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  1. .

    Radu Hudson

    Vampiro | Iracondo di Stirpe | 10 | M/L | Scheda | DICEROOM
    Il ragazzo non poté che ascoltare le parole delle due donne, tanto entusiaste all’idea d’un ballo. Rosmary non faceva altro che alimentare quella parte civettuola che Lysa aveva in sé, volente o nolente e quando ricevettero il suo perentorio “No”, La vampira ebbe un attimo da lamentarsi. Si, il ragazzo ricordava perfettamente il ballo che avevano condiviso nella sala del castello Diroccato. Si ricordava perfettamente ogni passo e quello che s’era detti.
    Era un loro momento, privato, ma poteva capire perché Lysariam desiderasse tanto provarne uno vero.
    Era una donna, ma soprattutto si voleva sentire apprezzata e mettere in mostra quelle grazie che nessuno, fuorché il rosso, aveva mai visto.

    Lysariam, al contrario di quanto ci si potesse aspettare, senz’armatura era una donna meravigliosa e sicuramente attraente.
    Non una principessa nel più classico dei modi… ma sicuramente una donna piacente. E Radu ne era in qualche modo geloso. Non voleva mostrare la propria regina al mondo, sentendosi padrone ed unico fruitore di quella bellezza che la Vampira mostrava solo a lui.
    Lysariam, ovviamente, era molto più spesso in armatura e l’aspetto da guerriera sanguinaria faceva passare in secondo piano quello di donna… ma Radu sapeva cosa si celava sotto il metallo incantato.
    Il secondo motivo era prettamente pratico.

    Semplicemente, in un ballo organizzato da dei vampiri, il banchetto e gli invitanti sarebbero la stessa cosa. E sapendo che io voglio uccidere ogni altro vampiro del Gilthoniel, non aspettarti balli troppo presto, Lysariam.
    Era prettamente un discorso utilitarista. Doveva prima… assestare il suo potere su quella terra.

    Ne discuteremo nell’eventualità il marchese non accettasse il nostro invito. Ma credo che con la buona parola di Sirja non ci saranno questi problemi. Accennò alla compagna, come per farle capire che non era disposto a muoversi per incontrare il marchese. Nonostante Radu fosse da poco diventato vampiro, s’elevava sopra gli altri in ogni caso e non voleva scendere a compromessi, a meno che non fosse stato strettamente necessario, ma la sua maschera cadde un attimo quando Lysa gli fece quell’offerta, davanti a tutti e quasi senza pudore.
    C’era sua madre, sua sorella… sembrava il caso alla donna di esporsi così tanto. Il viso del vampiro perse per un singolo istante la sua calma dura e mostrò imbarazzo con la voce e con lo sguardo. No. Io… ti attenderò nel corridoio. Avremmo… tempo per discutere delle nostre cose nelle nostre camere.

    Lysariam era fatta così, lo spiazzava in continuazione, con proposte che per lei sembravano normali ma che a lui provocavano solo un grande imbarazzo.
    Ma per un istante, un singolo istante, si chiese come la ragazza potesse stare con uno dei vestiti di Emma Forbes. S’era per caso incastrato da solo concedendo alla vampira d’alloggiare nelle sue stanze, insieme a lui?

    Quando tutti s’allontanarono, Radu potè finalmente rilassarsi e non avere più occhi intorno. Non aveva bisogno di respirare, eppure emise un lungo sospiro, quasi come se si fosse liberato d’un peso. Tutto era al suo posto, tutto era stato messo in ordine… adesso doveva solo aspettare.
    Attendere…ed in quello era il più bravo di tutti.

    Si alzò per ultimo, quando Lysariam ebbe scortato fuori le donne, per avventurarsi nel corridoio. Mentre camminava incrociò due discreti maggiordomi che al suo passaggio fecero un inchino, ma Radu non li guardò nemmeno, superandoli. Che nessuno entri nel corridoio dei Ritratti. Non voglio essere disturbato. Solamente Lady Lysariam può raggiungermi. E che nessuno torca un capello alle nostre ospiti. Spargete la voce. ed ordinato questo, si diresse verso il corridoio.

    Il Luogo era buio ed opulento, con tutti quei ritratti d’illustri vampiri. Un memoriale alla loro vita eterna ed anche un memento mori che non poteva essere dimenticato.
    Tutti dovevano morire… pure loro.
    C’erano tutti, i congiurati, ma Radu non andò avanti fino al dipinto di Mordecai.
    Si fermò, di fronte a quello di Emma. La meravigliosa signora non morta, adesso sconfitta e morta per davvero, del castello che aveva Ereditato.

    Era lì, sembrava guardarlo, con quegli occhi penetranti e quelle labbra perfette. Radu continuava ad osservarla, ma non con desiderio, nemmeno con Astio. Ormai erano lì. Lui morto e lei nient’altro che un ricordo su Tela.




    HP 88/155
    CA 24 (25 Vs Vampiri) RD:2/- ; 10/Argento e Magia - RE:Freddo 10 Elettricità 10
    Difensiva Guarigione Rapida 5
    TpC - (danni -)

    Mischia:+17/+12 Nodachi Affilata Anatema Non Morti Perfetta +1 In Viridium [1d10+4+1 Crit 15-20 x2]
    +16/+11 Guanti Galvanici [1d6 Da Elettricità Crit 20 x2]
    +16/+11 Schianto [1d6+6 + Risucchio D'energia CD Tempra 19]
    Distanza +11/+6 [Con Balestra Pesante] [1d10 Crit 19-20 x2]
    Equipaggiamento
    »Rose [4 Kg, 16.360 MO]
    »Arco Lungo [1,5 Kg, 75 MO] [Nello Zaino]
    »Balestra Pesante [4 Kg, 50 MO]
    »Giacco Di Maglia in Stoffa di Foglia Scura [12,5 kg, 600 MO] [Nello Zaino]
    »Giacco delle Nebbie [12,5 Kg, 2.250 MO]
    »Protezione Per Collo [0,5 Kg, 10 MO]
    »Zainetto Pratico [2,5 KG, 2.500 MO]
    »Kit Da Sterminatore di Vampiri [4 kg, 500 MO] [Nello Zaino]
    »20 Quadrelli SpaccaCuore [250 Mo x4; 6 Kg]
    »4 Bagliore Argenteo [1000 MO,//]
    »Kit Da Iracondo di Stirpe [13,5 Kg 9 Mo][Nello Zaino]
    »Guanti Galvanici [1882 MO, 1 Kg]
    »Bacchetta Infliggi Ferite Leggere Liv 2 [Dono Di Emma-50 Cariche]

    0 MP | 951 MO | 0 MA | 0 MR


    Capacità
    Ira di Sangue:23/23 al giorno
    Potere D'Ira:Totem Spirituale Inferiore: A Volontà in Ira
    Potere D'Ira:Totem Spirituale: A Volontà In Ira.
    Individuazione dei Non Morti:3/3 Al giorno
    Dominare [Liv Inc 12]: A Volontà
    Guarigione Rapida 5
    0/0 Lv 0| 4/4 Lv 1| 2/2 Lv 2 | 2/2 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.Ingrandire Persone , Urlo Spacca Timpani , Mani Brucianti; Tocco Gelido; Congelamento
    2.Raggio Rovente, Vedere Invisibilità, Forza Del Toro; Vita Falsata
    3.Biografia di Sangue, Dardi D'Argento








    Rosmary Hudson

    Dhampir | Intrepido | 8 | C/B | Scheda | DICEROOM
    Lysariam era tremendamente emozionata e quasi non stava più nella pelle anche solo all’idea dell’organizzazione d’un ballo.
    Anche a Rosy sarebbe piaciuto, ma il perentorio “No” di Radu fece sbuffare la rossa, che non fece altro che sospirare.
    Lascia stare, Lysariam. E’ noioso di natura. Un guastafeste quando era vivo… figuriamoci ora che è morto. Scherzò lei, osservando la vampira.

    Tuttavia poteva capire le paure di Radu. Non voleva che il suo clan si mettesse in pericolo e per permettere la cosa avrebbe dovuto fare sacrifici. Poi mi dovrai raccontare meglio questa storia del ballo, mia cara. E’ raro che LUI insegni qualcosa qualcuno, figuriamoci a ballare. Anche se tra i due, devo informarti, sono molto più abile io.

    Finalmente, tuttavia, furono congedate e da Radu e ci pensò Lysariam ad occuparsi di loro. O meglio, a cercare qualcuno che lo facesse.
    Sorrise maliziosa quando l’offerta di Lysa vene rifiutata da un imbarazzato Radu. Era difficile immaginarselo in atteggiamento intimo con qualcuno, lasciarsi andare in gesti d’affetto come baci e carezze.
    Chissà che coppia formavano, fuori dal combattimento. Che tipo di rapporto c’era tra loro quando erano soli.

    Ma alla fine non era davvero un suo problema, una sua preoccupazione.
    La sua era invece Sirja che, finalmente, poteva stringere tra le braccia. Fu infatti proprio nel corridoio che Sirja fece qualcosa che Rosmary non s’aspettava. Non così, ma che le fece accendere nuovamente il fuoco nel cuore.

    Stavano camminando, dirette in quella che era la loro stanza, preparata per loro e fu proprio in quel momento che la mora gli disse d’essere… felice. Quella felicità a cui Rosmary anelava più d’ogni altra cosa. Il suo obbiettivo, da quando s’erano conosciute, era sentire quella parola, quella sensazione, provenire da lei.
    Dal suo cuore.
    Voleva proteggerla da ogni cosa orribile del mondo, voleva riuscire a far tornare il sorriso su quelle labbra e c’era riuscita.
    Anche io sono felice. Qui. Con te. le confessò , con spontanea dolcezza. Ma fu quando la costrinse a bloccarsi, dopo quel pigolio, che Rosy si ritrovò le labbra della mora sulle sue. Fu un bacio inaspettato ma meraviglioso, che ricambiò quasi subito. Quei contatti per lei era afrodisiaci, la facevano sentire viva come non mai. Continuò a sostenerla, a tenerla stretta a sé, tuttavia cambiando modo in cui lo stava facendo.
    Nonostante la debolezza di Sirja, il suo sapore era lo stesso, le emozioni che le faceva provare… anche.

