Votes taken by pandøra

  1. .

    Shila El'endir

    Elfo Arboreo | Bardo | 3 | NB | Scheda | DICEROOM
    Shila lo sentì imprecare per l'ennesima volta dietro le sue spalle, stavolta senza risponderle, senza contrattaccare per avere l'ultima parola come aveva già fatto in altre occasioni. Poi, lo sentì issarsi sul tetto del carrozzone, allontanandosi definitivamente dal loro bivacco nemmeno ancora allestito.
    La barda provò una fitta al cuore. Per un attimo, si sentì in colpa. Aveva davvero esagerato? Non doveva chiedergli quella domanda? Era lei quella sbagliata? Lo aveva ferito? Mille pensieri pieni di assurdità si susseguirono solo per dirle che ancora una volta meritava esattamente quel trattamento. Meritava solo di essere odiata, di essere lasciata sola. Ed era meglio così, che restasse sola, senza affezionarsi a nessuno. Senza comprendere la storia del guerriero elfo che l'aveva salvata e che aveva timore di essere toccato.

    Eppure, non era successo nulla. Forse quel litigio non aveva nemmeno senso, perché la verità era che nessuno dei due voleva restare solo. Si erano fraintesi, e non avevano il coraggio di guardarsi in faccia per sfuggire alle loro personali verità sul mondo.
    Continuò a cucinare, con quel peso sul petto che si alzava e abbassava con affanno, nel buio. Neppure una volta si voltò verso di lui, persino mentre mangiava la sua parte di zuppa. Solo quando la finì, osservando la ciotola vuota, lo fece, lentamente.
    Malakir guardava le stelle. Da quanto tempo non guardava le stelle, lei. Quasi non voleva farlo. Così come non riusciva a chiamare il suo nome per dirgli che poteva mangiare. Ne aveva davvero diritto? Era stata lei a dirgli di non voler essere capita, di volersi chiudere in quel silenzio. Allora perché adesso si sentiva così in dubbio con sé stessa?

    Odiava quella situazione, quella in cui si lasciava divorare così tanto dalle emozioni da non riuscire a distinguerle. Da non riuscire a respirare, e da voler solo piangere rannicchiata alle sue ginocchia per lasciar uscire fuori ogni cosa. E odiava sè stessa per essere così fragile, così diversa dagli altri, così... difficile. Tutto sembrava così dannatamente difficile.
    Non lo avrebbe chiamato, no. Ma per la prima volta dopo molto tempo, Shila alzò lo sguardo al cielo, in un disperato tentativo di poterne trarre conforto.
    Ma non funzionò. Un tempo, forse, sarebbe stata la cosa più bella. Adesso si sentiva solo impotente e piccola, di fronte a quel cielo. Se avesse dato retta alla sua vera voce, ormai così sepolta da non voler anelare a quel panorama come qualsiasi essere umano, di sicuro glielo avrebbe domandato.

    "Malakir... Fino a quante stelle sapresti contare?"

    E invece, ci fu solo il silenzio.
    HP 23/23
    CA 17
    Tpc - (danni -)

    Mischia
    Stocco +4 (d6-1)
    Distanza


    Equipaggiamento
    0 MP | 984 MO | 0 MA | 0 MR



    Capacità
    Esibizione Bardica 0/12 round
    ♪ Affascinare
    ♪ Controcanto
    ♪ Distrazione
    ♪ Ispirare Coraggio
    ♪ Ispirare Competenza

    Incantesimi
    Lv 0| 4/4 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3



    Role conclusa!
    Continua: Soffocare tra i rampicanti

    Esperienza


    Malakir +507 exp
    Shila +448 exp

    Tesori


    Malakir +400 MO
    Shila +400 MO

    Speciale


    ---
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    Edited by pandøra - 3/3/2024, 16:57
  2. .

    Aurora Fendrel

    Umana Iboitha | Predatore | 5 | LB | Scheda | DICEROOM
    Le parole di Remì rapirono e colpirono il cuore di tutti loro. Il bardo non poteva saperlo, ma tutti coloro che bevevano e ridevano in quella stanza non erano solo gente riunitasi per combattere e guadagnare qualche soldo. Il fatto che fossero una grande famiglia non dipendeva solo dal fatto che lavoravano insieme e condividevano istanti importanti... era perchè vivevano tutti la stessa solitudine di non essere stati salvati, ma di aver comunque deciso di salvare gli altri pur di riempire il vuoto che avevano dentro. Perchè, che mondo era, in fondo, senza gentilezza?
    Persino Aurora, in quelle note dalla melodia dolce, trovò la sua stessa anima e quasi si commosse. E quella libertà che sentirono alla fine della canzone... nessuno seppe da dove provenisse, ma ognuno di loro ne fu piacevolmente investito. Tutto ciò che vide il giovane cavaliere nel suo pubblico furono infiniti sorrisi.

    Tristan, avvolto da quella ballata, si scompose per fissare il suo avversario. Il suo degno avversario. Anche se non lo riteneva più un avversario.
    A dimostrazione di questo, continuò sul suo stesso accordo, approfittando di quel silenzio per aggiungersi a lui come se fosse un'unica esibizione.
    "E un mondo senza gentilezza, l'eroe lo ha visto davvero.
    Per questo, nel suo cuore, è nato un avventuriero.
    Colmo di consapevolezza ad una giovane età
    il sale di questa terra, e di questa gilda, sarà!
    Il bardo che canta come il vento del meridione
    porta una dolce brezza che ci libera dalle catene
    di un mondo crudele che ancora non sa
    quanto la melodia di quell'eroe... lo cambierà."

    E in quel momento potè capirlo, che la canzone era dedicata proprio a lui. Un coro di applausi si levò per tutta la sala. Schiamazzi, fischi, pugni a sbattere sui tavoli acclamarono i due cantastorie con crescente emozione. Tristan era di sicuro più bravo e con maggiore esperienza musicale rispetto a Remì, ma dalla loro reazione sembravano aver vinto entrambi.
    HP 36/36
    CA 19
    Tpc - (danni -)

    Mischia Spada Lunga +9 (d8+4)
    Distanza Arco Lungo +9 (d8)


    Equipaggiamento
    0 MP | 2.373 MO | 0 MA | 0 MR



    Capacità
    Forma Selvatica 2/2 (5h)



    CITAZIONE
    Intrattenere Tristan: 31
    1 - 2 per Tristan
  3. .

    pandora


    Rhavi Srivastav | ranger | 5 | SCHEDA

    La reazione di Asran non scompose neppure per un momento la sua espressione, e continuò invece a fissarlo tenendo le braccia incrociate, con l'aria di uno che stava per rimproverarlo. Non era affatto così, però. Quella era solo la sua normale espressione.
    Non capì perchè fosse andato in escandescenza o perchè avesse sbagliato a pronunciare il suo nome, ed alzò un sopracciglio, ricordandosi solo dopo che in effetti il mezzelfo era solito avere reazioni esagerate senza alcun motivo. Anche se, in effetti, si era presentato alle sue spalle senza nemmeno annunciarsi. Forse chiunque si sarebbe spaventato.
    "Cosa...cosa stavo facendo? Oh, ma nulla in verità, ero solo qui di passaggio e niente più!"
    "Mh." Rhavi osservò le scatole di cioccolatini dietro di lui, vide i numerosi cuoricini, chiedendosi cosa significassero, e lesse che erano doni per chi... si amava.

