La crociata del croissant alla crema

Dentro il BG - Marzo 2024 [Dolce]

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    La crociata del croissant alla crema
    Friederik Lowe Van Der Reich || scheda

    Prologo


    In una realtà tradizionalista come quella di Munchefeld, i cambiamenti non erano mai apprezzati. Le stesse azioni venivano ripetute ogni giorno, ogni anno, da persone diverse ma sempre alla stessa maniera. Nulla sembrava mai cambiare, in quella realtà bucolica e quasi intonsa dagli intrighi politici che caratterizzavano il resto del regno del Nentyr.
    Nessuna delle case nobiliari minori aveva mai osato mettere in discussione l'autorità del conte e vi era sempre stato un Van der Reich a governare dall'interno dell'androne del possente palazzo di pietra.
    Le generazioni si susseguivano, ma nulla sembrava turbare quel remoto spicchio di regno, ove la legislatura della capitale a malapena intaccava la matrice culturale della contea nelle piccole cose.
    Vi erano state guerre combattute ad un passo dall'uscio di casa, ma una certa dose di fortuna aveva concesso al conte Van der Reich di non scomodarsi troppo e ricorrere semplicemente alle forze del regno per proteggere i propri territori, senza dover combattere egli stesso per la propria terra. E così neanche quello aveva toccato particolarmente le abitudini della contea del Flagello delle Streghe.

    Un clima così stazionario e privo di cambiamenti da secoli era senza dubbio indicatore di una certa positiva stabilità, ma al contempo era ben poco stimolante agli occhi di un bambino vivace come Friederik che invece si sentiva soffocare da quella vita monotona ed inattiva.
    Il più giovane erede del conte Ludwig, per di più, aveva un'indole progressista e rivoluzionaria. Era per sua natura estremamente curioso, attratto da tutto ciò che non conosceva e, crescendo, avrebbe espanso sempre più quella sua parte tendente all'illegalità.
    Fin da bambino si ribellava a qualsiasi cosa gli venisse imposta, a volte pur senza una ragione specifica. Non c'era da stupirsi che i suoi genitori lo considerassero una disgrazia: il bimbo si opponeva a qualsiasi cosa la contea rappresentasse, era incapace di sostenere le aspettative su di lui e preferiva opporsi al sistema piuttosto che comprenderne il funzionamento.
    Era un bambino caotico e vizioso, di tutt'altra stoffa rispetto a ciò che la storica famiglia dei Van der Reich doveva rappresentare. E non perdeva l'occasione di dimostrarlo.

    In un ciclo vizioso di ripicche e punizioni, al bambino i genitori non concedevano mai di avere a che fare con il resto della nobiltà, così che egli non potesse infangare il buon nome della famiglia. Le rare uscite di cui poteva godere erano le visite alla famiglia più ristretta. E dato che suo padre era figlio unico ed i nonni paterni erano passati a miglior vita da tempo, gli unici parenti con cui aveva contatti erano i membri della famiglia di sua madre: la zia Barbara sposata con il marchese Monrouge ed i vecchi nonni Pontier.
    E tralasciando i nonni che guardavano al nipotino con lo stesso stretto e ineluttabile metro di giudizio che sua madre gli dedicava, l'unica consolazione a quella vita di noie e fastidi per il piccolo Friederik era proprio in casa della zia.

    Barbara era una donna affettuosa e brillante. Era tanto simile alla sorella Margaret in aspetto fisico quanto diversa nell'atteggiamento, e questo la rendeva al contempo estremamente diversa da lei persino ad una prima occhiata. A Barbara piaceva ridere della vita. Amava la tranquillità, credeva nella ricerca della felicità e nell'autorealizzazione. Credeva nell'amore, nella libertà di scelta... Ed era sempre pronta a scoprire nuove idee e nuove prospettive.
    Aveva una bella casa, che tuttavia non smetteva mai di rivoluzionare. A Barbara piaceva cambiare, a cominciare dall'arredamento delle sale del suo palazzo per finire con i fiori del suo giardino.
    Ogni anno durante il mese di Flaminar Margaret accompagnava i figli Dieter e Friederik a trovare gli zii e lì restavano per una settimana.
    Era un metodo per non perdere i legami con la famiglia. Così diceva lei.
    Ed ogni anno Friederik scopriva qualcosa di nuovo in quel posto.