    Istintivamente, Rosmary trasformò per un istante quel bacio in qualcosa di più passionale, ma si ricordò presto delle condizioni dell’amata e dovette ritirarsi, per il momento. Hai fatto benissimo… a fare questo, amore mio. le disse, con un sussurro.
    Potrai raccontarmi tutto… mentre facciamo il bagno. Io e te. Da sole. Era certo un invito esplicito, ma Rosmary voleva davvero stare in quella stessa vasca con Sirja, lavarla dallo sporco e dal sangue, prendersi cura di lei. Voleva cullarla ed amarla. Come non aveva mai fatto in vita sua.

    Quando, infatti, arrivarono nelle loro stanze, il bagno era già pronto, ma non c’era traccia di servitori. Rapidi e silenziosi, come solo un vampiro poteva essere.
    Rosmary accompagnò dentro l’amata e poi si chiuse la porta alle spalle, prima di portarla vicino al letto, opulento e dall’aspetto meraviglioso. L’ambiente era tetro… ma non importava. La Dhampir fece sedere la compagna, osservando la vasca. Che ne dici? Ci spogliamo e ci immergiamo? Così potrai… raccontarmi tutto… Voleva davvero sapere, ma non riuscì a non sfarfallare le ciglia, con il ricordo di quel bacio sulle labbra dato nel corridoio. L’avrebbe lavata, pulita, ascoltata… amata.




    HP 78/80
    CA 22
    TpC - (danni -)

    Mischia +16 Stocco [1d6+5+7+2 Crit x2 15-20]
    Distanza +13
    Equipaggiamento
    »Uniforme da Soldato [Gratuito, 2,5kg]
    »Stocco perfetto [320 MO, 1 Kg]
    »Giaco di Maglia In Stoffa di Fogliascura [100 MO+750 MO, 6,75 Kg]
    »Bukler in Mithral[5+1000 MO, 2,5 KG]
    0 MP | 2.490 MO | 0 MA | 0 MR


    Capacità
    Vita Affascinante:4/4 al giorno
    Punti Eleganza:7/7
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.
  2. .

    Florian Buchard

    Umano Iboithi| Cavaliere [Cavalca Bestie] | Livello 10 | N/L | Scheda | DICEROOM
    Mentre se ne andava, poté vedere spuntare il conte da dietro la scala, Evidentemente era lì che s’era nascosto. Eppure non si comportò come Florian s’aspettava. Non era accomodante, non era soddisfatto che lui avesse finalmente mollato l’osso. Era… intimidatorio, Serio. Ed in quegli occhi, Florian, il condottiero che mai aveva avuto paura, secondo i racconti, ebbe un brivido lungo la schiena.
    Perché ricordò gli occhi del suo, di padre. Quell’uomo che non gli aveva mai mostrato un briciolo d’affetto. Quell’uomo che voleva sempre di più dai figli, che li aveva messi li uni contro gli altri.
    In quegli occhi, Il biondo rivide Charles, tornato dalla tomba. E non poté che rimanere un attimo fermo, Impossibilitato a rispondere al conte.
    Era un gioco e lui aveva perso. Stava perdendo su tutta la linea. Lui era abituato alle battaglia campali dove l’onore e la fratellanza la facevano da sovrani.
    Ma li… li era tutto diverso e Ranier aveva la spada dalla parte del manico.

    E l’ultima parola era la sua. Forse s’era reso conto di aver molti nemici in quel luogo e per il bene del piano Florian doveva farlo passare. Doveva lasciarlo fare.
    Doveva… Addirittura chiedergli scusa forse. Doveva abbassare la testa, quando un Leone non lo fa mai. E, nonostante fosse scosso dalla situazione, quella paura divenne furia quando vide Ranier togliersi la chiave di tasca ed oltrepassarlo.
    L’aveva sempre avuta lui.
    E molto probabilmente adesso non gli importava nemmeno che Florian lo sapesse. Il Conte aveva vinto quello scontro ed il Duca doveva davvero genuflettersi a lui? Si lasciò oltrepassare, rimanendo immobile. Aveva sostenuto il suo sguardo, certo, ma sapeva che era stato lui a mettere ancora più in pericolo Amelie.
    Era stata esclusivamente colpa sua.

    Le Parole di Friederik gli arrivarono quasi ovattate. Indurle le visioni… ? Ecco cosa vuole. Quel figlio di puttana. No, stavolta non s’era trattenuta, tanta era la rabbia mista al timore che aveva fatto nascere Ranier nel suo cuore.
    Il Rispetto era la moneta di scambio del Nentyr e Ranier lo sapeva. L’unica cosa che faceva rimanere Florian al potere era il rispetto per il suo rango.
    Mise una piede sulle scale, mentre Ranier chiudeva la porta.
    S’è chiuso dentro, con Amelie. La chiave l’aveva lui. Non s’è mai mosso di qui. Disse all’amico, mentre i pugni si stringevano talmente tanto da fargli male.
    Non so cosa vuoi fare e cosa puoi fare adesso. Ma Fallo. Non so ancora per quanto potrò continuare questa pantomima. Non so per quanto ancora potrò resistere prima di mettere quel cane alla gogna. Non è degno d’essere chiamato uomo. Non è degno d’essere chiamato Nentyriano. Non è degno d’essere chiamato Padre.
    La furia del Duca era talmente tanta che straripava, come a tavola, ma era solo e legato da delle strette catene.
    La salvezza di molte persone dipendeva dalla sua capacità di chiudere gli occhi.
    Dipendeva dal fatto… che lui riuscisse ad ingoiare anche quel rospo, in quella spirale di sofferenza senza pari.
    Ma erano anche Catene Fragili che Florian, conscio che la sua amata aveva fatto lo stesso… avrebbe potuto frantumare.
    Ma C’erano troppe cose da perdere. Troppe persone avrebbero sofferto... per le sue scelte.



    HP 131/131
    CA 19
    Tpc - (danni -)

    Scosso

    Mischia:+15/+10 Falchion Affilato Anatema +1 (2d4+1+4)
    +13/+8 Lancia Da Cavaliere (1d8+4)
    Distanza+10/+5
    HP 103/103
    CA 25
    TpC - (danni -)



    Mischia+11 Morso [1d8+7], 2 Artigli [2d6+7]/+10 Sperone [1d8+7]
    Distanza//
    Equipaggiamento
    0 MP | 0 MO | 0 MA | 0 MR

    Capacità
    Sfida 3/3 Giorno
    Tattico
    Stendardo
    Ordine
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

  3. .

    Rosmary Hudson

    Dhampir | Intrepido | 7 | C/B | Scheda | DICEROOM
    Il colpo che dette a Myriana andò a segno, ma lo stocco, arma semplice quanto il metallo con cui era forgiato, faticò a penetrare la carne della strega.
    Il fratello stava raggiungendo il suo obbiettivo, Emma Forbes ma Rosmary stava combattendo una battaglia tutta sua.
    Un combattimento fatto per onorare l’amore quella promessa che aveva fatto a Sirja. Che sarebbero state insieme, ed avrebbero visto il mondo. Non potevano morire quella notte.
    E a Rosy non importava cosa o chi avrebbe dovuto affrontare. Avrebbero visto l’alba insieme. Voleva crederci. Voleva combattere per quello.

    E mentre anche Lysariam raggiungeva la sua avversaria per scaricargli addosso la sua furia, mentre la Erinni scagliava su di lei le sue frecce che non sembravano aver effetto alcuno, La Changeling mise le mani sulle spalle della ragazza.
    Perché Myriana aveva detto quelle cose, dopo essere stata colpita.
    Perché Rosy sentiva tremare Sirja così tanto. Spostò gli occhi verdi su di lei, mentre parlava, sempre con lo stocco alto verso l’avversaria.
    Nonostante tutto non la temeva. Non poteva farsi scappare l’opportunità di liberare Sirja dal gioco e dalla condanna che c’era sulla sua testa.

    Ma poi cominciò a parlare, implorandola di scappare. Che Myriana l’avrebbe protetta e che lei… aveva firmato?
    Rosmary aveva ancora le lacrime agli occhi, mentre la ragazza gli metteva una mano sulla guancia, spaventata.
    Leggeva nei suoi occhi la disperazione e la determinazione di salvarla. Quanto le mancava quel contatto? Quanto aveva fatto pure di sentire di nuovo la sua voce e le sue mani.
    Avrebbe voluto solo baciarla e proteggerla…. Ma rifletté su quello che la ragazza le aveva appena detto. Tu hai fatto cosa?! Esclamò, sgranando gli occhi.
    Aveva firmato un contratto con la figlia di Cornugon per poterle garantire la sicurezza?

    Cosa stai dicendo! Tu Mi ami! Tu Mi amerai, come io amo ed Amerò te! Le chiese disperata, continuando a guardarla negli occhi. Le emozioni che si potevano leggere in quegli smeraldini occhi inumiditi ed arrossati dalle lacrime erano molteplici, ma sicuramente quella che più poteva essere notata era la confusione.
    Non capiva il motivo di quelle frasi, di quell’addio che le stava dando in maniera così diretta, sempre con quella mano sulla guancia.
    E concentrandosi sulle parole di lei non si accorse di quello che stava succedendo dietro di lei.
    Emma si rivolgeva a Radu, adirata, come se fosse l’ultimo degli Hudson, una stirpe che non era riuscita a sterminare.
    Satura di rabbia e furia, la donna parlò della lama e della debolezza della carne.
    Solo che quel discorso venne sentito anche da Myriana… e questo segnò il punto di rottura e l’inizio dell’incubo.

    Le parole di Myriana risvegliarono la Dhampir che ancora aveva le mani della compagna sulla guancia, ma non poté far niente, data la velocità della strega.
    E mentre ancora la mano della donna amata era sulla sua guancia, la lama di Myriana trapassò da parte a parte Sirja.
    Rosmary rimase paralizzata, specchiandosi negli occhi esterrefatti si Sirja. Vedendola spengersi. No… Sussurrò, con un singhiozzo, accompagnando la sua caduta. Sirja! Sirja! Rimani con me! Ti prego!
    E mentre la pozza di sangue s’allargava sotto di Lei, Rosmary le chiedeva di non andarsene, di resistere.
    Amore mio… ti prego! La Implorò, come se potesse fare qualcosa mentre con la mano libera andava a tamponare la ferita ottenendo solo il sangue dell’amata sul palmo, mentre Myriana si voltava, per fronteggiare Lysariam.

