"Lei non sa chi sono io!"

[Dentro il Background Aprile - Minaccia - Barakas Charkiar]

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    Barakas Charkiar

    Umano I. | Attaccabrighe (MP Fattucchiere) | Lv. 4 | CN | Scheda
    La serata stava procedendo gioiosamente, in quel locale della campagna di Arcana Materia. Barakas era nel pieno del suo viaggio verso il Tarchion di Rivorosso, dove avrebbe partecipato a breve alla Festa dell'Amore, una celebrazione per cui era davvero impaziente. Il lungo cammino in solitaria era stato più faticoso del solito, forse perché aveva un obiettivo più imminente di quelli a cui era abituato e quindi aveva dovuto tenere un passo più sostenuto. Di conseguenza tutte le pause che poteva prendersi erano ancor più piacevoli.
    "Stasera sono di buon umore! Sorella, fai un altro giro per tutti, ahah!"
    La barista, una giovane donna sulla ventina di nome Despina, lanciò uno sguardo confuso allo strano avventore. In quel momento c'erano soltanto altri tre clienti, come offerta era un po' povera. I diretti interessati però ne furono ben contenti e lanciarono un grido di approvazione. Dopo averli serviti tornò da lui e cercò di capire che tipo di persona fosse. Uno dei lati che più le piaceva di quel lavoro era il contatto umano, anche se non sempre era possibile nelle serate più affollate.
    "Sto andando a Rivorosso, per la grossa festa che faranno. Non vedo l'ora di essere lì, secondo me ci si spacca dal divertimento. Vieni anche tu, sorella? Ti va di farmi compagnia alla festa?"
    Lo sguardo di interesse mutò in leggero fastidio. Non poteva nemmeno fare due parole con un tizio che subito ci provava con lei? Cercò di non reagire male, del resto era pur sempre un cliente.
    "Ci sono stata l'anno scorso ed è molto bella, ma in questo periodo non mi va. E comunque grazie dell'invito, fratello, ma a me piacciono le femmine."
    "Uh, bello. Beh, se cambi idea poi una volta lì ci possiamo dare una mano a vicenda a trovare compagnie, ahah. Immagino sia pieno di gente che cerca qualcosa, laggiù. Che poi non vado lì neanche tanto per cercare, mi piace solo l'idea di una roba del genere e ho una gran voglia di fare festa, ahah."
    L'apertura e la solarità di quel ragazzone sorpresero Despina. Visto il commento di prima si era aspettato un provolone che voleva solo provarci, invece sembrava proprio un buontempone sconclusionato. Rimasero a chiacchierare ancora qualche minuto, in cui lei soprattutto raccontò la sua esperienza con la festa. Ci era andata dopo la rottura con la sua fidanzata ed era servita per cercare di dimenticarla, almeno per una serata. Non era una persona abituata ad affogare il dolore nell'alcool e nel sesso occasionale, ma per quella singola volta se lo era concesso. E la festa si prestava bene a quel tipo di attività, se era quello che lui cercava.
    "Bah, ti dirò, vado lì con zero aspettative. Cioè, sì, quelle sono robe che mi piacciono, ma mi sta bene anche non concludere nulla. Alla fine viene quello che viene, basta divertirsi, ahah. Questo tipo di feste sono sempre interessanti, qualsiasi cosa poi accada nel concreto."
    Despina si allontanò qualche attimo per servire un cliente appena entrato e quando tornò vide che Barakas aveva attaccato bottone con un altro avventore. Si trattava di uno studentello giovanissimo che ogni tanto tornava a visitare i suoi genitori da Academya. Stavano parlando di magia, in particolare di quella oscura delle streghe. Non una cosa che interessasse particolarmente alla barista, che infatti si tenne fuori dalla conversazione. Almeno finché Barakas non rivelò di avere quel tipo di poteri e reagì all'incredulità del compare chiedendogli il permesso di poterli mostrare direttamente su di lui.
    "Non pensavo che lo avrei mai detto... signore, per favore, evitate di maledire i miei clienti."
    Tutti quanti risero e la chiacchierata si spostò su argomenti meno complicati. Poco dopo però dei nuovi clienti entrarono nel locale e si sedettero a un tavolo poco distante. La barista impallidì istantaneamente, cosa di cui Barakas si accorse e chiese lumi.
    "Lei era la mia ex di cui dicevo prima." Sussurrò la giovane. "Siamo state insieme un anno, ma lei era tirannica e manipolatrice. Quando finalmente l'ho capito me ne sono andata, ma ogni tanto viene qui in taverna e dà fastidio. Mi fissa, mi fa regali o commenti spiacevoli, a seconda delle volte. E non vuole andarsene o sentire ragioni. Io non so più che fare."