    Si distrasse molto facilmente, però. "Infatti. Non mi piace." disse, guardandosi intorno, e distogliendo lo sguardo dal suo. "Sono qui per controllare che tu non ti metta nei guai. Succede sempre qualcosa, quando non ci sono." spiegò così la sua presenza lì, con un tono fin troppo serio e scontroso per essere preso come una cosa... romantica. Era comunque strano, poichè non mostrava mai così tanto interesse nei suoi confronti. Persino quando Venalia gli diceva di prendersi cura di lui, il ranger faceva un passo indietro. Era palesemente una scusa, ma non lo diede a vedere neppure a sè stesso. Neppure lui sapeva davvero perchè avesse seguito Asran lì, alla festa dell'amore.
    "Perchè dovrebbe? L'elfa è uscita prima di me dicendo di dover vestire una sua amica. Non so neppure dove sia." e sperò vivamente che non gli chiedesse cosa intendeva con "vestire", perchè lui non lo aveva capito affatto, e non si sforzava neppure di comprenderlo. Come sempre, non mostrava molto interesse neppure per Venalia. Lui non mostrava interesse per nessuno, ma gli occhi erano puntati a quelle scatole di cioccolatini.
    "Quindi... sei qui per i dolci, immagino." Da quel poco che conosceva del mezzelfo, in effetti, sapeva che era dolce.


    Ejnar Elmrich | Arcanista | 9 | SCHEDA

    Le reazioni di Victoire continuavano ad essere così carine che il professore dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non sorridere. Uno come lui, sorridere davvero? Non poteva permetterselo, ne andava della sua immagine. Fu solo scuotendo la testa che rispose al suo balbettio, ed ebbe quasi l'istinto di portare il dito al suo mento per fargli chiudere la bocca, perchè faceva troppo freddo e lei aveva uno scollo fin troppo ampio rispetto al solito per non risparmiare fiato. L'aria era intrisa di magia, sospesa in un incanto diverso dal solito, uno che lo spingeva a fare molto di più che sfiorarle la mano, ma semplicemente non poteva. Non era opportuno.
    Tuttavia, se fosse stata lei a prendergli la mano, sarebbe stato molto diverso. Lui non si sarebbe sentito in colpa nel toccarla in una maniera più intima e consapevole, e avrebbe preso il suo gesto come una sorta di permesso indiretto.

    Mentre camminavano, però, Victoire non accennava nemmeno a prendergliela. Lui la stava aspettando, inconsapevolmente, e stava attento a sentire qualsiasi piccolo tocco a cui avrebbe dovuto reagire istintivamente, come per non farsela scappare. Era sicuro, in fondo, che anche lei lo volesse.
    "Perchè non lo fa?" Continuava a chiederselo, guardando fisso davanti a sè come se non stesse affatto prestando attenzione a colei che lo accompagnava, almeno fin quando non perse la pazienza e si voltò di scatto verso di lei, con il disappunto sul volto.
    Si ritrovò ad osservare un rossore sempre più potente sulle gote dell'assistente, che in effetti... guardava di sottecchi il suo palmo, e di nuovo, venne colto impreparato. Di nuovo, la trovava adorabile.

    «Pro...proviamo i dolscetti?»
    Ejnar aggiustò d'istinto il suo sorriso, rendendolo cordiale e pacato come al solito. "Proviamo i dolscetti." disse, senza rendersi conto di aver usato erroneamente il suo stesso accento. Si stava forse scomponendo per un po' di imbarazzo? In realtà, le mani gli prudevano ogni volta che la guardava e non sapeva nemmeno perchè.
    Sapeva solo che forse... avrebbe dovuto osare un po' di più, per dare a lei il coraggio di cercare quel contatto che tanto agognava. Si avvicinò così alle venditrici al chiostro dei dolci, e questa offrì la portata della serata: "Buonasera! Gradite il frappè con due cannucce? Vi assicuro che è una delizia!
    Un frappè. Con due cannucce. Il professore fu svelto a rispondere, per evitare qualsiasi via di fuga all'assistente. "Sì, lo vogliamo."
    E così, furono invitati a sedere ad uno dei tavoli, con sedie ai lati opposti, ma comunque stretti per lasciare che le coppie si avvicinassero sopra, e che le loro gambe si toccassero. In quel modo, non la stava toccando davvero, no? Era solo un tavolo troppo stretto, e un frappè che veniva servito solo con due cannucce. Non lo aveva deciso lui!
    E quando arrivò il lungo calice di cioccolato con panna e ciliegine sopra, sorrise un po' dispettoso. "Prova prima tu."

    Shila el'endir | bardo | 3 | SCHEDA

    Tu non lo so, io per fottermi qualcuna.
    Si voltò di scatto verso di lui, spalancando la bocca a pena. L'aveva portata lì... per scaricarla una volta trovata la prostituta perfetta per soddisfare i suoi bisogni? E le aveva implicitamente chiesto perché lei fosse lì, ma Shila... aveva semplicemente seguito Malakir. E perché lo aveva seguito?
    Nascose la sua espressione, cominciando a provare un vago senso di delusione, che però le diede la calma che prima non aveva, e decise di non rispondere. Aveva sperato che... Aspetta, cosa aveva sperato?

    Non ci volle molto prima che l'elfo si allontanasse da quel bordello, però, dicendo che prima avrebbe dovuto ubriacarsi. "Già... Avrei dovuto dire no a te, infatti." borbottò.
    Voleva bere perché altrimenti non si sarebbe fatto toccare? Quasi si preoccupò per lui, ma ormai era molto bravo a farsi scivolare via quel poco di comprensione che la barda poteva regalargli, semplicemente aprendo bocca in un fiume di volgarità. Fu con un'espressione impassibile che lo seguì fino alla bancarella dei filtri d'amore, non rispondendo alle sue provocazioni.
    Quando poi il venditore si arrabbiò giustamente con lui, e, ormai abituata a quelle scenette, li interruppe prima che la situazione potesse degenerare, afferrando una boccetta di elisir. "Lo prendiamo. Grazie mille." per poi prendere un lembo di maglia di Malakir e portarselo via. "Per Eishe, ce la fai a non fare guai per una sera?" lo rimproverò.

    Fu proprio in quel momento, però, che un ragazzo dall'aria molto stramba andò a sbattere contro di lei, fra tutti nella folla. "Oh, cielo, mi dispiace!" disse, all'unisono con lui. Cos'era? Un saltimbanco ingaggiato dagli organizzatori della festa? Eppure, non sembrava essere adatto all'atmosfera.
    In ogni caso, non ebbe il tempo di sfuggire al suo fiume di parole. Aveva capito che fosse adirata e... era gentile, al contrario del suo compagno. Le stava persino regalando un cioccolatino e questo le fece stranamente piacere, anche se ancora considerava un po' insolito quell'incontro. "G-grazie..." esitò, prendendo il cioccolatino, per poi vederlo andar via.
    Certo, perché non affogare i suoi dispiaceri nella dolcezza del cioccolato, in fondo? Sarebbe stata rimasta sola quella sera? E che importava? Non era una bambina, poteva divertirsi perfettamente da sola, senza sesso, senza amore... senza niente.
    Ingurgitò quel cioccolatino come si fa con l'alcol quando si è tristi, e quasi si commosse per quanto era buono. Forse ad Academya vi era il miglior cioccolataio del mondo.
    Fu solo un attimo, prima che il suo sguardo si posasse su uno dei venditori avvenenti di quella serata, probabilmente un gigolò del bordello a giudicare dal suo continuo ammiccare e dalla scollatura sul petto. Era castano, dagli occhi verdi.
    Shila sentì il suo cuore battere, incantandosi a quella figura. "Oh..." sospirò, ammorbidendo lo sguardo all'improvviso. "Non è... bello, quell'uomo?"