    Ci si innamora solo una volta nella vita. E perdere chi si è amato è un dolore indescrivibile. Rosmary si sentì piccola ed impotente mentre quella stella, caduta dal cielo notturno, che illuminava la sua strada si spegneva.
    L’aveva amata, l’aveva scelta.
    E se Radu era la parte di lei da cui non poteva separarsi perché Gemelli… Sirja era quella da cui non si voleva separare.
    Il suo cuore era della Changeling e di lei soltanto.
    Le aveva giurato di proteggerla, di farle vedere tutte le meraviglie del mondo, di amarla finché avrebbe avuto respiro.
    Di starle accanto e di donarle… la libertà. E adesso lei era morta, con solo una carezza ad accompagnare il suo viaggio.
    L’aveva abbandonata. Aveva fallito. E mentre il sangue raggiungeva le sue ginocchia, l’incubo in cui era sprofondata diventava sempre più profondo.

    Non si è mai pronti a dire addio. E Rosy non aveva potuto dire addio nemmeno a Sirja, come aveva fatto con suo padre.
    La poteva proteggere… eppure non l’aveva fatto. Adesso Myriana aveva la lama nera e tutto sembrava perduto in quella notte di tempesta.
    L’ultima notte del casato Hudson.
    Quel sacrificio, quel contratto per aver salva la vita… non gli importava nulla.
    SIRJA! La chiamò un’ultima volta, straziata, mentre Lysariam combatteva la malefica strega.
    Un urlo che veniva da un cuore che sanguinava. A cui era stato strappato il pezzo più importante. A cui era stato strappato l’amore.

    E proprio nell’ora più dura, dopo il sacrificio di Sirja… Rosy decise che la sua vita non aveva più valore. Che non c’era più nulla per cui combattere… se non farla pagare a quella strega maledetta.
    Quella donna che aveva ucciso un anima dolce come Sirja, condannandola ad una sofferenza eterna. Un’anima che non meritava altro che essere amata e che pensava d’essere profondamente sbagliata.
    Aveva ucciso la più bella persona del mondo. Aveva ucciso il suo mondo l’avrebbe pagata.

    Strinse lo stocco, alzandosi di scatto, impugnandolo a due mani e conficcandolo con furia brutale nella spalla di Myriana. La sua forza fu tale che in situazioni normale avrebbe avuto paura di spezzarlo, ma in quel momento avrebbe combattuto anche con una spada rotta.
    Il suo obbiettivo era far cadere la lama dalla mano di Myriana.
    Non sei degna d’impugnare L’ANIMA DI SIRJA. Ringhiò, mostrando i canini appuntiti. Non m’importa più nulla. Non mi importa chi sia tuo padre, quanto tu sia potente, del contratto. Mi importa solo che tu soffra. E se non puoi morire ti ucciderò ancora ed ancora. In eterno. Soffri! SOFFRI COME HA SOFFERTO LEI!
    Non estrasse lo stocco, Conficcandolo ancor più in profondità. La voleva sentire urlare, la voleva piegare. La voleva massacrare.
    E quegli occhi, verdi, sembrarono Rossi quanto quello del fratello.
    Mi hai negato l’amore… Adesso m’è rimasta solo la furia. E tu marcirai tra le fiamme dell’inferno! Avrebbe fatto squadra con Lysariam per uccidere la strega una volta per tutte. E non ci sarebbe stato demone, arconte o vampiro che avrebbe potuto fermarla. Ed avrebbe ucciso. Senza remore questa volta.
    Per lei. Solo per lei.

    Per Sirja.




    HP 28/69
    CA 22 15
    TpCVs Myriana28 (danni //)
    Addestramento negli stocchi[+1/+2]
    Arma Accurata
    Arma Focalizzata
    Fiancheggiamento


    Utilizzo della Gesta "Colpo Mirato" -1 Punto Eleganza. Colpisce Braccio: Oggetto Caduto: Falce Lama Nera
    ll bersaglio non subisce danni dall'attacco, ma lascia cadere un oggetto che ha in mano a scelta dell'intrepido, anche se lo brandisce con due mani. Gli oggetti assicurati a un Guanto d'Arme con Sicura non possono essere scelti.


    Mischia +15 Stocco [1d6+5+7+2 Crit x2 15-20]
    Distanza +12
    Equipaggiamento
    »Uniforme da Soldato [Gratuito, 2,5kg]
    »Stocco perfetto [320 MO, 1 Kg]
    »Giaco di Maglia In Stoffa di Fogliascura [100 MO+750 MO, 6,75 Kg]
    »Bukler in Mithral[5+1000 MO, 2,5 KG]
    0 MP | 2.490 MO | 0 MA | 0 MR


    Capacità
    Vita Affascinante:1/4 al giorno
    Punti Eleganza:3/6
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.


    CITAZIONE
    Risucchio Livelli Presi:2

    Radu Hudson

    Dhampir | Iracondo di Stirpe | 9 | C/N | Scheda | DICEROOM
    E mentre lui stava salendo, Emma era la maschera della Furia più nuda e cruda. Ormai non le importava più di Rosmary, Della Madre. Ormai le importava solo di quello stupido ragazzino che vedeva in lui, debole e costretto alla mortalità per capriccio personale. Non riconosceva il vero potere.
    Non sapeva come sfruttarlo. Radu non disse nulla, ma quell’informazioni creò una serie di reazioni a catena che avrebbero dato una svolta alla notte.
    Una notte che stava virando sempre di più verso l’incubo.
    Radu era pronto a fronteggiare Emma quando un grido ruppe la concentrazione del Dhampir che sembrava voler capire come riuscire ad uccidere la vampira nel minor tempo possibile.

    Quando si voltò, tuttavia, richiamato dall’urlo di Rosy, assistette ad una scena orribile. Sua sorella che s’accasciava a terra e Myriana, con una falce dall’inconfondibile arma oscura.
    Una Lama Nera.
    L’unica cosa che avrebbe potuto condannare Lysariam alla mortalità. L’unica cosa che avrebbe reso la ragazza… Vulnerabile.
    Sirja era stata uccisa proprio da quell’arma ed una nuova Lama Nera era nata in quel maniero. Due armi potentissime.
    Un Pugnale ed una falce. La disperazione della sorella era talmente palpabile che Radu si rese conto che anche con la sua morte… nulla sarebbe cambiato.
    Che in quel momento, Myriana era potente, troppo potente… e che due mortali non poteva fare nulla contro di lei.

    In più la matrona vampira, che stava richiamando a sé l’ultima parte di dominati per schiacciarlo con la superiorità numerica, rimaneva l’avversaria da sconfiggere per lui. La sua battaglia prima di affrontare Myriana.
    Sentiva che quella con Emma sarebbe stata la sua ultima sfida. La fine di quella epopea… eppure quello che era appena successo cambiava le carte in tavola.
    Il dolore della gemella lo raggiungeva, la madre che stava ridendo in maniera sguaiata, soffrendo dentro… la compagna in palese pericolo di morte che attaccava come un mastino infuriato quella donna tanto potente. No… non potevano vincere nemmeno volendo.

    Rosmary aveva perso chi amava, aveva fallito… e nemmeno per colpa sua. Ed in quel sacrificio stupido della ragazza mora, Radu vide l’estremo gesto di proteggere la sorella. Di fare ammenda al fatto di non averla potuta tutelare.
    Non gli importava se erano due donne, non gli importava se sua sorella era petulante. Stava soffrendo. Stava… cercando di raccogliere i cocci della sua vita.
    E lui? Cosa stava facendo? La voleva abbandonare per la sua vendetta. Voleva davvero… chiudere tutto così per quello stupido desidero di rivalsa?
    Era sicuro di lasciare tutto in buone mani, eppure sembrava che il Dhampir dovesse rimanere tra loro.

    E dovette finalmente venire a patti con se stesso. Sapeva come sconfiggere Emma. Come renderla finalmente innocua, ma avrebbe dovuto sputare sul suo onore. Avrebbe dovuto sputare sul giuramento. Avrebbe dovuto sputare nuovamente sulla sua parola. “Non morirò.” Questo aveva ripetuto, per tranquillizzare Rosmary.
    Ma doveva morire davvero. Doveva nuovamente venire a patti con se stesso. Non avrebbe avuto la sua dolce vendetta, non avrebbe potuto umiliare Emma come un semplice umano.
    Ma aveva così tante volte sputato su se stesso che nemmeno si ricordava più quante volte l’avesse fatto.

    Se anche lui fosse diventato un vampiro, quella battaglia sarebbe cambiata nuovamente, in loro favore.
    Avrebbe potuto… Aiutarli.
    Il momento della decisione era giunto. La Vendetta o la Famiglia.
    L’amore o l’orgoglio.
    La vita o La Morte.
    Non poteva più rimandare quella decisione e nuovamente non era stato lui a prenderla, ma era stato costretto a farla.
    Per Proteggere ciò che amo… sono disposto a fare sacrifici.
    E mentre la sorella s’alzava, infilzando Myriana nella spalla, lui si muoveva davanti ad Emma, estraendo nella mano libera la Lama Nera.

    Non ci fu un discorso ad annunciare la sua decisione, non ci fu una risposta alla rossa, ormai vista come un sassolino nella sua scarpa.
    Ucciderla e poi salvare Rosy, sua Madre e Lysariam. Ormai era questa la sua decisione.
    Le Anime che volteggiavano intorno a lui, toccandosi il viso e tirandosi la pelle spettrale non si fermavano ma la donna dai capelli rossi poté notare quella Lama nelle Mani dell’Hudson.
    E pure il taglio che egli s’inferse con la lama sulla guancia.
    Avrebbe accettato la maledizione del Vampirismo. Avrebbe accettato di morire per rinascere come Non morto.
    Avrebbe scelto la morte per permettere alla sorella e alla madre di sopravvivere.

