Fegati spappolati

Fegati spappolati

I selvatici usano sovente le vie carrabili tracciate attraverso il bosco, per il banale motivo che sono comode, anche per loro.
Si percorre maggior distanza in breve tempo e con meno fatica rispetto all'avanzare nel sottobosco.
Vale ad esempio per i lupi. E dunque anche per Asgaard, malgrado la sua riluttanza ad avvicinarsi alla cosiddetta civiltà.

Il clima era piuttosto rigido e piovoso in quella regione. E lui aveva fame. Così, quando la strada attraversò un villaggio, non rientrò nella foresta.
Aveva la forma di un grosso lupo, ma con tratti canini, come fosse un incrocio inselvatichito.
Sembrava un randagio tutto sommato di buon carattere, il che gli permetteva di passare per lo più indenne tra i sapiens, talvolta rimediando perfino un boccone.

Quella sera aveva avuto un po' di zuppa tiepida da un vecchio di buon cuore, oltre al permesso di dormire in un angolo riparato del suo cortile. Era andata bene.
Aveva evitato di parlare o palesarsi in altro modo, però con una musata di ringraziamento era riuscito a lenire la sciatica dell'anziano signore gentile.
Ora dormiva raggomitolato sopra una vecchia coperta. Sistemazione per lui ottimale, tanto che ronfava russando.

Venne fastidiosamente svegliato nel cuore della notte da schiamazzi di balordi.
I due ubriaconi, provenienti da qualche bettola poco distante, erano in vena di cercare rogne.

"Ehi, vecchio Sfigato, sei già a dormire da ore tu, eh? Perché non ci fai entrare e ci offri un bicchiere, invece? Noioso bacucco... "
Le urla morirono in gola alla coppia di etilisti quando videro il riflesso delle lune negli occhi di Asgaard e udirono il suo ringhio sordo.
Ma dovevano ben fare i gradassi, se non altro per non perdere la faccia l'uno con l'altro.
"Caxxo vuoi, pulcioso?"

Io? Niente, volevo continuare a dormire in pace.
"Bhuahahaha, Epas, son talmente bevuto che mi è sembrato di sentirlo rispondere! "

I cani non parlano.
"Per l'inferno, non lo abbiamo immaginato. Deve essere un dannato druido. Certo che sei messo proprio male per ridurti a vivere così. Mhuhuahahaha, rognoso! "

Più contagioso di quanto immaginiate. Ergo, girate al largo.
"Ergo? È così che ti chiami, sacco di pulci? Se non ce ne andiamo cosa ci fai? La bua? Scommetto che in realtà sei un mezzo utensile di mingherlino"
"Ehahah magari è un halfling! Dai, facci vedere quando sei carino"

Le zampe anteriori del lupo crepitavano, cariche di elettricità statica, pronte a colpire.
Ma con un rapido sguardo al cielo, si avvide che il desiderio dei due stolti stava per essere esaudito.
Il suo ringhio fu sostituito da incontenibili risate.
Il tempo si era esaurito. Lo avrebbero visto nella sua forma bipede, evento assai raro. Ma difficilmente avrebbero apprezzato il privilegio. No, non era un halfling magrolino.

Quell'improvviso accesso di ilarità dal suono folle e perfino lievemente sádico era decisamente inquietante.
Ma mai quanto l'aspetto del gigantesco mezzorco bianco, robusto, spramicio e pieno di cicatrici che ora li stava fissando dall'alto della sua statura, con aria truce e parecchio incaxxata.
Vedendoli terrorizzati Asgaard rise di nuovo, ancora più forte ed assai più follemente, mostrando i grossi canini orcheschi.

La coppia di virili gonadi, come da copione, tentò qualche passo di barcollante fuga e poi, vista la mala parata, iniziò a piagnucolare, profondendosi in inverosimili scuse.
Il druido era a metà tra l'esilarato e il disgustato. Ma soprattutto aveva sonno. E appetito.

Bene, vi vedo davvero costernati. Poveri ragazzi. Ma, ecco, mi avete svegliato nel pieno della notte. Però lo so che per voi la serata è ancora giovane.
In effetti, mi è venuta fame.
"Noooo ti prego non mangiarci, ti prego faremo tutto quello che vuoi. Vi prego signor lupo, potente Signore Duido... "

Oh, io non mangio schifezze. Faremo così: ora mi portate in una buona taverna e mi offrite una bella cena abbondante. Di carne.
Vi va bene che non bevo, risparmierete. E non berrete neppure voi.
Vero?

I due non poterono che accettare senza riserve.
Il mezzorco, improvvisamente di umore bonario, si avvicinò torreggiando su di loro e circondò le loro spalle con le sue spesse braccia, uno per lato.
Bravi ragazzi!
Rifilò a ognuno una pesante manata sulla schiena, che li fece quasi cadere ma rimise un po' in sesto i loro poveri fegati malconci.