    Girandosi il ragazzone vide una guardia del corpo in armatura leggera, seduta al fianco di una ragazza elegantissima. Aveva un viso pienotto e uno sguardo di fiera superiorità, che stonava in maniera evidente con il tono del locale.
    "Ma che è una nobile?"
    "No. Si atteggia così, ma è figlia di un mercante. È ricca da fare schifo, però, quello sì."
    "Capito, quel tipo di persone che è convinta di avere diritto a tutto perché c'ha i soldi. Non mi piace la gente così. Me ne occupo io."
    Poche cose facevano perdere la pazienza a uno come Barakas, ma quella storia aveva tutti gli ingredienti per essere una delle eccezioni. Essendo cresciuto in povertà odiava la protervia di chi trattava gli altri come merci in vendita, in particolar modo se si nascondeva dietro l'etichetta dell'amore.
    "Ma che fai?! Stai fermo!"
    La protesta sussurrata non diede i suoi risultati e l'avventuriero si alzò in piedi di scatto. Si avvicinò con passo sicuro al tavolo dei nuovi arrivati e si rivolse con sprezzante indifferenza agli occupanti.
    "La signorina sta con me, ora. Non vuole più avere guai, quindi prego vossignoria di non arrecarle più disturbo. Gradirei non dovermi ripetere."
    La donna fece un'espressione di puro disgusto, a rendere chiaro il suo pensiero a riguardo. Il suo accompagnatore si era invece alzato, interponendosi tra i due, ma lasciando abbastanza spazio per permettere alla sua padrona di vedere la persona con cui stava parlando.
    "La signorina - come la chiamate voi - vuole la compagnia di altre signorine, non di scimmie ubriache. Togliete il disturbo immantinente o sarò costretta a prendere provvedimenti."
    "Certo, come no! Siete forse cieca, milady? Io sono una splendida e leggiadra fanciulla. Con un carattere dispotico e tossico, che a quanto pare è il tipo preferito della nostra comune signorina. E sono gelosa, quindi non vi voglio attorno, perché sì."
    Il discorso sconclusionato sembrò in qualche maniera cogliere nel segno, forse per la frecciatina nascosta in esso, visto che la donna divenne rossa di rabbia o di imbarazzo.
    "Maxime, toglimelo di tor-!"
    Non fece nemmeno in tempo a finire la frase, perché la sua guardia del corpo - che nel mentre aveva portato la mano alla sua spada - cadde a terra privo di sensi. Barakas lo aveva colpito con una tecnica sviluppata da poco che gli concedeva la capacità di dare svolte decisive alle battaglie, anche se solo in contesti molto particolari. Estrasse l'arma dal fodero dell'uomo e la lanciò a terra dietro di sé.
    "Attaccare una povera fanciulla disarmata non è molto cortese, milady. Come dicevo, gradirei non causare ulteriori problemi alla signorina, quindi vi consiglio di allontanarvi insieme al vostro amico, non appena riprenderà i sensi. Io provvederò a non denunciare il vile attacco che ho subito, così come le molestie passate alla signorina, in cambio desidero che sia chiaro che non siete più la benvenuta in questo locale. Non credo sia necessario nemmeno specificare le conseguenze di un eventuale tradimento di questo patto. Sono stata chiara?!"
    La donna lo fissò con odio per diversi secondi, poi la sua guardia del corpo rinvenne e dimostrò tutta la confusione che il colpo subito gli aveva provocato. A quel punto decise che non aveva più senso rimanere lì e diede ordine al mercenario di accompagnarla fuori. Non prima di aver lanciato un ultimo avviso dal tono tutt'altro che amichevole.
    "Vi siete fatto un nemico potente, lady bestione."
    "Certo, certo. La porta è quella, prendetela."
    La donna seguì il consiglio fatto con un gesto eloquente della mano e se ne andò. Gli altri avventori, che fino a quel momento avevano assistito alla scena in religioso silenzio, scoppiarono in un'esultanza divertita. Con ogni probabilità alcuni di loro conoscevano vagamente la situazione ed erano contenti dell'allontanamento di quella cliente che rovinava l'atmosfera. Alcuni alzarono i loro boccali in direzione di Barakas, che tornò al suo posto con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
    "Tu sei scemo, coso. Nemmeno sai il mio nome e ti lanci in un'impresa del genere? Guarda che quella è vendicativa! Vabbè, in ogni caso grazie mille."
    "Tra pochi giorni vado a festeggiare gli innamorati, mi sembrava giusto prendere le parti per una volta di una che non lo è più, ahah. Facciamo così, tu mi dici il tuo nome e mi offri una birra, poi siamo pari, ahah."



     
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