    E mentre la vita abbandonava il corpo, portandolo a diventare ciò che era diventata Lysariam, le anime cominciarono ad urlare e ruggire. Bestemmiavano in lingue umane e parlavano di morte e rovina, mentre il un nuovo signore della notte nasceva, grazie a quella Lama.

    Erano giunti all’atto finale di quell’epopea. Non c’erano buoni e non c’erano cattivi. Non c’erano morti o vivi.
    Non c’era Luce o Oscurità.
    C’era chi era della famiglia e chi non lo era. C’era l’ultima dannata possibilità che qualcuno vedesse l’alba del giorno dopo. E lui non avrebbe più visto l’alba.
    Mai più… nella sua nuova vita. Aveva abbraccio l’oscurità… una volta per tutte.
    E mentre le Anime s’aprivano, rivelandolo con le sue copie ad Emma, alzò la lama della Nodachi, nonostante fosse stata troppo pesante da Umano per essere brandita ad una mano, incrociandola con il pugnale nero.
    Emma Forbes. Morirai entro 30 secondi da adesso. E questa è una Promessa.

    Il Canto del Cigno di Radu. Un cigno nero e spaventoso, animato non solo dalla voglia di vendetta ma anche dal senso di protezione verso la sua famiglia.
    Radu Hudson, che per sempre aveva disdegnato l’amore, si ritrovò a combattere nelle tenebre con solo quella luce a rischiarare la via, per decapitare la vecchia regina della notte ed ascendere al trono.

    Il Re è morto. Lunga vita al Re.


    HP 66/139
    CA 15 (16 Vs Vampiri) -- 17 Vs Male /18 Vs Vampiri MalvagiRD:1/-
    TpC (danni )

    Si Colpisce con La Lama Nera. Accetta la Maledizione del Vampirismo


    Immagine Speculare: 3 Copie
    Arma Spirituale8/10 Round


    Ira di Sangue.
    +4 For
    +4 Cos
    +2 Vol
    -2 CA
    20% Possibilità D'Essere mancato dagli Attacchi


    Totem Attivi: Totem Spirituale Inferiore; Totem Spirituale
    Protezione dal Male:77/90 Round

    Mischia:+14/+9 Nodachi Affilata Anatema Non Morti Perfetta +1 In Viridium [1d10+4+1 Crit 15-20 x2]
    +13/+8 Guanti Galvanici [1d6 Da Elettricità Crit 20 x2]
    Distanza +9/+4 [Con Balestra Pesante] [1d10 Crit 19-20 x2]
    Equipaggiamento
    »Rose [4 Kg, 16.360 MO]
    »Arco Lungo [1,5 Kg, 75 MO] [Nello Zaino]
    »Balestra Pesante [4 Kg, 50 MO]
    »Giacco Di Maglia in Stoffa di Foglia Scura [12,5 kg, 600 MO] [Nello Zaino]
    »Giacco delle Nebbie [12,5 Kg, 2.250 MO]
    »Protezione Per Collo [0,5 Kg, 10 MO]
    »Zainetto Pratico [2,5 KG, 2.500 MO]
    »Kit Da Sterminatore di Vampiri [4 kg, 500 MO] [Nello Zaino]
    »20 Quadrelli SpaccaCuore [250 Mo x4; 6 Kg]
    »4 Bagliore Argenteo [1000 MO,//]
    »Kit Da Iracondo di Stirpe [13,5 Kg 9 Mo][Nello Zaino]
    »Guanti Galvanici [1882 MO, 1 Kg]
    »Bacchetta Infliggi Ferite Leggere Liv 2 [Dono Di Emma-50 Cariche]

    0 MP | 951 MO | 0 MA | 0 MR


    Capacità
    Ira di Sangue:16/21 al giorno
    Potere D'Ira:Totem Spirituale Inferiore: A Volontà in Ira
    Potere D'Ira:Totem Spirituale: A Volontà In Ira.
    Individuazione dei Non Morti:3/3 Al giorno
    Bacchetta Infliggi Ferite Leggere Liv 2:50/50 Cariche
    0/0 Lv 0| 2/2 Lv 1| 1/2 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.Ingrandire Persone , Urlo Spacca Timpani , Mani Brucianti; Tocco Gelido; Congelamento; Ombra di un'arma
    2.Raggio Rovente, Vedere Invisibilità, Forza Del Toro; Immagine Speculare
    3.
  4. .

    Malakir

    Elfo Selvaggio | Guerriero (Arma a Due Mani) | Livello 3 | C/N | Scheda | DICEROOM
    Sentiva ancora quell’odore nelle narici. Quello che restava del suo passato, che cadeva a pezzi distrutto da quel presente tanto cruento da far male.
    L’odore del dolore.
    L’odore del sangue.
    Sentiva le urla e le maledizioni ma soprattutto il cozzare delle lame. La vedeva la sua spada, stretta nella mano sinistra, mentre con la destra, lanciava un oggetto affilato verso quello che sembrava un soldato nemico.
    Vide lo schizzo di sangue volare verso l’alto.
    Molto probabilmente aveva corso, altrimenti la pressione di quello schizzo cremisi non poteva essere giustificata.
    Sentiva i tamburi che lo assordavano e quel desiderio bruciante d’uccidere. Sentiva quella voglia di combattere per non sentire nulla che non fosse il dolore e l’adrenalina.

    Continuò a muoversi sul campo di battaglia, mentre una freccia lo colpiva alla spalla.
    Sentiva i suoi occhi iniettati di sangue. Sentiva il dolore lancinante che lo faceva sentire vivo. Lo adorava e lo spaventata al contempo.
    Sentiva d’essere sbagliato, ma al contempo di non poter cambiare quello che era. Lui era così: Spietato e sadico.
    Non lo faceva perché lo desiderava davvero, ma perché erano le uniche che conosceva.
    L’odio. La rabbia. La violenza.
    Fin da bambino non aveva avuto altro.

    Si Estrasse la freccia dalla spalla, mentre correva e tirò un urlo al cielo, dal dolore e dall’eccitazione, mentre si fiondava sull’arciere che gliel’aveva scagliata.
    Cosa ci faceva lì? Doveva essere più lontano.
    Un Ruggito animalesco, mentre la sua lama recideva la testa dell’armigero.
    E poi avanti così, per minuti, ore, giorni… anni…
    Ed infine… il colpo alla schiena.
    Quel colpo pesante che lo fece crollare a terra. Chi l’aveva colpito? Come? Con cosa?
    Cadde rovinosamente per terra, perdendo la presa dalla spada.

    Il suo aguzzino non rimase lì, ma corse via, indistinguibile nella bolgia della battaglia. Quel’erano gli stendardi? Per chi stava combattendo?
    C’erano armature scure? Era la guerra della Fonte? O una scaramuccia? Possibile che doveva morire per una scaramuccia.
    La mia… Spada… tossì l’elfo, trascinandosi verso di essa, lasciando dietro di lui una striscia cremisi. Non voglio morire… senza la spada… in mano.

    A quel punto una voce lo richiamò. Tu sei morto molto tempo fa Malakir. Non hai mai vissuto. Non sei capace di vivere. Sei solo capace…. Lui afferrò finalmente la spada voltandosi di schiena, per infilzare l’uomo che aveva parlato, ma quello che vide fu qualcosa di mostruoso: Un enorme insetto dalle zampe tozze e gli occhi a celle, con delle ali simili a quelle d’una farfalla, ma triangolari quasi. Dal colore scuro e con un grosso collare di pelo.
    Una Falena.
    Di soffrire Disse, prima di fiondarsi su di lui e lasciargli aprire gli occhi.

    Malakir si svegliò nel carrozzone, sudato. Era stato un incubo? Aveva ancora sognato? Quante volte era capitato negli ultimi due mesi? Era sempre il solito sogno.
    Sempre il solito incubo. Fatto di sangue e rabbia. Ma sempre… lo stesso. La prima cosa che fece fu cercare la spada, per afferrarla.
    La strinse come a darsi sicurezza con la sua lama e la controllò.
    Si, quei sogni sarebbero finiti. Non avrebbe più visto quella falena, molto presto. E con questa convinzione, l’elfo uscì dal Carrozzone, passando per la porticina che dava sul lato.
    Ehi Fiorellino? Sei viva o t’hanno mangiato le bestie stanotte? Chiese Malakir, non ancora del tutto ripreso dalle ferite, ma capace di fare battute.

    Erano ancora nella radura della prima e niente aveva attaccato Shila durante il suo turno di guardia. Era stata una notte tranquilla, dopotutto.




    HP 30/34
    CA 15
    Tpc - (danni -)




    Mischia +9 Sciabola Elfica [1d10+10+1 Crit 18-20 x2]
    Distanza +4 Arco Lungo (1d8 Crit x3)


    Equipaggiamento
    0 MP | 810 MO | 0 MA | 0 MR

    »Kit Da Guerriero [14,5 kg, 9 MO]
    »Abito Da Soldato [Gratuito, 2 Kg]
    »Sciabola Elfica +1 [3,5 Kg, 2080 MO]
    »Giaco di Maglia [12,5 Kg, 100 MO]
    »20 Frecce [1 MO,1,5 Kg]



    Capacità
    Nome capacità://
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

  5. .

    Malakir

    Elfo Selvaggio | Guerriero (Arma a Due Mani) | Livello 3 | C/N | Scheda | DICEROOM
    L’urlò di Shila troncò le parole di Ulthar a metà, bloccandolo sul posto. L’uomo si portò la mano alle orecchie, come per fermare quel rumore assordante e fu in quel momento che Malakir piombò su di lui come un giaguaro.
    Corse con rapidità e sicurezza verso l’elfo e, mentre Shila S’era allontanata d’un passo, la Lama del Mercenario dai lunghi capelli trapassò la corazza di cuoio del loro avversario, rompendo il suo respiro.