    Aurora Fendrel | predatore | 5 | SCHEDA

    Aurora scoppiò a ridere quando si accorse che avevano fatto lo stesso gesto all'unisono. Non c'era neppure bisogno di spiegare per cosa fossero, che si ringraziarono a vicenda accettando i cioccolatini. Dentro di sè, era comunque un po' imbarazzata, perchè lei non aveva mai avuto un amico, e adesso avere una relazione così spontanea con qualcuno che non fosse la sua famiglia non gli sembrava vero. Era solo abbastanza brava a nasconderlo e a non lasciarsi troppo andare.
    "Oh! Chissà che non sia qui pure lui, allora! Mi piacerebbe conoscere qualcuno che è mezzo orso... Avremmo qualcosa in comune, visto che anche io posso trasformarmi in animale." Inconsapevolmente, iniziò a cercare fra la folla qualcuno che potesse ricordarle un mezzo orso, anche se in effetti non sapeva affatto come fosse fatto.
    Così, si misero in fila per lo specchio. "Wow, credo dovremo aspettare un po'. Mangiamo i cioccolatini nel mentre!" propose, per ammazzare il tempo fino a quando non si sarebbero trovati di fronte allo specchio magico.

    Rhavi interagisce con Asran, cita Venalia -Cappuccino- Last Century scusalo venalia, ha anche dei difetti
    Ejnar interagisce con Victoire » Fyan
    Shila interagisce con Malakir, accetta il regalo di Zeth e si innamora di un gigolò qualunque .:Revenant:.
    Aurora interagisce con Remì, vede se c'è un mezzo orso misterioso tra la folla e si mette in fila per lo specchio JaggerK.


    Edited by pandøra - 3/2/2024, 22:45
  4. .

    Ejnar Elmrich

    Umano Zehadin | Arcanista | 9 | LN | Scheda | DICEROOM
    Si era già incamminato, senza dare troppa importanza alla preoccupata espressione di Vicky dietro i suoi spessi occhiali. Così come non dava spesso importanza al suo rossore sulle guance, o alle parole che tentava di dire.
    Eppure, illuminati dai magici lampioni della città, che a quell'ora risultava sempre più spoglia e colma solo di piccole e semplici meraviglie, poté sentire la sua voce chiedergli di tornare a casa. Lei non si esponeva mai così tanto, e lui non era abituato al fatto che tentasse di avere un'opinione anche sulla sua vita personale, perciò ne rimase spiazzato all'inizio.
    Riflettè distrattamente sul fatto che forse un tempo il panorama di Academya lo aveva visto per la prima volta, e ne era rimasto incantato. Tuttavia, lo aveva dimenticato, e lo dimenticò di nuovo, lasciando che Vicky parlasse.

    L'ottimismo dell'assistente lo raggiungeva sempre, e lui si sforzava che lo raggiungesse anche quando non era il momento giusto per andare avanti. Anche quando veniva colto dalla pigrizia.
    Sorrise leggermente, voltandosi verso di lei. "Lo credi davvero? Non abbiamo appena avuto la dimostrazione che, almeno fino ad ora, il nostro progetto non è abbastanza per attirare l'attenzione?"
    Ejnar ci pensava spesso, al fatto che i suoi sogni rimanessero sempre dei castelli in aria, ma non lo riteneva un reale difetto. La rabbia lo induceva a non ammettere che potesse esserlo, nella consapevolezza che invece era proprio ciò che gli aveva rovinato la vita, e allo stesso tempo, apprezzava da sé quel tratto caratteriale.
    Con una mano, fece un trucchetto per disegnare un castello di polvere magica di fronte a sé, che li seguiva mentre si muovevano. "Non è strano? Noi maghi abbiamo a che fare con qualcosa di così astratto come la magia, eppure tutto ciò a cui tutti aneliamo è qualcosa di concreto. Fama. Denaro... Nessuno che si interessa davvero della gioia della scoperta." chiuse un pugno, con una rabbia ben trattenuta, lasciando scomparire la sua stessa illusione. Chi era lui per lamentarsi, però? Avrebbe investito nel suo stesso progetto se fosse stato in loro? Non cercava anche lui la gloria?

    Solo lei, in effetti, giovane ed entusiasta come pochi, credeva in lui. Solo lei credeva che quel progetto potesse condurre a qualcosa. Eppure, era l'unica che sapeva cosa ci fosse dietro l'immagine di professore perfetto. Sapeva che viveva di rendita, che il suo lavoro era quasi stato regalato, che il suo vero io era ben peggiore di come si spettegolava in giro.
    Sospirò. "Dovrei lasciar perdere?" chiese, forse più a sé stesso che a Victoire.
    HP 29/29
    CA 16
    Tpc - (danni -)
    Attivazione del suo Inconveniente: Quando qualcuno lo minaccia, accusa o sfida, subisce penalità -2 alle prove di Diplomazia e Intuizione che coinvolgono quella creatura finché quest'ultima non si scusa.

    Mischia
    Distanza


    Equipaggiamento
    0 MP | 19.879 MO | 0 MA | 0 MR



    Capacità
    Exploit
    Dardo Glaciale
    Scorrimento Dimensionale
    Resistenza agli Incantesimi

    Scorta Arcana 7/7

    Poteri della Scuola
    Fascino dell'Evocatore
    Traslazione

    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 6/6 Lv 1| 5/5 Lv 2 | 5/5 Lv 3 | 4/4 Lv 4
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

  5. .

    Ejnar Elmrich

    Umano Zehadin | Arcanista | 9 | LN | Scheda | DICEROOM
    Ogni volta che aveva fatto quella domanda ad un candidato alla fine del colloquio, la risposta non era mai stata davvero affermativa. Aveva ricevuto sguardi straniti, alcuni oltraggiati e indignati come quelli della signora Thompson, altri ancora avevano chiesto di rimando se intendesse per davvero, o se fosse solamente un cattivo scherzo.
    A dirla tutta, era stato deluso per tutta la giornata dai suoi studenti, poiché non credeva fosse una tale infamia chiedere di portargli le pantofole a letto e garantirgli comodità. Perché sì, Ejnar teneva un letto nella stanza accanto all'ufficio, celato ai più, e anche molto comodo. Non avrebbe mai dormito sulla sua poltrona tutta la notte pur di studiare. Proprio non lo sopportava! E in realtà, era proprio quello il motivo per cui la precedente assistente aveva lasciato il lavoro. Perché quando era solo e circondato dagli agi... lui levava la sua maschera.

    Attese con tensione crescente la risposta della ragazza. Gli aveva dato così tanto fino ad allora che, pensò, non poteva cadere in una così semplice richiesta. Lo ammirava, giusto? Allora quell'insolito incarico non sarebbe stato poi un così grande sacrificio pur di trovare una cura alla sua malattia.
    La fissò mentre cercava un senso a quella domanda, catturando con lo sguardo ogni sua minima reazione, come se potesse leggere i suoi pensieri.
    "Non tergiversare, Victoire. Non tergiversare." pregava, fra sé e sé. In cuor suo, sapeva che ne sarebbe stato contento.
    Quando finalmente aprì bocca per dare il suo verdetto, sentì l'insicurezza nel suo tono. Non poteva permettere nessuna insicurezza, lui. Doveva essere pienamente deciso, se l'era promesso prima di iniziare quella lunga preparazione per i colloqui.