    I Monrouge non erano persone particolarmente acculturate, né particolarmente gloriose. Erano nobili fedeli alla corona di Hejan che vivevano pacificamente ignari degli intrighi e delle controversie politiche di corte.
    Il marchese Louis non mirava ad espandere il proprio potere politico, si limitava a tenere sotto controllo la propria economia, ed in quello non era secondo a nessuno. Le sue vigne producevano il vino migliore di tutta la valle dei fiumi e questo gli garantiva un florido commercio sia a livello locale che nelle esportazioni.
    Nella vita privata era un uomo bonario e disinteressato al quale non importava molto se sua moglie gli domandava ogni anno di cambiare la disposizione di armadi e comodini: finché Barbara era felice, lui viveva sereno e senza troppe preoccupazioni, e poteva dedicarsi alla cura dei suoi amati territori.

    Il loro unico figlio, Richard, aveva quattro anni più del maggiore dei fratelli Van der Reich, ben sei anni più di Friederik. Una differenza d'età che sarebbe stata minima in età adulta, ma che da bambini appariva quasi un'intera generazione.
    Margaret mal sopportava il nipote. Lo considerava un bambino viziato e troppo ribelle, maleducato poiché Barbara non era stata capace di insegnargli la disciplina come si conveniva all'unico figlio di un marchese.
    Friederik invece aveva uno strano rapporto con lui quando era bambino. Invidiava la sua libertà, mal giudicava la sua mancanza di disciplina e lo riteneva molto stupido per essere tanto più grande di lui. Plagiato dalle idee della madre (che comunque Friederik cercava senza successo di soddisfare) riteneva che fosse sbagliato il suo modo di vivere così spensierato e sciocco, privo di nobili intenti, lontano dall'ambizione di essere il migliore in ogni ambito e perfetto in ogni cosa facesse.
    Dieter invece sembrava non avere giudizi su Richard. Forse la verità era che non voleva pensarvi. Non voleva giudicare gli altri. Dieter era così pieno di sé che non si curava affatto di guardare gli altri per giudicarli nel bene o nel male... Oppure questo era semplicemente quello che appariva dal suo sguardo freddo, e non corrispondeva affatto a ciò che egli davvero pensava, chiuso nei suoi silenzi.

    Fase 1: Assedio



    Le novità che la zia Barbara presentava ai nipoti erano sempre memorabili, ma la più unica che il Flaminar del 185 venne mostrata ai bambini non era lo splendido lampadario d'oro a ventiquattro candele che con entusiasmo la donna aveva valorizzato di fronte alla sorella, bensì le pietanze offerte agli ospiti durante la prima colazione a palazzo.

    Friederik non era mai stato particolarmente goloso. Non mangiava molto ed i suoi genitori davano la colpa a quello per la sua esile corporatura.
    Ma quell'anno... Per la prima volta aveva scoperto qualcosa che davvero lo faceva impazzire, e questo aveva fatto un immenso piacere alla zia che (al contrario di Margaret) ci teneva a riuscire a vedere sorridere i propri nipotini.
    Il più piccolo dei due aveva il brutto difetto di esprimere appieno le proprie emozioni, quando era bambino. Se soffriva, piangeva forte. Se si arrabbiava, berciava sguaiatamente e se era felice gli si illuminavano gli occhi e sorrideva con grandi ed appaganti sorrisi.
    Quella genuinità non era apprezzata dai nobili e doveva essere limata dall'educazione, che sua madre gli aveva sempre fatto imporre con il pugno di ferro.
    Barbara però apprezzava quelle espressioni genuine, e fu entusiasta quando per la prima volta al piccolo Friederik si illuminarono gli occhi di gioia per ciò che aveva appena assaggiato.

