Perché il tuo antagonista va incontro al pericolo senza che ce ne sia bisogno

Di Neal Litherland, traduzione a cura di Assiah GdR

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    Perché il tuo antagonista va incontro al pericolo senza che ce ne sia bisogno


    Molto tempo fa ho revisionato un manoscritto di un autore che non nominerò ed il cui titolo non rivelerò. Riassumendo la trama, comunque, c’erano una giovane nobildonna ed un principe mercante che pianificavano di fuggire insieme, fino all’intromissione dello zio di lei. Costui, stregone che voleva barattare la mano della ragazza con un importante oggetto utile ad un rituale, trasforma il principe in un anello. Poi, per qualche ragione, lo zio si prodiga anche nello spiegare ai protagonisti che, se la maledizione fosse mai stata spezzata e i due amanti si fossero riuniti, sarebbero stati gli unici in grado di sconfiggerlo.


    Quando l’assolo di violino è così meraviglioso che ti sei trasformato in un bagel.
    Questa è letteralmente la descrizione che viene data alla trasformazione. Per davvero.


    Passa qualche centinaio d’anni con la nostra protagonista che ha vissuto una dozzina di reincarnazioni differenti, il suo amato è imprigionato in un pacchiano pezzo di gioielleria e suo “zio” che si è reso quasi immortale con i poteri al suo comando. Poi (perché altrimenti non ci sarebbe stata alcuna trama) l’incarnazione attuale della protagonista risveglia il suo vecchio amore dalla sua prigione e spezza la maledizione. Gli innamorati sono confusi ma finalmente insieme.

    Per dare un po’ di contesto, gli innamorati sono in Australia quando la maledizione si spezza, mentre il nostro antagonista è in Tailandia.

    Nonostante non avesse nulla da guadagnare nell’affrontare i due innamorati ed avesse tutto da perdere (come abbiamo menzionato in precedenza, i due ora hanno il non ben specificato potere di affrontarlo ora che sono riuniti), il nostro antagonista sale su un jet e vola per ore verso una nazione quasi dall’altra parte del mondo per trovare questi due individui che non ricordano nemmeno che lui esista. Li affronta, schernendoli ripetutamente su chi sono loro realmente, finché non si fa uccidere dall’arroganza e dalla mancanza di immaginazione.

    Sembra stupido (e lo è) ma è qualcosa che gli scrittori fanno continuamente.

    Anche gli antagonisti hanno bisogno di obiettivi



    Nello scenario presentato, l’antagonista non ha proprio alcuna ragione di mettersi in quella situazione. Anche se accettiamo che l’aver maledetto l’uomo centinaia di anni prima fosse meglio che, per esempio, tagliargli la gola per qualche ragione, affrontare i nostri eroi adesso è un rischio senza ricompensa. L’antagonista avrebbe potuto pagare un assassino per togliere i due di mezzo, rimanendo lui stesso completamente fuori pericolo. Avrebbe potuto lavorare ad un rituale malefico (o almeno avrebbe potuto provarci) per sconfiggerli da lontano. O avrebbe anche potuto semplicemente andare avanti con la sua vita e lasciare che il tempo li uccidesse, perché lui era sempre immortale e nessuno di loro lo era, ora che il principe non era più una decorazione di metallo per dita.


    Il tempo, amici miei, è l’unica cosa che vi manca.


    Spezzare la maledizione, per esempio, non ha fatto invecchiare prematuramente l’antagonista, costringendolo ad uccidere o a ri-maledire la vittima originale, per mantenere l’immortalità. L’antagonista non aveva ancora l’onore ferito dopo centinaia di anni, così tanto da avere il bisogno di umiliare i due nuovamente. Maledizione, aveva completamente perso traccia dell’anello soltanto un’ora dopo aver lanciato la maledizione e non gli importava nemmeno un po’ delle condizioni dell’anima di sua nipote, che si muoveva da una vita all’altra!

    Era lì per una sola ragione: perché la protagonista ed il suo amore fuori da tempo avevano bisogno di una qualche minaccia da affrontare insieme per aggiungere dramma alla storia.

    Il problema è, ovviamente, che se la presenza di un antagonista è inutile, allora ciò comincia a far domandare al lettore il motivo di quello che accade. Quando il lettore fa un passo indietro per cominciare a farsi domande su una trama di questo genere, è più facile notare altri errori che potrebbe non aver notato prima. Questo è perché ci guadagna per davvero ad assicurarsi che la balistica della trama (la direzione da cui i colpi sono sparati e gli obiettivi che questi colpi dovevano raggiungere) abbia senso.

    Prova a vedere le cose dalla loro prospettiva



    Gli antagonisti devono essere organici e credibili tanto quanto ogni altro personaggio della storia. Forse anche di più, perché le persone hanno bisogno di una ragione concreta per opporsi alle azioni e agli obiettivi di un antagonista. Quando li si lascia quasi in secondo piano (o peggio, quando li si rende arbitrariamente cattivi soltanto perché è più facile) ciò che rimane è un cattivo al capo di una stupidaggine.

    Questo è per dire che, così si sarà costretti a far compiere loro determinate azioni o determinati errori che soltanto un idiota potrebbe fare, perché se non ci fossero non ci sarebbe nessun libro da leggere, film da guardare o gioco da giocare etc…


    Seriamente… fa un passo indietro e metti in discussione le cose per un momento.


    Questo non è per dire che i cattivi dovrebbero rintanarsi in un bunker o rimanere nascosti nell’ombra per tutto il tempo. Dovrebbero invece avere una ragione convincente per andare verso il pericolo e questa ragione dovrebbe essere anche necessaria a soddisfare le loro necessità o completare i loro obiettivi. Magari è una sete di vendetta che spinge l’antagonista a desiderare che il protagonista sappia chi li ha uccisi nei loro ultimi momenti. Magari c’è una speciale abilità che possiede solo l’antagonista, così è costretto ad essere presente in un posto specifico, in un momento specifico, per fare le sue cose. Che sia puramente pratico, o qualcosa che riempia il loro ego, è necessario assicurarsi che gli antagonisti abbiano le carte in regola per stare nei giochi, prima di metterli di fronte ai protagonisti.

    Perché se si affrontano senza avere l’opportunità di guadagnare qualcosa, non ha senso rischiare tutto.

    In conclusione, se non vi siete ancora iscritti alla mia newsletter settimanale, fatelo per rimanere aggiornati su tutti i miei nuovi stupendi aggiornamenti! In più, se avete difficoltà con gli antagonisti della vostra storia, date un’occhiata a “5 suggerimenti per giocare meglio un personaggio malvagio”. È pensato per giocatori di ruolo, ma è utile anche per gli scrittori.



    Articolo in lingua originale: https://nealflitherland.blogspot.com/2021/...zCV2fi48f9c&m=1
    (© 2021 Neal Litherland - The Literary Mercenary)
     
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