    Il sangue cominciò a colare dalla bocca, come se galoppasse lungo l’esofago. Tu… Maledetto… Infam… Gorgogliò, sputando sangue sulla lama di Malakir, che gli aveva messo la mano sulla spalla, come a trattenerlo.
    Il Mondo cade per tutti… soldato. Ripeté lui, mentre con forza andava ad estrarre la Lama dal corpo di Ulthar, aiutandosi con la spinta dell’altro braccio.
    Il capo dei rapitori cadde a terra ed il sangue rosso e denso macchiò l’erba della foresta.
    Erano rimasti solo loro due.
    Shila Illesa.
    Malakir completamente zuppo di sangue ed un carro con alcuni cavalli agitati.

    Era durata poco quella battaglia, ma in qualche secondo, nemmeno un minuto, 3 persone erano morte ed ora giacevano a terra…immobili.
    L’elfo abbassò la lunga sciabola dalla lama decorata con motivi elfici, ora solcati da sangue e residui di budella, che piano cadevano al suolo.
    Malakir osservò la Barda a lungo, con il respiro pesante e grave. Nonostante il suo sguardo tradisse una certa sicurezza nelle azioni, era ferito quasi mortalmente. Il sangue vivo aveva macchiato le sue vesti e degli schizzi avevano arrossato il suo volto.

    Le trecce ricadevano in avanti, mentre la posizione eretta non sembrava mostrare alla ragazza alcun dolore.
    Sembrava quasi che quelle ferite non ci fossero affatto.
    Era l’adrenalina?
    Oppure qualcos’altro? E gli occhi dell’elfo si specchiarono in quelli della barda, mentre stringeva ancora la spada in mano.
    Uno è fuggito. Forse il più saggio di tutti. Si limitò a commentare, guardando infine la direzione dov’era andato Dellan.
    Tu? Sei ferita?



    HP 14/34
    CA 15
    Tpc 14 (danni 23)
    Attacco Poderoso [-1/+3]
    Incantamento [+1/+1]
    Esibizione Bardica [+1/+1]
    Fendente Dall'alto [x2 Forza Al Danno]
    Carica [+2/+0]



    Mischia +9 Sciabola Elfica [1d10+10+1 Crit 18-20 x2]
    Distanza +4 Arco Lungo (1d8 Crit x3)


    Equipaggiamento
    0 MP | 810 MO | 0 MA | 0 MR

    »Kit Da Guerriero [14,5 kg, 9 MO]
    »Abito Da Soldato [Gratuito, 2 Kg]
    »Sciabola Elfica +1 [3,5 Kg, 2080 MO]
    »Giaco di Maglia [12,5 Kg, 100 MO]
    »20 Frecce [1 MO,1,5 Kg]



    Capacità
    Nome capacità://
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.





    Rapitori [Sconfitti]



    Danni Inflitti Ulthar:24
    Danni Inflitti Dellan:4 [Fuggito]
    Danni Inflitti Urya:19
    Danni Inflitti Tar Vish:24



    TS Ulthar:7 [Fallisce]



    Turni:Shila/ Tar Vish-Ulya/ Malakir/ Ulthar/ Dellan
    Mappa Nella Mia Dice Room
    Note:
    Storico Mappa:


    [/QUOTE]
  6. .

    Florian Buchard

    Umano Iboithi| Cavaliere [Cavalca Bestie] | Livello 8 | N/L | Scheda | DICEROOM
    No, non era riuscito a farsi dire da Ranier chi o cosa fosse la sua arma segreta, ma era sicuro, dopo quello che aveva detto, che si trattasse di qualcuno.
    No, il conte non era un completo sprovveduto e, dopotutto, aveva capito il vantaggio del segreto. Meno persone conoscevano qualcosa, meglio era per chi lo possedeva e Ranier era sicuro di quello che faceva.
    Sicuro di quanto quell’arma lo tenesse in una botte di ferro.

    Tuttavia, il conte si lasciò sfuggire una mezza conferma con quella mimica facciale. Florian non mancò di coglierla rapidamente, comprendendo che si… c’entravano gli aurora in tutto quello. Non sapeva come e quali fossero queste ricerche, ma sicuramente non c’erano solo patiboli per quegli uomini. C’era molto peggio. Ma cosa?
    L’avrebbe scoperto solo entrando nel circolo… che ora sembrava più una mano nera d’ombra che stringeva le sue grinfie sul Nentyr.
    Immaginava le peggio sevizie fatte a donne, bambini… ai deboli.
    No, non aveva combattuto per quello. Non era più quell’uomo. Era davvero quella la società di cui faceva parte?
    Eppure era completamente assoggettato al Gioco.
    Aveva un compito. E doveva portarlo a compimento. Sapere di non essere l’unico folle a voler qualcosa di meglio per quella valle gli dava coraggio.
    Lui non avrebbe ucciso altri nobili, non avrebbe creato terrorismo.
    Avrebbe fermato ambo i fronti, con le proprie grandi mani.

    La gente meno accorta ha da imparare da voi, Ranier. Disse il Duca, chiudendo per un attimo gli occhi e sistemandosi sulla seduta, ma poco dopo il conte disse qualcosa che l’uomo non si aspettava. Gli chiedeva cosa avrebbe potuto dare al circolo.

    Quella frase toccò nel profondo il Duca per due motivi. Uno morale ed un legato al suo sangue.
    Cosa poteva dare a quelli che forse erano dei torturatori? Cosa poteva dare a qualcuno che agiva nell’ombra, in barba all’onore?
    Sangue e Ferro. Ecco cosa. Ma non poteva agire così. Non voleva…agire in quel modo. Il Leone sopito dentro di lui scalciava per uscire, mentre gli occhi di ghiaccio di Florian si posarono sul Conte. Quegli occhi che tanto intimorivano chi avevano davanti.
    Quegli occhi che, non lasciavano spazio a nessuno. Nemmeno al padrone di casa.

    Il Secondo motivo, invece, era puramente legato all’onore della sua famiglia. Lui era un Buchard, imparentato con la regina.
    Quegli uomini non avevano NULLA da chiedere a lui tranne una possibile fedeltà alla causa che era quella del Nentyr, se davvero lo era.
    Il Conte era curioso di sapere le sue risorse.

    Florian si Alzò dalla seduta, imponente e possente, con quelle spalle larghe e quei capelli d’oro. Io sono la mia risorsa, Ranier. Io ed i miei cavalieri capaci di stanare un topolino in una steppa. Ogni tacca della mia spada può rispondere 10 volte al quesito che mi avete posto. Non ho Servi, sotterfugi, complotti. Ho solo il maglio potente del mio regno, che tutto distruggere quando s’abbatte su un nemico. Cavalieri a me fedeli oltre ogni immaginazione, forza, determinazione e volontà di sacrificio. C’è chi agisce con la penna in questo regno.
    E c’è chi invece imbraccia una spada e falcidia ogni dannato, sporco ed infame traditore della valle che veda. Io sono quell’uomo.
    E questo è ciò che posso offrire.

    Mostrò il pugno chiuso, serrato, capace di rompere il ferro se solo avesse voluto usarlo per quello.
    Il suo intento era quello di Intimorire e Fomentare Ranier, mostrargli la faccia dura che suo padre aveva ed il motivo per cui chiamavano Charles “ La Bestia di Brentaime”. E quello che il conte aveva davanti era il suo erede.
    Suo figlio.
    Poco importava che Florian sentisse dentro di se il dolore della guerra. Lui le tacche sulla spada le aveva. Ed era davvero solo la sua lama e quella dei suoi cavalieri che poteva offrire al circolo delle chiavi.
    Un offerta non fatta d’oro, ma d’acciaio e ferro





    HP 111/111
    CA 19
    Tpc - (danni -)

    Intimidire:22

    Mischia:+13/+8 Falchion Affilato Anatema +1 (2d4+1+4)
    +12/+7 Lancia Da Cavaliere (1d8+4)
    Distanza+8/+3
    HP 87/87
    CA 23
    TpC - (danni -)



    Mischia+11 Morso [1d8+6], 2 Artigli [2d6+6]/+10 Sperone [1d8+6]
    Distanza//
    Equipaggiamento
    0 MP | 0 MO | 0 MA | 0 MR

    Capacità
    Sfida 3/3 Giorno
    Tattico
    Stendardo
    Ordine
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

  7. .

    Malakir

    Elfo Selvaggio | Guerriero (Arma a Due Mani) | Livello 3 | C/N | Scheda | DICEROOM
    Dite così perché fate pietà e ne siete cosciente oppure perché non siete quel tipo di barda? Allora vi consiglio di cambiare repertorio. Qui hanno bisogno di stare allegri, altroché. Fece una pausa, per poi aggiungere AH QUEL tipo di Barda. Nono, Non preoccupatevi, per quello ci sono i bordelli, non ci vado per farmi cantare una serenata.
    Aveva calcato un po’ troppo la mano e ne era consapevole, ma era divertente punzecchiarla. Dopotutto, in quel momento cominciava ad arrivare gente.
    Qualcuno che aveva lavorato in porto o nelle foreste circostanti, qualcuno che voleva dimenticare quello che era successo quel giorno.

    Tutta quella gente che viveva e lavorava, nello stesso modo, tutti i giorni… che vita era quella. Era davvero degna d’essere vissuta, in quella pacifica zona costiera, dove non accadeva mai nulla se non lo scrociare delle onde sulla battigia e sul porto?
    Quella era vita? Lo scorrere inesorabile del tempo?
    Secondo l’elfo selvaggio, che sempre aveva combattuto e al quale il l’odore del sangue dava alla testa, no, non lo era.
    Quella era attendere la morte. Che per la loro razza non sarebbe mai arrivata. Quindi era solo una grande presa in giro.

    L’elfo si girò , guardando gli spartiti a terra, vicino allo sgabello che attendevano la loro splendida padrona e per un istante si trovò a pensare che di elfe belle a quella maniera ne aveva viste davvero poche nella sua vita. La barda, se non si fosse atteggiata a quella maniera tanto distante, avrebbe smosso montagne solo con un battito di ciglia.
    Nah, non credo che mi andrò a sedere. Non posso mettere i piedi sul tavolo dopotutto. Me ne andrò quando mi avrai detto il tuo nome, Fiorellino di Lillà. Non saprò nemmeno se ci sarò all’esibizione, quindi potrei andarmene con questo scomodo sassolino nella scarpa che solo tu mi puoi togliere. si voltò, facendo andare dietro di se la treccia castano chiaro.
    Tu mi dici il tuo. Ed io ti dico il mio. Non ti sembra una proposta allettante? Almeno avrai un nome da mandare a quel paese.