    A Munchefeld la tradizione imponeva che a colazione si mangiassero insaccati e salumi di alta qualità, una tradizione imposta da secoli di abitudine. La colazione doveva essere un lauto pasto salato. Carne, uova, vino. Alimenti che al piccolo non mettevano affatto appetito appena sveglio.
    Quell'anno però zia Barbara aveva avuto la brillante idea di proporre sulla tavola qualcosa di diverso, proprio in virtù del fatto che aveva scoperto da poco ciò che la sorella imponeva ai propri figli a colazione, per cui desiderava far provare ai nipotini la novità.
    Sulla tavola dei Monrouge, imbandita con innumerevoli pietanze salate... Vi era anche del dolce. Dapprima lady Van der Reich non aveva neanche fatto caso alla presenza dei croissant sulla tavola imbandita, dato che la scaltra sorella aveva sapientemente organizzato la tavola così da non mettere in evidenza la differenza tra le offerte del pasto.
    Il piccolo Friederik, però, si era immediatamente reso conto della presenza di quelle strane mezzalune di brioche e se ne era fatta servire una. Prima che la madre potesse opporsi alla novità, la addentò e... Una valanga di crema gli esplose sulle papille gustative, accendendo una golosità che non aveva mai dimostrato prima di possedere la mattina.

    << Ti piace?>>
    Domandò civettuola la zia, ridacchiando mentre il piccolo si scomponeva a divorare un pezzo dolce grande quanto la sua intera faccia.
    Il bimbo annuì con un gesto del capo e con le guance sporche di crema diplomatica. << E' buoniffimo, zia Barbara!>>
    Lo sguardo giudicante di Margaret era freddo nei confronti del bambino. La donna si stava maledicendo per non essere stata attenta al figlio, perchè lo conosceva abbastanza da sapere che Friederik amava così tanto le novità che si sarebbe lamentato bizzosamente fino allo sfinimento pur di cambiare quel regime che andava più che bene da secoli.
    << Non si parla a bocca piena, Friederik.>>
    Lady Monrouge rise, entusiasta che il suo piano fosse andato a buon fine ed avesse portato gioia al piccolo.
    Il maggiore dei due fratelli gettò uno sguardo indecifrabile al minore. Difficile stabilire se lo stava guardando con rimprovero o con curiosità.
    Dieter non si staccava mai dalle sue tradizioni, non ne sentiva il bisogno... E gli piaceva sia vivere il suo tipico stile di vita che vedere felici di lui i suoi genitori.
    << Troppi zuccheri fanno male la mattina, rovinano i denti e ingrassano senza nutrire. Stai provando ad uccidere mio figlio, Barbara?>> il tono di Lady Margaret era alterato, quasi spaventoso... E Friederik per un attimo si fermò, deglutendo a malapena e con il sorriso spento. Si sentiva in colpa per aver deluso per l'ennesima volta sua madre, anche se deluderla era la quotidianità. Se i dolci facevano davvero così male, vi era una buona ragione perchè non si mangiavano. E allora... Sarebbe stato opportuno evitarli?
    << Io li ho sempre mangiati e sto benissimo.>> Con l'arrogante presunzione di un ragazzino che si avvicinava alla preadolescenza, il figlio dei Monrouge si permise di correggere la zia senza preoccuparsi troppo di etichetta e implicazioni sociali.
    Questo fece inviperire ancor di più Margaret, che gettò al nipote uno sguardo di ghiaccio puntualmente ignorato dallo stesso.
    << Non sei ancora arrivato a cinquant'anni, caro nipote. E' con il tempo che si notano le differenze tra chi si alimenta in maniera sana e chi no.>> lo corresse.
    Barbara non si intromise nella discussione con la sorella, perfettamente consapevole che non serviva a nulla impegnarsi per far capire a lady Van der Reich che tra il bianco ed il nero vi era un'infinita scala di grigi. Piuttosto fece cenno al nipotino di non preoccuparsi troppo e di mangiare tranquillo. E Friederik riprese tranquillo il suo pasto, sotto lo sguardo attonito del fratello seduto accanto a lui.
    <<neanche voi siete ancora arrivata a cinquant'anni, zia. E non so neanche se arriverò a cinquant'anni o se morirò a venticinque per una caduta da cavallo. Tanto vale godersi la colazione.>> Replicò il biondino addentando un croissant a sua volta ed alzandosi da tavola incurante della gravissima maleducazione che questo comportava e sparendo dalla sala un attimo dopo.