    Nei suoi occhi, però, non vi era disgusto o sospetto... vi era fiducia. Miss Soer si fidava ciecamente di lui, e solo da quello sguardo, trovò finalmente l'agognata soddisfazione. In fondo, lo aveva già dimostrato, di essere disposta a tutto e di essere pronta a esaudire ogni sua richiesta senza che la sua immagine ne risentisse agli occhi degli esterni. Aveva davvero bisogno di un'ulteriore conferma? Adesso forse poteva ammetterlo che era rimasto impressionato da lei fin dall'inizio, di volerla al suo fianco.
    Il professor Elmrich sorrise, e stavolta fu sincero, mostrando persino i denti. "Ti ho trovata, mia assistente perfetta."
    Con la mano ancora nel cassetto aperto prese una bacchetta e la agitò per lanciare un incantesimo che le avrebbe fatto dimenticare quella fatidica richiesta. Gli piaceva molto essere drammatico. E cauto, soprattutto.
    Dopodiché, nascondendo la bacchetta, sicuro che non resistesse all'incantesimo, l'avrebbe congedata con la sua solita espressione. Probabilmente, l'avrebbe congedata anche se invece avesse resistito. "Riceverete una lettera nei prossimi giorni con l'esito dei vostri colloqui. Vi ringrazio infinitamente per la pazienza."

    HP 17/28
    CA 12
    Tpc - (danni -)
    Vuoto di Memoria Volontà nega, (CD 16)

    Mischia
    Distanza


    Equipaggiamento
    0 MP | 19.879 MO | 0 MA | 0 MR



    Capacità
    Exploit
    Dardo Glaciale
    Scorrimento Dimensionale
    Resistenza agli Incantesimi

    Scorta Arcana 6/7

    Poteri della Scuola
    Fascino dell'Evocatore
    Traslazione

    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 5/6 Lv 1| 5/5 Lv 2 | 5/5 Lv 3 | 2/4 Lv 4
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.



    Edited by pandøra - 8/1/2024, 15:20
  6. .

    Shila El'endir

    Elfo Arboreo | Bardo | 2 | NB | Scheda | DICEROOM
    Era sicura. Completamente sicura che si sarebbe dileguato, che avrebbe smesso di importunarla. Questo perché Shila sceglieva sempre la gentilezza come arma migliore per evitare i guai, probabilmente perché per tutta la vita era sempre stata impulsiva e si buttava su ogni superficie appuntito che vedeva pur di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo.
    Credeva davvero nel fatto che fosse il miglior modo di rispondere a quel tipo di persona, ed era pronta ad iniziare il suo spettacolo, anche in anticipo, pur di levarselo dai piedi.

    Eppure, l'elfo non sembrava affatto demordere. Anzi, era rimasto lì a rimproverarla, senza alcuna ragione, a pretendere che cambiasse repertorio. Per la prima volta, la barda mutò espressione. Rimase sbigottita da quel commento sul suo repertorio, che stava deliberatamente elargendo senza che nessuno glielo avesse chiesto. "Chi siete voi per-" tentò di esordire, ma fu zittita ancor prima di essere sentita.
    AH QUEL tipo di Barda. Nono, Non preoccupatevi, per quello ci sono i bordelli, non ci vado per farmi cantare una serenata.
    Shila schiuse le labbra indignata, sbattendo più volte le palpebre dalla sorpresa. "C-cosa state insinuando-"

    Ancora una volta, fu interrotta dal fluire delle sue parole, scortesi e rispose invece di non avere intenzione né di sedersi, né di rimanere ad ascoltare l'esibizione. Allora perché era lì? Perché insisteva tanto a conoscere il suo nome? E a desiderare un programma diverso e una barda diversa da quella che il locale aveva reclamato. Era forse pazzo?
    Shila si alzò dal suo sgabello, guidata più dal batticuore ansioso e incessante che la disturbava nel petto da quando quell'avventore si era avvicinato. "Cosa ne sapete voi di quello di cui hanno bisogno in questo posto? Se la mia esibizione non piacerà a qualcuno, sarà libero di andarsene, non sono io a dover cambiare!" cercò di rimanere calma nel tono, composta nei movimenti, ma iniziò presto a scuotere la testa e a tradire la sicurezza e l'indifferenza che mostrava sempre.

    "T-toglietevi il vostro sassolino fuori da questa locanda. Non sento alcun bisogno di conoscere il vostro nome." e si sedette di nuovo, con le mani che le tremavano visibilmente, adesso.
    Che doveva sentire! Essere paragonata ad una prostituta, e poi ricevere ordini su cosa doveva e non doveva cantare. Era vero, però, che molti la criticavano per ciò che portava nelle taverne. La sua musica... non era mai davvero nel luogo giusto. Quelle parole l'avevano colpita molto più di quello che dava a vedere.
    HP 15/15
    CA 17
    Tpc - (danni -)

    Mischia
    Stocco +4 (d6-1)
    Distanza


    Equipaggiamento
    0 MP | 134 MO | 0 MA | 0 MR



    Capacità
    Esibizione Bardica 0/10 round
    ♪ Affascinare
    ♪ Controcanto
    ♪ Distrazione
    ♪ Ispirare Coraggio

    Incantesimi
    Lv 0| 3/3 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3

  7. .

    Fered Crysos

    Mezzelfo | Bardo | 5 | LN | Scheda | DICEROOM
    Quando stava per indossare la sua maschera più drammatica e portatrice di ricordi cupi e dolorosi, il mago lo fermò e gli rivolse le parole più inaspettate. Gli disse che non doveva fingere di essere forte, e si chiese, forse per la prima volta in tutta la sua vita, se lui lstesse fingendo davvero. Il suo motto, d'altronde, era "dire la verità per mentire, mentire per dire la verità", una scusa che dava a sè stesso pur di non ammettere che si rifugiava in mille personalità solo perchè non sapeva affatto chi era, perchè stava costruendo la sua identità da poco tempo, e per giustificare la sua ossessione.
    Fered non prestava mai davvero attenzione alle sue emozioni, pur sentendole più intensamente di ciò che dava a vedere, si concentrava invece su quelle di chi aveva intorno. Eppure, si ritrovava ad aver tralasciato dettagli nelle emozioni di Thalion. La sua indagine sui cuori più macchiati di nero con lui era fallita, e il fatto che volesse bene a quel ragazzo peggiorava la situazione. Asran lo metteva di fronte al fatto che sì, si sentiva ferito. Ferito da quel mondo che continuava a dimostrarsi sbagliato anche quando non era sotto i suoi occhi. E lui cosa voleva fare? Cambiarlo? Come il sognatore mezzelfo dagli occhi cremisi che aveva davanti? No, lui voleva solo tenere sotto controllo, perchè aveva paura della verità che tanto idolatrava.