    HP 34/34
    CA 15
    Tpc - (danni -)

    Mischia +9 Sciabola Elfica [1d10+10+1 Crit 18-20 x2]
    Distanza +4 Arco Lungo (1d8 Crit x3)


    Equipaggiamento
    0 MP | 810 MO | 0 MA | 0 MR

    »Kit Da Guerriero [14,5 kg, 9 MO]
    »Abito Da Soldato [Gratuito, 2 Kg]
    »Sciabola Elfica +1 [3,5 Kg, 2080 MO]
    »Giaco di Maglia [12,5 Kg, 100 MO]
    »20 Frecce [1 MO,1,5 Kg]



    Capacità
    Nome capacità://
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.



    Edited by .:Revenant:. - 4/1/2024, 12:30
  8. .

    Florian Buchard

    Umano Iboithi| Cavaliere [Cavalca Bestie] | Livello 8 | N/L | Scheda | DICEROOM
    E così, con quel promemoria, la contessa scomparve alla loro vista, sicuramente pronta per andare ad imbastire la seconda parte dei suoi piani.
    Ognuno in quel castello si muoveva su una scacchiera di vetro ed un passo falso significava fallimento.
    Significava essere sconfitto.
    Ed anche se Florian non lo sapeva, significava morte.

    La vide andare via, rimanendo finalmente solo con i due amanti. La situazione tuttavia sembrava quasi surreale, dato che quella per cui l’uomo aveva patteggiato era la donna che avrebbe dovuto sposare, fino al giorno prima.
    Forse, dentro se, nemmeno Florian voleva sposare Amelie, ma era troppo responsabile per ammetterlo. Forse avrebbe rinunciato al matrimonio anche per conto proprio, se le carte fossero state smosse abbastanza, ma Friederik era un bravo mazziere ed aveva cambiato il corso della partita con semplici parole che avevano colpito il Duca nel profondo della sua anima.

    Florian non poté che sorridere a quel commento di Amelie e della chimica che s’era creata con Friederik. Umiltà, amico mio. Umiltà. Sono sicuro che la nostra splendida Amelie ha mille ed uno frecce nel suo arco per farvi ingelosire. Suo padre l’ha trattata come un uccello raro, sempre chiuso in una gabbia, lontana dal mondo. E faceva bene, la prima volta che ha messo il naso fuori, ha incontrato un giovane caparbio e dalla favella agile che l’ha fatta innamorare. Sarà l’aria della valle, dopotutto. Disse lui, come se ripercorresse qualcosa che era capitato pure a lui, nella stessa maniera. Dopotutto serve solo un’ora per innamorarsi.
    Serve la musica, un ballo ed uno sguardo, oltre che un bacio. Forse era davvero l’aria della valle, chissà.

    Sono molto curioso di vedere questi marchi, per quanto possano essere sgradevoli alla vista. Spiegò l’uomo con calma.
    Non vi nascondo che il mio sguardo potrebbe essere orripilato, ma non da voi. Dareste mai la colpa ad uno storpio per aver perso una gamba? O a una donna Sterile perché il suo grembo non può produrre una prole? Oppure ad un cieco perché non può vedere o un Sordo che non può sentire. No. Non è colpa loro. Sono vittime. Persone che meritano protezione perché fragili. Figli della Valle come me e come voi. Lo siamo… tutti. E poi anche lui era sfregiato. Anche lui aveva un marchio su quell’occhio: una cicatrice orribile che ne deturpava la bellezza serafica, redendolo spaventoso agli occhi di molti. Intimoriva con lo sguardo, Florian Buchard, era sempre stato un suo “Dono”, solo chi lo conosceva davvero riusciva a scorgere tutto il dolore che provava, sotto quel velo di potenza che adombrava i suoi occhi.

    Il Biondo non poté che ridere divertito e forse anche in maniera un po’ troppo fragorosa alla battuta del moro, che dopotutto aveva il dono di farlo divertire con quelle stoccate precise. Mi biasimate, Van Der Reich? Ai miei eravate un piccolo topolino che voleva combattere il leone. Qualcuno che poteva volersi approfittare di questo bel fiore. Non c’è modo migliore di liberarsi dei pretendenti molesti che con una bella minaccia. E poi vi avrei ucciso solo se non vi foste tolto dai piedi, ma sono stato costretto a tornare sui miei passi. Peccato, dopotutto quell’Implacabile Condottiero di cui avete sentito parlare vi sarà sembrato un leone senza artigli.
    Non dubitava che la ragazza si sarebbe spaventata a sentire quei discorsi, ma la complicità dei due uomini era qualcosa di incredibile.
    Sembravano amici di lunga data, eppure Florian non ne aveva mai avuto. Aveva avuto alleati, ma mai nessuno da considerarsi amico.
    Mai nessuno che aveva deciso di rispondergli.
    E dopotutto quella minaccia ha ricevuto una degna rivale… o mi sbaglio? Disse l’uomo, mentre si dirigevano verso le stalle.
    Certo, Florian era il temibile Capitano Grifone. Implacabile mentre scendeva in battaglia con la sua armatura brillante, in sella al possente Bastion… ma solo contro i suoi nemici. Lui era anche un Bastione di giustizia e fedeltà. Era il protettore della valle e sapeva che il titolo di Duca dava responsabilità, oltre che privilegi. Si sarebbe sempre erto in difesa delle sue terre e della sua gente, massacrando ogni criminale ed ogni uomo che avrebbe potuto portare alla distruzione del regno.
    Spietato per molti uomini del Nentyr era un complimento e quell’aggettivo Florian se l’era cucito addosso, ma lui voleva semplicemente che il reame prosperasse e se il prezzo dal pagare era la dannazione della sua anima… era felice di pagarlo. E poi se quello portava ad una fine lieta come quella che poteva capitare a Friederik ed Amelie, con quegli sguardi dolci e complici, sapeva di far la cosa giusta.

    Potreste scusarvi di persona, Bastion è permaloso, ma comprende la nostra lingua. Una bestia imponente ed un saggio e tacito compagno a cui confidar i propri dubbi. Sareste la seconda Dama a conoscerlo così da vicino… ci tengo. Disse lui, con serenità. Si. Doveva conoscere Bastion, come l’aveva Friederik. Il Grifone doveva fidarsi di loro per portarli sulla sua groppa, in caso di fuga. Nessuno può raggiungere una bestia volante.
    Nessuno.

    Mentre entravano nella stalla, scortati da Amelie, il Duca poté sentire molto bene una voce familiare: Quella di Ambrose.
    Il Bambino, che era l’addetto alla cura di Bastion, Stava girando intorno all’enorme Creatura, con un secchio sulla testa ed un bastone in mano.
    In guardia Laida Bestia! Disse il ragazzino, andando a dare un piccolo colpo alla zampa del grifone, che si allontanò lievemente. Nonostante la possenza di Bastion, il piccolo non sembrava aver paura di lui e quando il grifone andò a muovere un ala per far cadere il cavaliere su di essa, Ambrose Rise Va Bene, Va Bene! Niente più colpi alle zampe! Ambrose, Cavaliere di Aime, è un uomo d’onore!
    Florian osservò la scena, solo per richiamare il bambino con un colpo di tosse. Ambrose. Disse, con tono chiaro.
    Il bambino, sentendosi richiamare, si rizzò in piedi dall’ala di Bastion, quasi mettendosi sull’attenti come un piccolo soldatino, con ancora quel secchio in testa come se fosse un elmo ed il piccolo bastone in mano.
    Vostra Grazia! N-Non vi aspettavo. Siete venuto per controllare Bastion? Stavamo solo… Solo a quel punto il bambino vide gli altri due nobili e si sentì intimorito da così tanto sangue puro da dover fare una riverenza goffa, che gli fece cadere il secchio dalla testa, che rotolò a terra. Lord Van Der Reich. Lady De La Roche. P-Perdonatemi. Io… Io…
    Il Duca Osservò Bastion per un istante, prima di rivolgersi nuovamente al suo piccolo scudiero. Non scusarti. Il gioco è ben accetto se non va a distrarti dai tuoi compiti. Ma quel secchio non è un elmo. Ci bevono le bestie.
    Il Tono di Florian fu severo, ma con una nota quasi impercettibile di divertimento nella voce. Va a Lavare quel secchio. Ho portato qui La Lady per conoscere Bastion, dato che dovrà essere mia moglie. E’ una cosa importante, vorrei ci lasciassi da soli.
    Il figlio a quel punto annuì con vigore. Certo! Io… Subito! Scattò con il secchio tra le mani, facendo tre inchini distinti, Ma quando incrociò lo sguardo di Friederik, sentendo ancora quella melodia dentro di lui, non ne fu intimorito, Anzi, abbozzò un sorriso imbarazzato, prima di passare accanto ai nobili.

    Si perse per un attimo a guardare la ragazza di cui I Due aurora gli avevano parlato il giorno prima. Avevano ragione. Era bellissima ed il suo viso gli ispirava Dolcezza e serenità, talmente tanto che sulla porta della stalla, prima di scomparire, fece altri tre inchini.
    Vostra grazia, Lord Van Der Reich, Duchessa! Prendo congedo. Detto questo, il ragazzino uscì dalla stalla, prima che Florian potesse scuotere la testa. Perdonatemi. E’ stata una scena imbarazzante. Il mio scudiero si lascia trasportare alle volte.
    Avrebbe voluto chiedere subito ad Amelie dei marchi, ma il Grifone s’avvicinò a loro, come per capire cosa stesse succedendo.
    Eccoti… Amelie, questo è Bastion.
    Bastion, Costei è Amelie Diane De La Roche, Contessina di Galet.
    Il grifone osservò la donna per un breve periodo prima di chinare il capo d’aquila, come in un inchino, la donna.