    Nella sala vi fu il silenzio.
    Barbara faticava molto a mettere suo figlio in riga, anzi... Non vi riusciva proprio. Ma persino lei sapeva che il comportamento di Richard era indecente.
    << Tuo figlio è il ragazzino più sgradevole che io abbia mai incontrato, sorella. Maleducato quanto un villano. Ti pare che questo sia un comportamento da tenere?>>
    << ... Mi dispiace. Chiedo perdono a tutti voi a suo nome. E'... Un periodo complicato per lui. Ma crescerà.>>
    << I ragazzini crescono quando li si svezza a crescere come si deve, Barbara. E' tua la responsabilità della sua educazione.>>
    Lady Monrouge non replicò più ed abbassò le spalle, consapevole che la sorella avesse ragione su tutta la linea.
    Nel frattempo i due Van der Reich erano rimasti zitti ad osservare la diatriba, uno con i pezzi del suo toast infilzati sulla punta della forchetta che ritmicamente sparivano tra le sue labbra, l'altro con le guance sporche di cioccolato del secondo croissant.
    << E tu smetti di abbuffarti, Friederik. Immediatamente.>>

    Fase 2: Conferma



    La convivenza con gli zii quell'anno non fu tutta rose e fiori neppure nei giorni successivi. Richard era sempre più ribelle e Margaret sopportava sempre meno l'incapacità di sua sorella di metterlo in riga. Le uniche eccezioni a quei momenti di guerriglia era di fronte al Marchese, poichè innanzi a lui Margaret tratteneva la lingua e si comportava con impeccabile garbo ed eleganza, fingendo una pazienza senza pari. Il marchese però spesso era impegnato a gestire il personale che doveva occuparsi della vendemmia e delle esportazioni, per cui era rara la sua presenza a tavola. Questo ognuno lo sapeva bene, e nessuno si offendeva di questo... Anzi. L'occasione per la quale i Van der Reich scendevano a Carilier era proprio quella di tenere compagnia alla lady e suo figlio mentre il marito era quasi perennemente assente.

    In una famiglia sempre più incrinata da innumerevoli fratture fu semplice per il piccolo Friederik sfruttare la cosa, ma non senza prima informarsi in prima persona della verità riguardo la diatriba sulla questione sollevata il primo giorno.
    Il pomeriggio stesso infatti, quando sua madre lasciò lui e Dieter a "giocare in cortile", il piccoletto sgusciò via dal fianco di suo fratello asserendo di doversi recare in bagno e sparì per tutto il pomeriggio. Dieter, che era abituato alle continue menzogne del fratellino, non perse troppo tempo a cercarlo. Anzi, si reinventò subito qualcosa da fare: vi erano molte attività per cui valeva la pena usare il proprio tempo.

    Nel frattempo il piccolo Friederik, nascondendosi quando dietro un angolo e quando dietro un vaso lungo i corridoi, raggiunse la minuta biblioteca del marchese.
    Nessuno vi entrava mai, dato che nessuno era particolarmente interessato a leggere, perciò la maniglia fu particolarmente rigida da muovere. Ma dopo un paio di furtivi tentativi il piccolo riuscì a sgusciare dentro.
    L'intenso odore di polvere rivestiva i libri, intonsi da chissà quanto tempo.
    Nulla sembrava semplice da fare per un bambino che faticava moltissimo a sollevare la pesante scala di legno da passare da un mobile all'altro, ma gli fu sufficiente un singolo tentativo per trovare quei pochi libri che parlavano di scienza, chimica ed anatomia.
    La scala oscillò pericolosamente, trattenuta a fatica dalle esili braccia del moretto che tratteneva il fiato per darsi più forza. A fatica il bambino riuscì a spostare un mobilio che era fatto per essere mosso, ma grazie a quello sforzo immane il bambino riuscì a recuperare quei tomi che illustravano argomenti incomprensibili per un qualsiasi bambino di sei anni, e talvolta persino per qualche adulto.
    Per fortuna le ricerche del piccolo genio di Munchefeld dettero i propri frutti dopo parecchie ore, rivelando la verità sulla diatriba che aveva diviso la famiglia quella mattina: "colazione dolce o colazione salata?"
    Insomma, adesso la risposta era sotto gli occhi di tutti, e lui disponeva di tutte le informazioni necessarie per combattere la sua personale battaglia a suon di dimostrazioni scientifiche incomprensibili con sua madre.