    Eppure, lui era davvero forte. La sua delusione sarebbe sparita in qualche racconto scritto e portato in scena da lui stesso, e... si sarebbe sentito meglio a donarlo al mondo. Era sempre così.
    In quel momento, avere vicino uno sconosciuto dal cuore d'oro... lo riportò a quella forza, invece che alla sconsolata solitudine. ”Hai le spalle coperte, Detective.”
    Fered sbuffò un sorriso da sotto il suo cappello, dopo averlo guardato intensamente negli occhi. Pensava che avrebbe opposto resistenza, e invece lui era pronto a far visita all'attore, e lui era invece quello più coinvolto. "Non preoccuparti, mio assistente, ho affrontato verità peggiori." e ritornò a scherzare davvero, stavolta, con il suo tono provocante. "Però... grazie." e non ebbe vergogna di dirlo.

    Così, si incamminarono verso la città, dopo che ebbero la cura di sciogliere quel macabro cappio e farlo cadere nel pozzo a cui apparteneva. Ormai si stava facendo sera, e le strade erano ancora affollate per via della fiera, dimentiche già del delitto di qualche ora prima. La carovana dello spettacolo era ancora lì, silenziosa, per quanto silenziosi e calmi potessero essere degli attori. Entrando dalla stessa tenda da cui erano usciti con gli indizi in mano, trovarono Thalion, intento a pulire e rimettere in ordine i costumi. Per un attimo, un solo attimo, Fered semplicemente lo guardò, come a voler trovare un vago senso di colpa nei suoi occhi, e lui ricambiò lo sguardo.
    Sorrise con amarezza, lasciando di fare quello che stava facendo. "Sei davvero un bravo investigatore, Fered... Mi hai scoperto." e non lo disse con l'espressione malvagia di un assassino, quanto più quella di un uomo rassegnato al suo destino. Era consapevole, eppure quello che aveva mostrato di essere era vero. Continuava a stare con la testa bassa, gli atteggiamenti remissivi e timidi.
    HP 32/32
    CA 14
    Tpc - (danni -)

    Mischia Stocco +5 (1d6)
    Distanza


    Equipaggiamento
    0 MP | 5.735 MO | 9 MA | 0 MR



    Capacità
    Esibizione Bardica 14/16 round
    Affascinare CD 16
    Controcanto
    Distrazione
    Lavoro di Squadra Accurato (+2)
    Ispirare Competenza (+2)

    Incantesimi
    Lv 0| 4/4 Lv 1| 0/3 Lv 2 | 0/0 Lv 3

  8. .

    Aurora Fendrel

    Umana Iboitha | Predatore | 5 | LB | Scheda | DICEROOM
    Beh in realtà neanche mi paga o mi offre la stanza, mi sta solo facendo esibire perché mi piace e gliel'ho chiesto.
    Aurora si ritrovò ad esprimere del dispiacere con il suo volto. "Aw... per quanto io ammiri la vostra passione, credo sia terribilmente ingiusto che un bardo così bravo non venga neppure pagato. Dovreste pretendere di più, in modo da guadagnarvi da vivere e continuare a suonare con la pancia piena!" e sorrise, perchè la verità era che aveva assaporato fin troppo presto cosa significasse la povertà. Certo, non stava così meglio prima di rimanere orfana, eppure sentirne il peso sulle spalle come un qualsiasi adulto avrebbe fatto al posto suo la rendeva più responsabile e realista di una normale sedicenne.

    In ogni caso, Remì accettà di buon grado di superare i convenevoli e darle del tu, così poteva mostrarsi cortese e allegra anche lei, senza cadere in riverenze automatiche anche se non necessarie. "Andrà bene il cantarmela... Purtroppo non so leggere la musica, e non credo che avrei mai l'occasione di imparare. Tu da quando suoni?" chiese, curiosa di come fosse nata quella passione, e intanto avanzavano per i ponti, facendo attenzione a non cadere con un peso morto su di loro e scendendo sempre di più, verso i villaggi ai piani più inferiori della città, dove i lampioni illuminavano strade più vuote e i mormorii del centro città si affievolivano.
    "Concordo, sai? La mia sorella minore canta sempre canzoni molto belle per placare gli animi dei nostri fratelli più piccoli e farli dormire." e sorrise, pensando a Beth e alle sue ninne nanne.

    É tuo padre? Tuo fratello? Si caccia spesso nei guai?
    A quella domanda, si girò verso di lui con un'espressione un po' ebete. "Un mio compagno di gilda... e in realtà non così spesso. Solo ultimamente. Credo sia perchè è stato lasciato dalla sua ragazza." sussurrò, tentando di non far sentire quelle parole a Beorth, che in tutta risposta si risvegliò dal suo stato comatoso solo per borbottare: "Oh, Lucy..."
    Aurora lanciò uno sguardo al bardo come a dire 'visto?', e rise.
    "Va bene, va bene! Non ti darò una ricompensa, solo la mia gratitudine e la promessa di poterti aiutare in qualsiasi cosa mi potrai chiedere in futuro. Può essere un accordo valido per te?" disse, un po' scherzosa, mentre riascoltava la canzone che alla fine stava davvero fischiettando per il tragitto.
    HP 36/36
    CA 19
    Tpc - (danni -)

    Mischia Spada Lunga +9 (d8+4)
    Distanza Arco Lungo +9 (d8)


    Equipaggiamento
    0 MP | 2.373 MO | 0 MA | 0 MR



    Capacità
    Forma Selvatica 2/2 (5h)


  9. .

    Aurora Fendrel

    Umana Iboitha | Predatore | 5 | LB | Scheda | DICEROOM
    "I-impacciata?" sbottò, ma stringendo le labbra, si ricompose abbastanza presto. Le sue reazioni dovevano essere mature e gentili, le sfide erano sempre occasioni da cui imparare e avrebbe ritenuto anche quella una provocazione del tutto innocua e che non generava assolutamente in lei reazioni immature e infantili. Lei era un'adulta!
    "Guardalo come si vanta. La prossima volta ti batterò, vedrai." disse, sorridendo, ma anche con un'espressione fiera sul volto.
    Alla descrizione del re, invece, ancora non riusciva ad immaginarsi che potesse essere "pronto ad uno scontro" con chiunque. Davvero avrebbe combattuto con un giovane cavaliere del tempio alle prime armi? E perché? Lui aveva affrontato ben più pericolose creature! E Aurora lo ammirava così tanto!

    Seguendo Arthur, arrivarono finalmente in biblioteca. Si chiese se in effetti servissero dei libri per imparare a combattere, in quanto lei avrebbe ritenuto molto meglio fare pratica, o cogliere insegnamenti nelle dimostrazioni di chi ne sapeva più di lei, come aveva fatto poco prima con quei ragazzi.
    Eppure, una biblioteca c'era davvero in quel tempio, e lei, scrutando a fondo in ogni angolo, non poté non notare gli enormi scaffali pieni di miti sul suo semidio, che contrariamente a come lo immaginava la cacciatrice, era piuttosto egocentrico. "Oh, guarda! Ci sono libri dei racconti su Drakar Ny'lor!"
    Lei conosceva già le imprese che narravano, ma non sapeva i dettagli, e reagì semplicemente d'istinto afferrando uno dei tanti tomi e iniziando a sfogliarlo.

