime dannate che avevano avuto la fortuna o la sfortuna di vagare su Assiah durante quell'era piena di tumulti, rivoluzioni e assurdità. Viaggiare di per sé era una sfida stimolante, c'era poco da fare.
    Voleva raggiungere la dimora della donna e nessuno lo avrebbe potuto fermare da quel pensiero e lo volle fare nella maniera meno congeniale per lui: di soppiatto, evitando le guardie e cercando di non farsi vedere, per raggiungere almeno i giardini della costruzione. Impresa non facile di certo ma era noto come Khardan amasse le sfide, dalle più umili a quelle più titaniche e di come non fosse in grado di valutare bene i pericoli seri di ogni sua azione. Tant'è, aveva un piano misero in mente e lo avrebbe portato a termine. Uno dei più grandi problemi era capire dove Nora dormisse o fosse in quel preciso momento, poiché le stanze della sua magione erano tante e lui non aveva la capacità di percepirla; questo avrebbe potuto mettere a repentaglio la riuscita della sua incredibile tattica ma lui, la parola "sconfitta", non l'aveva segnata nel vocabolario né l'aveva imparata bene nella sua lunga vita.
    Decise di fermarsi in un punto che gli sembrava quello che, per quello che ne capiva, aveva la miglior risonanza acustica e si alzò in piedi in tutta la sua possanza. Portò le mani a coppa ai lati della bocca, così da creare una rudimentale cassa armonica dove far vibrare il suo urlo in maniera ancora più potente, mandando a quel paese ogni singolo tentativo di furtività. Voleva che Nora sentisse ma non aveva minimamente pensato che avrebbero sentito tutti in quella maniera.
    Lo abbiamo detto che non brillava per acume, no?
    «OH, ROSSA! SCENDI!!!»
    L'urlo, a metà tra un ruggito ed un latrato, aveva già toni divertiti nella voce, impossibili da non percepire.
    HP 8/8
    CA 15
    Nessun Tiro

    Ayakashi Diceroom

    Mischia
    Spadone: (danni 2d6+4 | 19-20/x2)
    In Ira:
    Spadone: (danni 2d6+7 | 19-20/x2)
    Artigli: (danni 1d6+5 | x2)
    Distanza +Bonus Arma (danni)
    Equipaggiamento
    - Armatura di Pelle
    - Spadone del Tocco Fantasma
    - Kit da Iracondo di Stirpe
    0 MP| 802 MO| 0 MA| 0 MR

    Capacità
    Nome capacità Ira round 0/7
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

  6. .
    | Khardan Odrovan |
    Umano Zehadin | Iracondo di Stirpe | Livello 1 | NN | Scheda
    Era appena stata indetta la gara delle gare, un tafferuglio di schiaffi che volavano in ogni dove per cercare di battere la signora di Issrotha, il premio in palio di un anno intero di pasti e bevute in quella taverna pagate dalla Aurora e nel mentre Khardan si stava prendendo una birra. L'ennesima. Ringraziò anche l'oste quando gliela porse e quando sentì il richiamo dei due compagni di bevute alzò un dito indice come a voler suggerire di aspettare, mentre le labbra premevano contro il boccale e la gola faceva entrare per l'ennesima volta l'ambrosia frizzante nelle budella.
    Ancora una... Dai Khardan!
    La birra sembrava densa in bocca dopo tutte quelle bevute e l'alcol cominciava a dargli un po' alla testa. Un po' tanto. Stava salendo tutta insieme e quell'ennesima che si stava scolando non migliorava la situazione. Le bolle in gola sembravano piccole esplosioni magiche di sofferenza che gli faceva lacrimare gli occhi, ogni sorso una stilla di dolore ulteriore.
    Daiii!
    Era un'impresa titanica, quella birra sembrava un nemico molto più ostico di Nora ma Khardan continuava a trangugiare rumorosamente, due rivoli di birra ai lati della bocca che scivolavano sul mento e sull'armatura.
    CORAGGIO ZEHADIN!
    Sollevò il gomito e reclinò la testa indietro pur di introdurre gli ultimi centilitri di birra in corpo. Sbatté il boccale contro il bancone, singhiozzò e ruttò a labbra strette mentre sorrideva. Da qualche parte aveva letto che il movimento fisico aiutava a concludere gli effetti della sbronza, dopo averli alzati di netto. «All'Attiaaaaaaacc- *HIC!* - COOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!»
    E con il passo di chi non è più in grado di camminare si buttò nella mischia, cercando di colpire la prima cosa che gli capitava davanti con un pugno, ebbro di felicità e di birra. Tra un po' la vera festa sarebbe iniziata davvero. Le risse da bar senza più sentire il dolore, insensito dall'alcol: una vera favola.
    HP 8/8
    CA 15
    Tiro per colpire (Mano nuda):
    1d20+3=5 (Sottrarre eventuali malus per via della sbronza)