    << Madre, dovrei parlarvi un momento>> le aveva comunicato all'uscita dalla sala dopo la cena di quella sera.
    Margaret era stanca, scocciata, non aveva alcuna voglia di parlare con il figlioletto... Ma si costrinse ad ingoiare il desiderio di ritirarsi nelle sue stanze e seguire il bambino in un luogo più appartato.
    Il giovane Van der Reich fece strada alla mamma fino alla biblioteca.
    Non appena la donna si rese conto di che stanza si celava oltre il grosso portone verde decorato con ghirigori dorati, sospirò.
    Non poteva criticare la passione di Friederik per i libri, anzi. In verità riteneva un pregio mente geniale del figlio. Uno dei suoi pochi pregi e per giunta un pregio decisamente fastidioso quando il piccolo la usava per tediarla.

    Il piccolo la accompagnò nei pressi di un leggio ove un paio di libri erano stati lasciati aperti ed un foglio scarabocchiato presentava strani schemi logici. La donna dette un'occhiata alle carte senza che il figlio glielo chiedesse. Aveva intuito la sua intenzione fin dal principio.
    Margaret non aveva una formazione scientifica, per cui formule e numeri le risultavano particolarmente complicate da intendere. Sul foglio disordinato vi erano macchie di calcoli qua e là.
    << ... Cosa significa questo, Friederik?>> Domandò lei, per farla breve.
    Il bambino, che altro non aspettava se non quella domanda, ridacchiò furbetto e si portò le mani chiuse a pugno sui fianchi, fieramente impettito di poter dare quella dimostrazione scientifica.
    << La colazione salata e quella dolce... Sono praticamente uguali! Cambia solo il sapore, e la quantità di cose che si possono mangiare... Ma il Croissant alla crema non fa male!>>
    La donna rimase raggelata.
    Non tanto perché la dimostrazione scientifica con numeri che neppure lei comprendeva doveva essere giusta, quanto perché era spaventosamente stupefacente che il figlioletto avesse trascorso l'intera giornata tra libri di cucina e di chimica per ricavare quella dimostrazione.
    Ed aveva soltanto sei anni! Alla sua età gli altri bambini giocavano a nascondino... Perchè Friederik doveva essere così anomalo?
    << Quindi... Io voglio un Croissant per colazione!>>
    Dopo qualche momento di silenzio, la donna replicò semplicemente << No.>>

    Il bimbo piagnucolò ed afferrò la gonna alla mamma. << Ma non è vero che fanno male... Sono buoni!>>
    Non c'era un valido motivo per cui Margaret rifiutava la proposta, oltre al fatto che... Le abitudini di Munchefeld non potevano e non dovevano cambiare.
    << Tuo padre non vuole.>>
    << Ma... Madre... Mio padre neanche lo sa... Vi prego... Posso almeno chiederglielo?>>
    << Non se ne parla.>>
    A nulla era servito un complicato lavoro di dimostrazioni scientifiche: ciò che era dogmatico per Lady Van der Reich restava dogmatico.