    Ogni tanto esordiva con nuove scoperte.
    "Qui dice che è alto nove metri! È vero?" domandava piena di curiosità, poiché lei, comunque, non lo aveva mai visto di persona.
    Oppure. "Incredibile, dice che ha un'aura di luce tutta intorno, avevo anche sentito che fosse per via del suo sorriso smagliante! Allora è proprio un dio..."
    E infine. "Ha sollevato un'intera città con una mano sola?! Arthur, sei sicuro di essere vivo dopo essere stato defenestrato?" chiese, la innocente ammiratrice.
    HP 36/36 (25 NL)
    CA 19

    Mischia Spada Lunga +9 (d8+4)
    Distanza Arco Lungo +9 (d8)


    Equipaggiamento
    0 MP | 2.373 MO | 0 MA | 0 MR



    Capacità
    Forma Selvatica 2/2 (5h)


  10. .

    Ailis Krasinier

    U. Iboithi | Morfico Verdeggiante | 9 | NN | Scheda | DICEROOM
    Ailis vide la groppa del grifone abbassarsi alla sua altezza, le sue possenti ali stringersi solo per dirle che si sarebbero spiegate solo per lei, se lo avesse voluto. E quella frase.
    Questo è il mio dono per te. Per quella bambina che stava nascosta nel giardino, quando io servivo tuo padre come scudiero. Un dono che posso fare solo a te.
    Non si chiese perché il maestro lo stava facendo. Non si chiese più perché celava con tanto mistero il motivo reale per cui fossero uguali. Lo vide nel suo sguardo da guerriero, che quello non era un semplice dono. E nella realizzazione di essere stata ammirata, descritta da quegli occhi come una bambina innocente e speciale, quando allora tutti non facevano altro che crederla maledetta, imperfetta, muta, e inutile, tanto che si auguravano morisse, comprese cosa intendeva.
    Era il suo cuore. Ciò che lo rendeva diverso era il suo cuore.

    Adesso, quello di Ailis batteva, mentre tornava di nuovo al destriero colmo di fierezza e rassicurazione. Poteva davvero volare? E se fosse caduta? Se fosse stato spaventoso? Non era mai nemmeno stato un suo desiderio, e si sentiva una bambina a far brillare i suoi occhi così intensamente, per una cosa così banale. Eppure, non era banale affatto: quando avrebbe avuto un'occasione del genere?
    In quel momento, pensò che lei non aveva mai davvero vissuto. Che si era sempre protetta fin troppo, che ogni cosa che faceva fungeva da protezione, e che un giorno si sarebbe trovata di fronte ad una sfida più grande, e guardando indietro non avrebbe trovato il modo di affrontarla. Perché lei guardava solamente. Come guardava il cielo invece di raggiungerlo.

    Con timidezza, ma si avvicinò alla bestia, e lasciando il suo spadone lì a terra, salì sul suo dorso. Strinse le briglie, assaporando con le mani quanto fosse morbido e dorato il suo manto.
    Poi, fu un attimo: Bastion si levò in volo. Il vento le scompigliava la treccia, a dandogli così velocemente contro che dovette chiudere gli occhi, aggrapparsi al collo della creatura per non sfuggire alla sua presa. Un momento così adrenalinico che per un attimo pensò che non sarebbe sopravvissuta, e invece... il silenzio la avvolse in un abbraccio.
    Lentamente, schiuse le palpebre, e davanti a lei si aprì una distesa di nuvole infinita. Nessun rumore, neppure il canto degli alberi la raggiungeva e se alzava il viso, le stelle risultavano più chiare che mai.

    In quel momento, ebbe un pensiero.
    Se esisteva ancora una persona in grado di regalarle qualcosa di così meraviglioso in quel regno, forse... poteva trovare il suo posto. Anzi, no. Forse non c'entrava. Forse quello che davvero comprendeva adesso era il fatto che non importava dove fosse, con chi fosse, per quale causa combattesse. Lei era viva, e questo contava più di ogni altra cosa.
    Tutti coloro che la circondavano pensavano ai pettegolezzi, ai fronzoli, agli intrighi, alle guerre, ai vestiti, ma lei... lei era diversa, e avrebbe dovuto ringraziare solo la natura per quello. Una natura che adesso si rivelava a lei in un così splendido modo.
    Non doveva odiarsi, come faceva suo padre, come faceva sua nonna. Lei era unica, e andava bene così.
    Le lacrime rigarono il suo viso, mentre accarezzava Bastion. E faceva freddo lì, ma non le importava: era la prima volta che si sentiva così a suo agio, pur essendo sola. Non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo.

    Quando disse al grifone di scendere giù, lo fece con rammarico, ed erano già passati una manciata di minuti. Stavolta, guardò tutto il paesaggio trasformarsi, ingrandirsi sempre di più, e lo fece col sorriso.
    Cercò il cavaliere con gli occhi, e non appena fu a terra, non aspettò che la aiutasse a scendere, ma piuttosto, si gettò sulle sue spalle, abbracciandolo. "Grazie, maestro."
    Lo sapeva, che non era un comportamento da soldato. Era proprio ciò che voleva dimostrare, che lei non era solo quello, e che avrebbe seguito le sue parole, le avrebbe custodite, così come custodiva l'immagine lucente delle lune che le aveva mostrato. Si sarebbe concessa quel piccolo contatto, prima di tornare ad essere la solita determinata Ailisewin.

    HP 98/98 RD 1/- contro attacchi di tipo Terra
    CA 21
    Tpc


    Mischia
    Artigli +12/+4 (1d4+9)
    Spadone +12/+4 (2d6+10)
    Lancia +9/+4 (1d8+10)
    Distanza
    Lancia +12 (1d8)


    Equipaggiamento
    0 MP | 2.950 MO | 8 MA | 0 MR

    - 3 razioni da viaggio



    Capacità
    Forma Vegetale I round 0/8
    Parlare con le Piante (2/giorno)

  11. .

    Ailis Krasinier

    U. Iboithi | Morfico Verdeggiante | 8 | NN | Scheda | DICEROOM
    Amelie era davvero la dama perfetta, in grado di alleggerire l'atmosfera con la sua cordialità, perfino di placare gli sguardi della giovane guerriera con quei sorrisi trattenuti.
    Compiacendo i due fratelli, li aveva complimentati entrambi, ma per fortuna non lasciò che il minore recitasse una delle sue poesie, mettendosi in ridicolo. Forse lo avrebbe fatto lo stesso, se non fosse stato per la domanda che aveva rivolto alla sua amica, nel tentativo di includerla.
    Cosa cercava in un marito? Lei non cercava marito, ma tenendo lo sguardo basso, come per fingere di essere remissiva, non esitò un attimo a dire: "La modestia. E l'educazione di guardarmi almeno in faccia."
    Era stata aspra? Forse, ma il suo tono di voce naturalmente dolce non l'avrebbe mostrato. E forse sua nonna non sarebbe stata contenta di sentire le voci su un'ennesima brutta figura di sua nipote. Lei non era la signorina de la Roche, però.
    HP 83/83 RD 1/- contro attacchi di tipo Terra
    CA 21
    Tpc

    Mischia
    Artigli +11/+3 (1d4+9)
    Spadone +11/+3 (2d6+10)
    Lancia +8/+3 (1d8+10)
    Distanza
    Lancia +11 (1d8)


    Equipaggiamento
    0 MP | 22.192 MO | 8 MA | 0 MR

    - 3 razioni da viaggio



    Capacità
    Forma Vegetale I round 0/8
    Parlare con le Piante (2/giorno)

  12. .

    pandora


    SHILA EL'ENDIR | BARDO | 2 | SCHEDA

    Non ebbe nemmeno il tempo di prenderla a braccetto, che scherzò su quanto fosse tesa. Come la corda di un violino, aveva detto, e non poteva darle torto ma sperava sempre che la gente non si accorgesse di quel suo lato poco composto, poco agiato, elegante. Si prometteva sempre di esserlo, poiché era la sua immagina da artista. Una conchiglia in grado di sprigionare qualsiasi emozione, colei che saliva sul palco non dando alcuna aspettativa se non per la sua naturale bellezza, e poi incantava e catturava gli occhi di chiunque.
    Non si aspettava che l'amica però la prendesse dalle spalle, inducendola a respirare - cosa che Shila fece senza pensarci, in automatico, seguendo i movimenti di lei - e annuì alle sue parole.
    E quando pose uno scialle di velo sulle sue spalle per coprire la scollatura asserendo che sarebbe stata più seducente e più protetta al tempo stesso, indugiò un istante in più nel suo sguardo, sorridendo lievemente. Non ebbe davvero il tempo di pensarci con tutta l'ansia che le inondava il cuore, ma era davvero fortunata ad avere Lune al suo fianco. Chi avrebbe sopportato e supportato sempre quella parte di sé?