    HP 97/97
    CA 19
    Tpc - (danni -)



    Mischia:+13/+8 Falchion Affilato Anatema +1 (2d4+1+4)
    +12/+7 Lancia Da Cavaliere (1d8+4)
    Distanza+8/+3
    HP 87/87
    CA 23
    TpC - (danni -)



    Mischia+11 Morso [1d8+6], 2 Artigli [2d6+6]/+10 Sperone [1d8+6]
    Distanza//
    Equipaggiamento
    0 MP | 0 MO | 0 MA | 0 MR

    Capacità
    Sfida 3/3 Giorno
    Tattico
    Stendardo
    Ordine
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

  9. .

    Dalion Dei Fiori

    Elfo Nobile | Bardo (Combattente Sonico) | Livello 12 | C/B | Scheda | DICEROOM
    Osservò la reazione di Myrak che, ottenuto quello che aveva voluto, gettò il fiore a terra e decise di muoversi verso quello che era il suo obbiettivo principale: La Città del Kalazar. Chissà cosa gli aveva fatto questo Gildir per attirarsi le sue ire.
    Aveva capito che l’elfo era facile all’ira ed utilizzava essa come motore di sfogo d’una tristezza enorme, che gli spaccava il cuore, ma il pirata che cercava doveva essere diverso.
    Doveva essere… prezioso in qualche modo.

    Ricambiò lo sguardo di Hellion con uno altrettanto complice e quando l’elfo dai capelli lunghi si congedò, il cantastorie non poté che ridacchiare, vedendo l’amico correre dietro al selvaggio.
    Quella scena l’aveva già vissuta, in un lontano passato. Sapeva come sarebbe andata… e sapeva perfettamente che quella, volente o nolente, sarebbe stata la loro guida.

    Si chinò a raccogliere il fiore buttato a terra da Myrak, prendendo tra le mani e saggiandone la bellezza. Era un delicato esemplare, bellissimo e sicuramente molto raro.
    Valeva anche qualche moneta d’oro se venduto ad un botanico… eppure Dalion l’osservava e si rendeva conto che era come quel selvaggio che tanto si faceva forte della rabbia per nascondere qualcosa.
    Era fragile, freddo… strappato.
    E solo la bontà nel cuore del compagno pescatore avrebbe potuto far fiorire nuovamente quel fiore nel cuore dell’iracondo, ormai appassito.
    Non sapeva nulla di Gildir.
    Ne di Myrak, ma sentiva che doveva aiutarlo. L’aveva promessa a Lui Dopotutto.

    A quel punto sorrise e si diresse verso Hellion e Myrak, pronto ad intervenire in caso di bisogno, ma osservando la scena.
    Avrebbe lasciato al giovane dai capelli neri l’onore di trattare con la loro guida. Dopotutto lui era l’eroe di quella ballata… ma chissà che non ce ne potesse essere un altro.




    HP 120/120
    CA 23
    Tpc - (danni -)



    Mischia +8/+3 Colpo Senz'armi [1d3-1 Crit 20 x2] [Provoca Attacco D'opportunità]
    Distanza +13/+8 //


    Equipaggiamento

    »Zainetto Pratico [2,5 Kg; 2.000 MO][18,25/40 KG]
    »Armatura Celestiale [10 Kg; 22.400 MO]
    »Kit Da Bardo [16,75 Kg, 41 MO][Nello Zaino]
    »Strumento Musicale Perfetto [0,5 Kg;50 MO]
    »Arco Corto [1 Kg;30 MO][Nello Zaino]
    »20 Frecce [1,5 Kg;1 MO][Nello Zaino]
    »Cintura della Potenza Fisica +4 [0.5 Kg, 40.000 MO]
    »Fascia della Prodezza Mentale +4[0,5 Kg; 40.000 MO

    0 MP | 3.478 MO | 0 MA | 0 MR



    Capacità
    Esibizione Bardica:24/33 Round Al Giorno
    Affascinare
    Controcanto
    Distrazione
    Ispirare Coraggio+3
    Colpire con Le Parole
    Parole Fatali: [3 Parole Da 4d6+Car L'una]
    Ispirare Terrore
    Ispirare Grandezza
    Musica Lenitiva
    Incantesimi
    A Volontà Lv 0| 5/7 Lv 1| 7/7 Lv 2 | 5/6 Lv 3 | 3/4 Lv 4
    Incantesimi Pronti
    0. Aprire/Chiudere;Individuazione del Magico; Luci Danzanti ; Riparare, Suono Fantasma; Prestidigitazione
    1.Finale In Soccorso; Fuga Nel Vento; Deja vù; Urlo Spacca Timpani; Momento di Grandezza; Risata Incontenibile
    2.Grido Penetrante; Invettiva Feroce; Invisibilità ; Vento Rinvigorente; Spaventare
    3.Dissolvi Magie; Luce Diurna; Finale Curativo; Tamburi Tonanti
    4.Finale Eroico; Dominare Persone; Porta Dimensionale; Capolavoro: Vento dei 5 Cieli

  10. .
    【 ORYX LIGHTSHIELD 】
    Umano Aurora | Antipaladino/Barbaro | Liv 8 | C/M | Scheda | Oryx's Room
    Il silenzio era piombato in quel corridoio sporco e buio. Mentre il ragazzo cercava di riprendere fiato e scopriva la cosa poteva portarlo fuori da quel luogo. La paura più viscerale poteva battere la paura stessa.
    E lui conosceva quello spavento.
    Sapeva come Rabastan era morto.
    Sbranato da degli esseri insettiformi, comandati da Lord Daryon. Era stato un caso, uno strano gioco del destino che gli aveva fatto cambiare padrone, ma lui sapeva come il nobile Nentyriano aveva trovato al fine tra le nevi.

    L’artiglio dell’uomo, nonostante fosse stato spaventosamente preciso da ferirlo, non lo fece che sorridere. Quello era il suo sogno.
    Lui dettava le regole.
    Lui sarebbe arrivato al cuore della paura per toccarla con mano. Toccare la Dea della Follia.
    Toccare Fanyare ancora una volta.

    Non si portò nemmeno la mano al fianco per coprirsi la ferita, incurante che fosse sangue o meno, mentre il suo sguardo si perdeva in quei puntini neri brulicanti sul muro.
    Insetti.
    Quelli erano insetti.
    Sorrise divertito, mentre dentro la bambola, nelle sue membra sentiva agitarsi qualcosa, non più grande d’una noce.
    Io conosco le tue paure mostro. Ho visto come sei morto… Ho visto com’è morta tua figlia. E ti dirò un'altra cosa… Avvicinò la bambola alla bocca, azzannando un lembo della stoffa.
    Sentiva la vita viscida brulicare li sotto, in quell’insetto dell’incubo, mentre con i denti andava ad incidere lo stomaco della bambolina, per poi mettere le dita dentro di esso e liberare la creatura, con un sonoro rumore di stoffa rotta.
    Ho vinto. Loro conoscono il tuo odore. Stringeva ancora la bambolina con il ventre squarciato in mano, mentre nella sua testa i flash si susseguivano. Sentiva che quello era il modo per vincere.
    Loro… sento il tuo odore, non puoi nasconderti, Miserabile. Disse, osservando quelle bestie viscide che sembravano un tutt’uno, in quel brusio inquietante.
    Se quel sogno era suo… aveva tutto il modo di battere quell’essere in quel modo.
    Divoratelo. Ordinò agli insetti, mentre stringeva con furia la bambolina, in quell’impeto di lucida follia.



    HP 112/121
    CA 19
    TpC (danni )


    Affaticato 9/10 Round



    Mischia:+14/+9 Ascia Massacrante +1 [3d6+6 Crit 20 x3]
    Distanza +7/+2
    Equipaggiamento
    0 MP| 1.126 MO| 0 MA| 0 MR

    »Ascia Bipenne[20 Mo, 6 KG](Nello Zaino)
    »Ascia Massacrante +1 [8000 MO, 12 Kg]
    »Zainetto Pratico [2000 Mo, 2 KG]
    »Armatura di Pelle [15 Mo, 2 KG] (Nello Zaino)
    »Armatura Completa +1 [2.500 MO, 25 KG]
    »Cintura della Potenza Fisica +2 (For E Cos) [4000 Mo, 0,5 KG]
    »Kit Da Dungeon Di lusso [130 Mo, 7,5 kg](Nello Zaino)
    »Kit Da Guerriero [9 Mo, 14,5 Kg] (Nello Zaino)
    »Abito da Viaggiatore [10 mo, 2,5 Mo [Abito iniziale]]
    »Maniche dei molti abiti [100 MO, 0,5 kg]
    »Bacchetta di Ingrandire Persone [50 Cariche]
    »Fascia Del Lupo [5000 Mo, 0,25 Kg]

    Capacità
    Punire il Bene 3/3
    Tocco Sacrilego [3d6]: 7/7
    Ira [+4 forza e Costituzione]:18/27 Round-Giorno
    Bacchetta di Ingrandire Persone [50/50]
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 3/3 Lv 1| 1/1 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.Rintocco di Morte [1], Bagno di Sangue [1], Scuotiossa [1]
    2.Cuore del Nemico [0]
    3.

  11. .

    Florian Buchard

    Umano Iboithi| Cavaliere [Cavalca Bestie] | Livello 8 | N/L | Scheda | DICEROOM
    Il colloquio con il padre, il fratello e gli altri consiglieri era stato tremendamente lungo quel giorno. S’era parlato di tutto: Dalle recenti incursioni alle ribellioni all’interno del Ducato. A quanto pareva, non a tutti andava a genio il governo del “Leone di Brantaime” e qualche ribelle aveva alzato troppo la testa.
    Era stato compito dei cavalieri del Ducato sedare queste ribellioni, riportando una parvenza di serenità nel regno.
    Il Duca voleva imbracciare la sua spada lui stesso, ma i suoi consiglieri glielo avevano categoricamente impedito e lui aveva affidato alla progenie il compito di fermare due di questi focolai.
    Mentre il fratello aveva passato a Fil di Spada i ribelli, Florian li aveva condotti in catene al castello, per affrontare la giustizia del Duca.