    Ayakashi Diceroom

    Mischia
    Spadone: (danni 2d6+4 | 19-20/x2)
    In Ira:
    Spadone: (danni 2d6+7 | 19-20/x2)
    Artigli: (danni 1d6+5 | x2)
    Distanza +Bonus Arma (danni)
    Equipaggiamento
    - Armatura di Pelle
    - Spadone
    - Kit da Iracondo di Stirpe
    0 MP| 816 MO| 0 MA| 0 MR

    Capacità
    Nome capacità Ira round 0/7
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

  7. .
    【 Khardan Odrovan 】
    Umano Zehadin | Iracondo di Stirpe | Livello 1 | NN | Scheda
    Non riuscì a cogliere quella piccola opportunità di colpire il demone con un'azione in controtempo, era un peccato, ma tutta la delusione semplicemente si volatilizzò quando il secondo colpo della spada trovò la resistenza del corpo nemico. La carne quando veniva tagliata aveva una sensazione precisa, la carne di demone non era meno tenera per il filo dell'arma che Khardan brandiva, dividendo pelle e carne in due lembi separati e sanguinanti. Il putrescente icore nero usciva mentre la creatura urlava il suo dolore, buttando la testa all'indietro, già pronto ed inferocito per un secondo assalto.
    Anche i veterani sbagliano e lo sbaglio di Khardan fu quello che molti anziani fanno: sottovalutano il pericolo. Gli artigli che si ritrovò in volto gli sarebbero serviti come monito per gli scontri futuri mentre il ben noto bruciore dovuto alle ferite si dipanò su tutto il viso come una fiammata intensa, intiepidita dal suo stesso sangue sangue rosso che cominciò ad uscire piano dall'attacco subito. Digrignò i denti l'umano mentre il suo compagno continuava a menare la propria arma contro qualcosa o qualcuno, distogliendo tutto l'interesse alla persona che stava alle sue spalle.
    «MUORI!!» Fu un ruggito lanciato qualche istante prima di lasciare che la rabbia, quella solita rabbia con cui conviveva, uscisse esplosiva. Gli occhi sbiancarono completamente in preda all'Ira mentre alcuni tratti della sua persona mutavano sotto gli occhi di tutti: le orecchie si facevano più appuntite, le zanne un poco più lunghe e le unghie sulle mani si annerivano all'istante, arcuate ed appuntite. Un sorriso mefistofelico affiorò sulle labbra, digrignando quelle che oramai erano zanne. Era sempre così, la parte più nascosta e sadica di sé si risvegliava ogni volta quando abbracciava l'Ira che lo percuoteva.
    Non usò gli artigli, aveva la spada in mano e di certo non l'avrebbe lasciata tanto facilmente, avrebbe usato le sue armi naturali solo ed esclusivamente se avesse perso l'arma in battaglia e non era questo il caso. Caricò le braccia, piegate e con la spada quasi totalmente parallela al terreno, ruggendo la sua gioia battagliera nel tentare di colpire di nuovo l'avversario per chiudere definitivamente la sua misera esistenza; ogni muscolo era irrorato di sangue in maniera innaturale, le vene che erano scoperte erano improvvisamente gonfie come gomene e la sua forza incrementata in maniera significativa. Quando cadeva in preda all'Ira, Khardan aveva solo uno scopo: sterminare ciò che aveva davanti.
    HP 5/8
    HP Ira: 2/2
    CA 13
    Tpc:
    Spadone: 6+d20 = 24
    Danno: 13
    Diceroom

    Mischia
    Spadone: (danni 2d6+4 | 19-20/x2)
    In Ira:
    Spadone: (danni 2d6+7 | 19-20/x2)
    Artigli: (danni 1d6+5 | x2)
    Distanza +Bonus Arma (danni)
    Equipaggiamento
    - Armatura di Pelle
    - Spadone
    - Kit da Iracondo di Stirpe
    0 MP| 16 MO| 0 MA| 0 MR

    Capacità
    Nome capacità Ira round 1/7
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

7 replies since 20/11/2018
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