Come soffice Neve

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  1. » Fyan
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    Qatari Hadir

    Umana Undyr | Monaco/Chierico | 6 | LB | Scheda | DICEROOM
    Qatari lo odiava quel freddo. L'aveva odiato dal primo momento che era arrivata in quella regione coperta di bianco, quando aveva sentito i brividi sulla pelle e l'aveva vista arricciarsi contro la sua volontà, come quando si spaventava. Tutto di quel posto orrendo le indicava che fosse una tortura, a partire dal suo corpo, che reagiva a quell'ambiente in maniera completamente diversa dal solito: il sole sembrava così pallido, quando l'aveva visto l'ultima volta prima di finire nel buio delle gallerie con suo padre, come se non potesse più davvero guardarlo. Gli occhi le lacrimavano nell'assenza di tepore, rifiutandosi di accettare che potesse anche solo esistere qualcosa di tanto gelido e inospitale, di tanto buio. I suoi vestiti non erano più bastati a coprirla e Qatari aveva dovuto rinunciare ai suoi bei dipinti sulle braccia, per coprirle di pellicce pesanti e abiti di stoffe che nemmeno aveva mai conosciuto.
    E la cosa peggiore era che nessuno sembrava soffrire quanto lei di quel posto orrendo. Nessuno capiva le sue lamentele e il suo desiderio di scappare via e tornare a casa, lì dove il sole poteva baciarle la pelle e nessuno avrebbe potuto impedirle di scappare dalla finestra a cercare la sua libertà.

    Suo padre e suo fratello continuavano a rimproverarla per qualsiasi protesta, come se persino lamentarsi le fosse impedito. Lei lo detestava e non si curava affatto, a tavola, di mostrarsi infelice e infastidita, anche con i padroni di casa che li stavano ospitando. Yusif, assieme al suo lontano cugino che neanche aveva il suo stesso colore di pelle né le sue tradizioni, stava facendo di tutto per recuperare le sue ricchezze perdute e combinare nuove unioni che potessero arricchirlo. E magari dare una dote anche lei per poterla dare in sposa a qualche ricco commerciante di Nysrod nel processo.
    Qatari era frustrata e nonostante non avesse mai avuto un rapporto così sereno con il padre, le sembrava che tutto tra loro fosse diventato ancora più conflittuale da quando erano finiti in quelle buie gallerie, dove solo il fuoco poteva illuminare le tetre grotte in cui avevano costruito palazzi e botteghe. E non c'era giorno in cui non finisse a litigare con suo padre, a rimproverarlo di aver fatto da sempre scelte sbagliate, ritrovandosi poi imbufalita a vagare per la città sotterranea, come un animale che non si arrendeva a voler fuggire dalla sua gabbia.

    E quella era una di quelle giornate. Una che era cominciata con dei rimproveri e che poi era degenerata in un ennesimo litigio. La voglia di cercare aria pulita e il sole che ricordava la faceva sentire così fuori di sé, che quando uscì dalla sua camera fin troppo piccola, Qatari sentì l'istinto di andarsene. Lo aveva fatto tante volte nel loro palazzo di Arcer, ma lì era tutto diverso: le bastava affacciarsi alla finestra per poter godere della vegetazione rigogliosa e respirare aria profumata. In quel posto buio invece, neanche ce l'aveva una finestra.

    «Torna qui, Qatari!» sentì sbraitare il padre, ma neanche si voltò ad affrontarlo. Non sentì nemmeno i suoi passi inseguirla, perché lei sapeva bene che Yusif Hadir era stanco quanto lei di litigare e dopotutto... dove poteva mai andare quella ragazza di tanto lontano, se erano al sicuro nelle gallerie?
    «Almeno fa finta di essere educata quando sei a tavola!»
    La ragazza sbuffò e rispose semplicemente con un borbottio tra sé e sé, mentre si allontanava a grandi passi «Proprio a me lo vieni a dire.»
    Il caso voleva che, a differenza di quanto suo padre pensava, Qatari aveva davvero trovato delle gallerie diverse da quelle che collegavano le città e che nessuno osava frequentare. Tutti erano convinti che non valeva la pena salire in superficie, visto che i fughi della Piaga potevano uccidere tanto quanto uccideva il gelo pungente. Tutti erano convinti che anche Qatari li temesse al punto da non spingersi oltre, ma... così non era. Perché la curiosità che la spingeva a cercare la luce, l'aveva portata anche un po' troppo oltre i limiti della sicurezza.
    E quando erano arrivati di funghi non ne aveva visti, perciò... seccata da una probabile altra bugia che suo padre amava raccontare, decise che quella volta avrebbe smesso di agitarsi nel buio delle gallerie e che se poteva sfogare la sua rabbia... l'avrebbe fatto da un'altra parte. E avrebbe controllato coi suoi occhi quanto pericolosa fosse la Piaga.

    Senza badare a nessuno, indossò la pelliccia che avevano comprato quando erano arrivati e poi decise, quatta quatta, di sgattaiolare via dalla sua stanza e avviarsi proprio verso quelle gallerie che aveva scovato nelle sue giornate più nervose. Da qualche parte dovevano portare: per un po' di libertà valeva sempre la pena di rischiare.
    HP 43/43
    CA 18
    Tpc (danni -)

    Mischia
    ✧ Colpo Senz'Armi +8 (1d8+4)
    ✧ Raffica di Colpi +14/+14/+9 (1d8+4)

    Raffica di colpi +14/+14/+9
    +4 for +6 lv monaco +4+4/-1 bonus

    Danni 1d8+4+2d6 fuoco/1d8+4+2d6 fuoco
    +4 for +pugno elementale
    Equipaggiamento
    0 MP | 1984 MO | 0 MA | 0 MR

    Capacità utilizzabili
    ✧ Incanalare Energia positiva 3d6 (3/3)
    ✧ Bagliore Accecante (7/7)
    ✧ Vincolo d'onore (7/7)
    ✧ Punti Ki (8/8)

    Incantesimi Utilizzati
    Dominio
    Luminescenza (0/1)
    Scudo della fede (0/1)
    Mani brucianti (0/6)

    Livello 0





    Livello 1



     
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38 replies since 28/3/2024, 14:52   335 views
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