Avvisaglie

[Dentro il Background Aprile - Minaccia - Karril]

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    Hic iacet Arthurus Rex quondam Rexque futurus

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    Karril prese una bella boccata d'aria prima di prendere il coniglio che aveva appena ucciso, l'aveva rincorso per qualche minuto buono visto che si era fatta sentire dalla preda, ma almeno era riuscito nella caccia e quindi mamma sarebbe stata contenta e papà non si sarebbe potuto lamentare di nulla. Tirò fuori la freccia facendo attenzione a non rovinare troppo la pelliccia e la carne, un po' le dispiaceva aver ucciso una creatura così indifesa e morbidosa, però bisognava pur mangiare qualcosa, no?
    Con le mani sporche di sangue afferrò il coniglio e iniziò ad incamminarsi verso il villaggio ma la ragazza non andava di fretta e anzi, camminava a passo lento e si fermava di tanto in tanto per godersi il bel verde rigoglioso degli alberi, la brezza che le accarezzava la pelle e il suono leggero e toccante delle fronde sospinte dal vento. Era un momento di pace e ultimamente, al villaggio e in casa, ne stava avendo veramente pochi ormai: mamma e papà litigavano spesso e gli altri avevano iniziato a guardavano strano sia lei che sua sorella e suo fratello per chissà quale motivo, non avevano fatto nulla di male nell'ultimo periodo, nessuno scherzo o guaio!
    Peccato che quella passeggiata non durò molto, non si era allontanata dal villaggio in quella caccia e ben presto il bell'ambiente pacifico degli alberi fu sostituito dalle case degli uomini e dal rumore degli attrezzi al lavoro. Karril ingoiò mentre camminava nel villaggio, si sforzò a mantenere la faccia dritta verso il casolare del macellaio, si irrigidì parecchio e si sentiva gli occhi addosso da parte di chiunque.
    Ma perché? Che aveva fatto?
    «Ho cacciato questo oggi, Gerd.» arrivato al banco del macellaio, Karril posò il coniglio che aveva ucciso e aspettò che l'omone che gestiva il posto le dicesse qualcosa, stava macellando già un'altra bestia e come al solito era coperto di sangue e di cattivi odori. La ragazza arricciò il naso ma tenne la bocca chiusa.
    «Mh.» fu più un grugnito che una risposta, e quando Gerd si voltò verso Karril con la mannaia ancora grondante di sangue le venne un brividino lungo la schiena. Non era una cattiva persona Gerd, però incuteva un sacco di timore, e mentre esaminava con occhi attenti il coniglio che la ragazza aveva portato, questa allungo timidamente la mano verso di lui, chiedendogli implicitamente il compenso per l'animale cacciato.
    Gerd guardò prima la mano e poi spostò lentamente il volto verso Karril, la mannaia ben stretta nelle sue grosse manone callose, aveva anche il fiato corto e pesante.
    Una gocciolina di sudore scese dalla fronte di Karril, e quando l'omone si mosse le venne d'istinto di stringere e chiudere gli occhi e li riaprì solo quando sentì un qualcosa di freddo e tondo cadergli in mano. Karril rimase un po' stranita a guardare quel singolo soldo di rame
    «Uno solo?» chiese d'istinto, quando Gerd la guardò male, però, ritirò la domanda e strinse quell'unica moneta che aveva ricevuto e indietreggiò fino ad allontanarsi del tutto dalla macelleria del villaggio, però davvero non capiva: perché solo una moneta? Di solito gliene dava almeno una decina per un coniglio. Aveva rovinato la carne nel togliere la freccia? Non le sembrava mica. Mentre rimuginava su questi pensieri, Karril camminava verso casa senza prestare particolare attenzione ai propri dintorni e giocherellava con la monetina che aveva guadagnato quel giorno, nel preciso momento in cui pensò al papà che l'avrebbe rimproverata per aver preso solo una moneta, sentì anche delle persone bisbigliare da dietro un muro.
    «...loro sono una minaccia! Fidati, ci porteranno alla rovina!»
    «Ma ci ha sempre protetti, non fosse stato per lui...»
    «E ora ci ritroviamo con questi tizi magici che vogliono qualcosa!»
    Karril non riuscì ad ascoltare molto altro visto che fu spinta dal via vai delle persone del villaggio, ma quella discussione la scosse non poco e le aveva dato solo altre domande invece che risposte. Parlavano di qualcuno che li aveva sempre protetti, quindi era quasi certo che si riferissero al papà della ragazza, ma chi erano questi tizi magici? E in che senso li avrebbero portati dalla rovina?
    Ritornò a casa alla svelta, voleva dire a mamma e a papà quello che aveva sentito, loro sicuramente avrebbero saputo cosa stava succedendo e a cosa si riferissero quelle voci, no? Quasi iniziò a correre per tornare a casa, il soldo le scivolò pure da mano ma non si fermò, non le importava più di quella cosa, aveva ben altre cose più importanti.
    Quando arrivò sulla soglia, spalancò la porta, e l'unica cosa che vide fu la mamma che sembrò nascondere subito un qualcosa dietro di lei, ma Karril non se ne rese conto.
    Non si accorse di nulla.
     
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