    Era vero. Era tutto finto. Non c'era nulla da temere. Perciò, si calmò, cercando di dimenticare gli oggetti e i sacchetti pieni di sale che aveva portato nella sua borsa.
    Proprio quando si convinceva di non aver paura, però, un enorme grifone comparve di fronte a loro e la spinse a cercare di evitarlo con uno scatto. Quasi avrebbe tirato via anche la compagna, ma non ci riuscì e si ritrovò ad emettere un urlo poco stridulo, ma che attirava comunque l'attenzione. "Lo sapevo. Lo sapevo, Lune, è solo l'inizio. È solo l'iniz-" aveva iniziato a borbottare fra sé, con la testa fra le mani, prima di vedere che l'animale stava effettivamente... salutando Lune, e non solo, si prendeva le sue coccole.

    "Vieni cara, non avere paura. Lui è un mio vecchio amico e a quanto pare ha portato qui un altra mia carissima conoscenza."
    Sorpresa, osservò prima Bastion, e poi alzò lo sguardo verso il cavaliere che lo accompagnava, insieme ad un carinissimo bambino. Si schiarì la voce, lasciando che i due si salutassero, cercando di capire come rimediare alla sua brutta figura. Non ebbe l'occasione di vedere lo sguardo dell'amica e indovinare chi fosse per lei, che emozioni le suscitasse quell'incontro, ma pensò vagamente per la sua lunga esperienza di vita, che non fossero semplicemente amici. E forse lo notò più dallo sguardo di Florian, che da altro. "Mi dispiace per la mia reazione, non ho mai visto una creatura tanto grande. Il mio nome è Shila El'endir, sono una cantante." e porse la mano all'uomo, presentandosi con cordialità e ritornando al suo solito stoicismo.


    Myrak | Iracondo | 5 | SCHEDA

    Lei, ovviamente, non lo riconobbe, fin troppo camuffato dalla sua maschera bestiale. Era proprio quella la ragione per cui spesso indossava copricapi intimidatori e si aggirava per le città alle pendici delle sue montagne. Tutti lo avrebbero visto, ma nessuno lo avrebbe disturbato. Era l'unica usanza tribale umana che aveva adottato nel tempo, da quando era entrato a farne parte. Quell'odore di stagno e di rana, però, per lui era inconfondibile. L'elfo non conosceva nessun altro in grado di parlare a quella maniera, così sconnessamente, con un comune talmente rigido e sbagliato da ricordargli sé stesso quando ancora appena aveva iniziato a parlare.
    Non avrebbe mai parlato con nessuno a quella festa tanto stramba e di cui ancora non comprendeva il motivo, ma Dot gli si era presentata davanti con quel "boo!" e non era certo che fosse un modo per spaventarlo. Un'altra strana reazione della druida, esattamente come al loro primo incontro: invece di trovare orribile lui, cercava di farlo strisciare via dalla paura?

    Rimase impassibile, per poi rivelare finalmente la sua identità. "Sono Myrak." e per qualche motivo, la stizza e il disprezzo per quella situazione svanì un poco dalla sua voce.
    Non ebbero neppure il tempo di ricordarsi l'uno dell'altro che uno strano zombie con lo stesso suono che emetteva Dot - ma era vero? - li richiamò a lavorare anche dentro quella casa stregata. Irritato dal continuo malinteso per cui lui veniva scambiato per un'attrazione anche dagli stessi organizzatori, ringhiò. Fu per forza trascinato dentro, però, e il suo sguardo andò a Dot. Perché voleva spaventare la gente? E poi cosa avrebbe dovuto fare con quel telo sulla testa? Lui non capiva neppure da cosa fosse vestita.
    "Posso darli a te i miei magari?"
    Myrak aggrottò le sopracciglia, che nessuno poté ammirare sotto quella maschera. "No." Eppure anche lui aveva lo stesso dubbio: dovevano mangiare davvero dei cervelli?

    E per quanto si ridicesse fra i pensieri che avrebbe abbandonato quel posto senza darne conto a nessuno... non voleva lasciare sola la sua amica. Oh, già! Erano amici! Nemmeno ci pensò al loro piccolo legame con tutta quella marmaglia a raggiungere la casa stregata e a spingerlo sempre di più in quella situazione.
    Imprecò fra sé e sé. "Che cazzo ne so io come si spaventa?" ringhiò, con ben poca dolcezza, mentre la conduceva a nascondersi fra i teli della casa.


    ⊳ Eventuali note


    Shila interagisce con Lune e Florian -Cappuccino- .:Revenant:.
    Myrak interagisce con Dot
  13. .

    Nyves Evereye

    Elfa Errante | Stregone 4° | Discepolo dei Draghi 4° | CB | Scheda | Diceroom
    «Questa casa... Mi fa sentire male»
    Era assolutamente raro che il mezzo drago esprimesse così direttamente i suoi sentimenti. Tanto che la strega rimase semplicemente a fissarlo, con quel viso illuminato solo dalla luna e dalle scaglie che ne riflettevano la luce. Semplicemente, si mise ad ascoltarlo, come se attendesse che si aprisse finalmente a lei. Lui però disse solo che era tutto perfetto. E non era sicura di aver capito cosa intendesse, ma si ritrovò in quello sguardo vuoto. Lo aveva visto così tante volte specchiandosi, sotto la frangetta sbarazzina, che non poté non ricordarlo e immedesimarsi in quel sentimento.

    Per la prima volta, non era forte. Lo vedeva fragile, spogliato delle sue corazze, e lei che in quel momento aveva fatto lo stesso, che si sentiva sola e senza meta, non ebbe il coraggio di consolarlo, ma lo aveva sentito anche lei... Balerion le faceva venire in mente la giovane sé. Quella casa le faceva venire in mente sua madre, suo padre, i suoi fratelli. Suo nonno.
    Le faceva venire in mente il tempo in cui aveva conosciuto solo la vendetta, perché si sentiva un mostro e non aveva un posto da chiamare casa.
    Gli occhi le si fecero lucidi. "Mi dispiace... Vorrei dirti che la canzone ha ragione, dirti che ce la faremo e che dopo tutte le difficoltà che abbiamo passato, qualunque esse siano, troveremo finalmente una casa, ma..."