    Fase 3: Schieramento



    I giorni passarono e con il termine del mese terminò anche la complicata settimana a Carilier, che altro non aveva portato se non dissapori in famiglia.
    Ma la crociata per il croissant a colazione era lungi dall'essere conclusa.
    Quando la tavola a colazione imbandita non fu più quella dei Monrouge e non vide più la presenza delle brioche, Friederik decise drammaticamente di fare una scelta che non sarebbe piaciuta affatto né alla madre né al padre.
    Era disposto a qualunque sacrificio per vincere, e non accettava compromessi e dogmi. Così decise di smettere di mangiare a colazione.
    La drastica scelta si ripercosse sull'animo di tutti i membri della famiglia eccetto, forse, Dieter, che non riusciva a comprendere per quale motivo il fratellino decidesse ogni volta di essere così capriccioso.
    Le richieste di Friederik erano esplicite: non avrebbe più fatto colazione a meno che non ci fossero stati dei dolci. E questo il conte non poteva permetterlo: suo figlio era già fin troppo mingherlino, se si rifiutava persino di mangiare... Cosa ne sarebbe stato del suo futuro?
    La notizia giunse così anche alle orecchie di Ludwig, che ignaro di tutto non comprendeva la natura della problematica. La moglie era abbastanza caparbia da non darla vinta al figlio, ed il figlio le somigliava abbastanza da non arrendersi nelle sue richieste.
    La situazione in breve tempo divenne insostenibile per il conte, che decise di prendere in mano la situazione e cedere alle richieste del bambino, senza necessitare di dimostrazioni scientifiche che attestassero quali ingredienti erano utilizzati nelle preparazioni ed in quali quantità.
    Erano conti, perbacco! Potevano forse negarsi il piacere di un dolcetto a colazione?
    Più pietanze vi erano in tavola, meglio era per lo spirito e per i poveri nervi di un uomo che non aveva assolutamente voglia di sentire un moccioso bizzoso discutere con una madre intransigente.

    Fase 4: Combattimento



    Al conte l'idea della colazione più ricca piacque così tanto che decise nel Sandinar dello stesso anno di indire un bando di concorso per assumere il miglior pasticcere della contea, che sarebbe stato giudicato da lui in persona.
    Nel giro di quel mese, tutti i pasticceri e fornai della zona si cimentarono nella competizione.
    La concorrenza era spietata, così come spietato era il giudizio del conte Ludwig riguardo l'opera dei vari concorrenti e come spietato era il disgusto della contessa per tale iniziativa, dalla quale si distaccò immediatamente scegliendo di non prendervi parte e costringendo il povero Dieter allo stesso fato, giacché almeno lui obbediva ancora alle regole di buonsenso di quella famiglia.

    I dolci erano tutti deliziosi, ma Friederik non riusciva a schiodarsi dal suo solito giudizio, quasi per tutti uguale.
    << I croissant di Carilier erano migliori.>>
    Si trattava persino di un giudizio ponderato e giustificato, poiché ad ogni assaggio il piccolo trovava qualche difetto nei dolci che gli venivano proposti.
    Il padre invece... Recitava la parte del nobile incontentabile, ma era chiaro che invece godesse di quella competizione come non godeva da tempo.
    Si rimetteva al palato difficile del piccoletto per scegliere, sapendo che accontentare lui sarebbe stato riportare un minimo di serenità in casa (e proseguire la competizione ancora a lungo).

    Tre settimane dopo, Margaret decise di intraprendere una drastica soluzione per porre fine a quello scempio. Se nulla poteva accontentare il figlio al di là dell'opera di quell'uomo, tanto valeva risolvere il problema alla radice. Scrisse una lettera alla sorella richiedendo che a spese della sua famiglia il pasticcere di Carilier venisse trasferito a Munchefeld.
    Gli aggiornamenti sulla situazione a casa Van der Reich e la successiva richiesta da parte del mittente provocò nel destinatario della missiva una grassa risata. Barbara... Era riuscita veramente nello scopo di fare un "piccolo" dispetto alla sorella, ed anche in quello di portare un po' di vivacità tra quelle quattro mura di tufo e muschio.
    Non le dispiacque affatto liberarsi del suo miracoloso pasticcere, per cui comunicò al pasticcere di doversi trasferire a nord e di poter portare via la sua famiglia in tale spostamento.
    Il popolo non aveva il libero arbitrio di poter scegliere se opporsi o meno, perciò egli fu costretto in brevissimo tempo a far fare le valigie all'intera famiglia. Munchefeld sarebbe stata la sua nuova casa. Ed il suo talento nella pasticceria... La sua nuova condanna.

    Epilogo



    Da quel giorno in poi, qualcosa in quella statica contea ai piedi dei monti cambiò, a cominciare dalla colazione.
    Quella crociata era stata vinta da un bambino bizzoso... E su quella tavola riccamente imbandita non mancarono più i croissant alla crema.

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