    Le lacrime iniziarono a rigare il viso di Nyves senza che potesse controllarle. Era matura abbastanza da sapere che anche la tristezza aveva le sue ragioni di esistere. Eppure, mostrare quella sua parte così diversa dalla sua costante allegria, la metteva in imbarazzo. "... ho paura." rivelò. "Sembra che tutte le scelte sbagliate che ho fatto stiano ritornando a perseguitarmi... e..." si fermò, non riuscendo neppure a respirare fra i singhiozzi. Forse non sapeva nemmeno quello che voleva dire, e non sapeva nemmeno se Antarr la stesse ascoltando, ma la verità era che aveva paura di ritornare ad essere sola. A dirsi che doveva restare sola, come forse anche lui stava pensando.
    HP 31/49
    CA 15 Res 5 (acido)
    Tpc (danni )


    Mischia Spada Lunga +8 (19-20/x2) (1d8+3)
    Artigli +9 (1d6+3)
    Morso +8 (1d6+3)
    Soffio (cono 9m, 6d6, CD 19 rifl dimezza)
    Distanza Balestra Leggera +7 (1d8)
    Equipaggiamento
    0 MP| 18.100 MO| 9 MA| 0 MR

    » Spada Lunga (15 mo, 2 kg)
    » Balestra Leggera (35 mo, 2 kg)
    Quadrelli (6/10; 1 mo, 1,5 kg)
    » Piuma Incantata (frusta)
    » Kit da Stregone (8 mo, 9,5 kg)
    Acciarino
    Pietra focaia
    Kit da rancio
    Due otri
    Borsa da cintura
    Giaciglio
    Pentola di ferro
    Razioni da viaggio (per 3 giorni)
    Sapone
    Torce (10)
    Zaino

    » Dadi Truccati Medi

    » Piuma Incantata (frusta)
    » Bacchetta di Stretta Folgorante (10 cariche)
    » Frammento di Globo

    Capacità

    Incantesimi
    Lv 0 | 3/8 Lv 1| 6/8 Lv 2| 0/5 Lv 3
  14. .

    Myrak

    Elfo Selvaggio | Iracondo di Stirpe | 4 | NN | Scheda | DICEROOM
    Quando chiese di Prjn, non riuscì a rispondere. La rabbia sembrava essere smussata da una vaga tristezza sul suo volto, mentre ancora fissava le ranocchie in quello stagno quasi magico per come fosse in grado di non ghiacciarsi a quella temperatura. Forse aveva davvero qualcuno a proteggerlo, e chissà, forse era proprio Myrak, che badava alla creature della natura più di quanto non facesse con sé stesso.
    Non poteva dire a Dot di essere stato un amico orribile, di averla lasciata andare. Non riusciva a dirlo neppure a sé stesso, e non voleva che la druida provasse la stessa delusione nei suoi confronti. Si vergognava di sé stesso, e neppure se ne rendeva conto di quella sua strana insicurezza.

    Eppure, la ragazza dai capelli verdi continuava a sorprenderlo.

    "Amico di Dot regalato questo miele ma è stata natura ad averlo prodotto per portarlo a me. Ed ora cosa giusta condividerlo con te, così essere un po' più vicino a tua nuova famiglia."

    Nuova... famiglia? Come Gildir, lo stava accogliendo senza conoscerlo davvero, e forse anche lei lo avrebbe tradito prima o poi. Eppure, a quella frase, l'espressione dell'elfo selvaggio si rilassò del tutto. Non era neppure sicuro di poter essere accolto nella natura dopo tutto ciò che aveva sacrificato per suo fratello non di sangue, e invece lei, così strana, gli ricordava che non era solo. E che lei poteva essere sua amica, che invece se lo meritava.
    Non era completamente sicuro di quello che stava succedendo, ma... prese quel miele e ne assaggiò un po', con le mani, come una bestia. Era davvero dolce. Non aveva mai mangiato niente di più dolce.

    Così decise che doveva ricambiare quel regalo, anche se le aveva già dato un tesoro. Con naturalezza e nel silenzio più assoluto, prese un fiore da sotto la neve - crescevano solo lì quei fiori speciali - e glielo mise fra i capelli. "Fiori sono bel dono per una ragazza."
    HP 39/39
    CA 15, contatto: 11 RE (freddo): 15
    Tpc - (danni -)

    Mischia
    Ascia Bipenne +9 (1d12+7)
    Ascia Bipenne Ira +11 (1d12+9)
    Distanza


    Equipaggiamento
    0 MP | 3.161 MO | 0 MA | 0 MR

    » Bussola
    » Bacchetta di Bolla d'Aria (50 cariche)



    Capacità
    Ira 12/12
    Colpi Elementali azione veloce, 1d6 danni da freddo 3/giorno

    Incantesimi
    2/2 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3

  15. .

    Fanyare

    Elfo Nobile | Oracolo | 7 | NN/M | Scheda | DICEROOM
    Un bel momento. Erano parole diverse da quelle che si aspettava da uno come lui, e la fecero sorridere nascostamente. La sua attenzione, però, era già tutta verso il libro. In realtà, ricordava ancora la prima volta che aveva visitato quella biblioteca, quando si era fiondata sulla conoscenza di libri viola e rilegati d'oro, con le copertine di cuoio e la polvere a sovrastare il profumo della carta. Un luogo pieno di follie è malvagità... i suoi occhi scintillavano come quelli di una bambina. E persino il libro fantasma riuscì ad attrarla. Chissà chi lo aveva creato. Era stata una magnifica idea.
    "Untavor, ricerca. Rotelle che si incastrano, pagine che si strappano."
    La carta vuota di parole, completamente bianco avorio, sembrò respirare per diversi attimi. Poi, delle scritte iniziarono a disegnarsi, alla rinfusa, e si cancellavano subito dopo. "Il libro fantasma Untavor non conosce, ma se è città fantasma, può aiutare."

    Intervenne l'oracolo. "Cosa sai delle città fantasma?"
    Sfogliò di nuovo le sue pagine. Sembrava il modo in cui preparava le sue risposte caotiche e apparentemente prive di senso. Come tutto in quel tempio.
    "Infestazioni infestano. Che bravo! Spiriti nascono da rancori non risolti in vita, e perseguitano chi può risolvere. Fantasmi, invece, sono anime risorte e creano tante altre mille infestazioni intorno a loro, come casa di un fantasma dalle camere insaguinate. Città fantasma va incontro a grosso dolore, dolore tanto grande quanto la città, e le anime rimangono intrappolate per via di grosso dolore non superato. Magnifico!" Sembrò ridere di nuovo. "A volte, non sanno di essere morti, e qualcun altro li controlla. Altre volte, rimangono lì per ricordare a tutti grande torto ricevuto, e solo oggetto o atto simbolico può liberarli. Che spreco!"

    HP 42/42
    CA 16
    Tpc - (danni -)

    Mischia Morning Star +6 (1d8+1)
    Distanza


    Equipaggiamento
    0 MP| 16.748 MO| 0 MA| 0 MR



    Capacità
    Stella Guida
    Vuoto Interstellare 7d6, TS Tempra dimezza
    Sogno come Capacità Magica 1/giorno

    Poteri della Disciplina
    Metà Oscura +2 ai Tiri Salvezza su Volontà, immune agli effetti di paura, +2 Danno da Sanguinamento per ogni incantesimo di danno 10/10 round
    Forma Morfica RD 5

    Incantesimi
    Lv 0 | 7/7 Lv 1| 7/7 Lv 2| 5/5 Lv 3

47 replies since 10/5/2016
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