    Il padre non era stato soddisfatto della cosa, dicendo al figlio che quella era solo una perdita di tempo, ma il cavaliere grifone s’era imposto, facendo notare la padre come un giusto processo lo meritassero tutti.
    Sono colpevoli, Florian. E’ inutile un Processo. Noi siamo la legge. Ed un Leone non china la testa davanti a nessuno. Nemmeno a dei dannati criminali.
    Certo, s’erano macchiati di qualche ruberia, ma da quando il suo cuore era entrato in contatto con Lune, aveva cominciato a vedere quanto le persone potessero essere viste sotto vari spettri. Erano criminali ma… perché lo facevano.
    Perché s’erano ribellati al dominio di suo padre?

    Ai Ladri si tagliano le mani. Aveva detto il Duca al figlio, alzandosi dalla sua sedia, quando il cavaliere aveva fatto notare i metodi barbarici del fratello, che s’era eletto a giudice giuria e boia, non portando nemmeno un sopravvissuto.
    E agli assassini si taglia la testa. Aveva risposto il capitano grifone, prima di guardare il fratello con astio.
    Il padre aveva sbottato qualcosa d’incomprensibile poi aveva congedato tutti, eccetto il Magistro Savaris e l’altro uomo, quello che si occupava di consigliare suo fratello.

    Florian era dunque giunto nelle sue stanze e s’era fatto preparare un bagno dalla servitù ed infine s’era immerso nella vasca d’acqua, preda dei suoi pensieri più profondi. Era per caso quel sentimento che aveva sempre covato nel suo cuore e che non era mai riuscito a placare la cosa che suo padre odiava di più?
    Quel suo senso di giustizia e quell’ossessione di fare la cosa giusta da chi l’aveva preso? Forse pure il genitore l’aveva e lo metteva a tacere perché il terrore era il modo migliore per amministrare il Ducato. Il Leone doveva mostrarsi forte davanti a chiunque. L’aveva detto il duca Charles, di fronte alla tomba di sua madre.

    Sua Madre, quant’era che non andava a trovarla, nelle cripte del castello, dove la sua tomba, con quella statua meravigliosa s’ergeva silente, tra nomi di Buchard prestigiosi.
    Suo padre andava spesso laggiù e ci passava non più di 20 minuti, ma erano sentiti. Un momento di raccoglimento che nemmeno i figli dovevano disturbare.
    E per festeggiare il compleanno dei gemelli, c’era sempre una veglia in onore della Duchessa… ma il duca non piangeva mai.
    Anche lui ed il fratello, presto avevano smesso. S’erano abituati a non avere una madre. Chissà cosa avrebbe pensato lei, di tutto quello.
    Cosa… avrebbe provato. Cosa gli avrebbe detto.
    Se l’era immaginato spesso una conversazione con sua madre. Da quello che gli aveva detto suo padre era una donna minuta e fragile, claudicante ma bellissima.
    La servitù più anziana la definiva un angelo malinconico, ma capace di far spuntare il sorriso sul volto del Leone.
    Un Sorriso che da quando se n’era andata… s’era spento con lei.
    Florian s’alzò dalla vasca, sospirando pesantemente e mettendosi il panno che gli era lasciato addosso, quando un picchiettio, alla luce del tramonto, lo richiamò alla finestra.

    La Colomba! La Loro Colomba!
    Quasi scivolò, mentre andava alla finestra, per permettere alla colomba di volare sul suo trespolo. La piccolina sbatté le ali, arrivando dentro e posandosi su di esso, gonfiando le piume. Chissà da quanto tempo quell’esserino batteva alla finestra e lui, assorto nei pensieri, non l’aveva sentita.
    Ma alla zampina portava un messaggio… e profumo di rose. Il profumo di Lune. Lo poteva sentire tra i capelli, sul petto e sulla pelle.
    Ricordava quel profumo ancor prima d’aprire la lettera che gli era stata inviata, ma quando la missiva si schiuse, sbocciando tra le sue mani, quell’odore lo investì come un dolce schiaffo. Ricordava il viso che affondava nel suo collo, la loro pelle a contatto, i sospiri innamorati ed i baci bollenti… ricordava perfettamente ogni singolo dettaglio della loro notte d’amore.
    Come ricordava quella promessa, che ricordò con quel segno sulla carta… un bacio. Il suo bacio.

    Le preoccupazioni svanirono, lenite da quella cura improvvisa e dolce che, come una magia, aveva avvolto il cavaliere.
    La sua adorata Lune aveva risposto. Cominciò a leggere la lettera, mentre l’asciugamano gli scivolava. Ma non gli importava. Dopotutto… di cosa doveva vergognarsi, da solo?

    Immaginò ogni dettaglio scritto dalla ragazza in quella meravigliosa missiva, che raccontava le sue giornate a Coucher, i suoi pensieri, quello che faceva… ed il suo amore. L’amore che custodiva nel cuore per lui. Un amore talmente grande che entrambi faticavano a tenerlo segreto. In realtà lui nemmeno avrebbe voluto. Voleva solamente volare verso il maniero illuminato dal sole ed inchinarsi al Conte Alexander. Non gli importava di nulla, in realtà.
    Avrebbe chiesto la Mano di Lune in matrimonio se non fosse stato tutto così complicato. Se la sua felicità non avesse scosso il reame per cui aveva combattuto e qualche volta, in momenti di follia, pensava che i tempi fossero maturi per andare da lei.
    Ma dovevano ancora piantare i semi insieme, in modo da poterli vedere germogliare insieme. Lui non si sarebbe concesso ad altre donne, non avrebbe amato nessuno che non fosse la ragazza dai capelli candidi come la neve.
    Lei era il suo destino, scritto nelle stelle.
    E da quella Notte avrebbe sempre guardato le Lune, pensando a lei.

    Non chiamò servi per rivestirsi e fece da solo, accontentando di alcune braghe ed una larga camicia, prima di mettersi allo scrittoio ed intingere la piuma di grifone nell’inchiostro, per cominciare a rispondere alla sua amata.

    “Mia Dolce Lune,
    Innanzi tutto perdonami per la formalità usata nella mia ultima Lettera, non sono abituato a scrivere a nessuno che non sia io, quindi tendo sempre ed essere formale, anche se non posso che concordare con te sul fatto che dal nostro ultimo incontro, ogni formalità cade di fronte al sentimento che proviamo l’uno per l’altra.
    Ogni maschera… ogni artefatto creato da questa società. Ed il profumo di questa lettera… della tua lettera, mi ha fatto ritornare alla mente quella meravigliosa notte in cui ci siamo amati.
    In qui ci siamo giurati amore.
    E questo bacio, consegnato alla carta di pergamena, vorrei che fosse sulle mie labbra. E’ davvero così assurdo il desiderio di stringerti a me ogni notte della mia vita?”



    Forse era stato davvero troppo melenso, ma desiderava davvero esserlo in quel momento. Desiderava davvero poter amare senza paura la donna della sua vita e sentire quel profumo gliela faceva sentire vicina.
    E poi era una piccola vendetta per il rossore che quelle parole avevano procurato sul suo volto, appena le aveva lette

    “Leggere come ti stiano insegnando ad essere la Moglie Perfetta mi fa sorridere. Nessuno si rende conto di quanto tu sia una perla Rara in questa Valle e quanto il giorno in cui io e te ci sposeremo tutte quelle lezioni si riveleranno inutili. Io voglio che tu rompa le vetrate del nostro palazzo con la tua voglia di vivere Lune, voglio vederti ribelle e bellissima, gentile ed energica… Non sei un trofeo da sfoggiare, sei una persona. Una persona meravigliosa. Ma non credo che fosse questo quello che vuoi leggere da me adesso, ma quello che penso. Salta quelle lezioni, se devi essere prigioniera… fallo con le tue regole, sei già la moglie perfetta. La MIA moglie perfetta”



    Allontanò un attimo la penna dal foglio di pergamena, soddisfatto di quello che aveva scritto. Era sicuro che non serviva che fosse lui a dirglielo.
    Lei avrebbe combattuto per quella liberta che gli era stata negata, per rendere quella prigione dorata sopportabile, in attesa della liberazione da parte sua.
    E sarebbe arrivata, prima o poi.

    “Ho avuto il piacere di vedere il tuo giardino ed il tuo regno di notte, mentre sorvolavo Coucher con Bastion. Alla luce del sole dev’esser meraviglioso e se chiudo gli occhi riesco ad immaginarlo, caldo e splendido, pure in queste giornate autunnali, che stanno andando via via accorciandosi. Un giorno faremo un bel giro in volo sopra le terre dei nostri padri e decideremo insieme qual è la più bella.”



    Sapeva perfettamente che Lune poteva immaginarsi il rossore sulle sue guance mentre scriveva a quel complimento.
    I suoi occhi paragonati al cielo… nessuno l’aveva mai fatto così apertamente. Ma era bello pensare che quando gli occhi di lei viaggiavano verso l’alto immaginava lui.
    Che i suoi occhi l’avessero incantata tanto quanto quelli di lei aveva fatto con lui.

    “Seguirò il tuo consiglio e gusterò quel vino in maniera diversa. In maniera più umile e… grata. Quella gente ha dato se stessa per noi ed è giusto che io la ringrazi in qualche modo e non solo gustando quello che fanno e con qualche moneta d’oro. E’ uno spreco che loro non sentano quello che hanno prodotto. Quello per cui hanno dato il sudore.
    Sono la Nostra gente.
    Ci servono e noi dobbiamo essergli grati e proteggerli. E’ il nostro compito… e non mi tirerò indietro dal farlo, mai.
    Sentiere però dei piccoli festeggiamenti che hai permesso e a cui sono sicuro avrai partecipato con felicità per la tua balia mi scalda il cuore. Anche se in ritardo, porgigli i miei omaggi… spero di conoscerla il prima possibile ed essere presente alla prossima festa anche io. Nel frattempo è bello che tu faccia sentire speciali tutti in quel castello. Che tu sia il raggio di luce tra quelle mura.”



    La poteva immaginare, muoversi per il castello guardinga e con quegli occhi verdi smeraldo osservare ogni cosa, prima d’imbracciare quel violino e suonare per quel pubblico che lei amava tanto.
    Gli ultimi.
    Perché solo loro potevano apprezzare una musica tanto soave, con le orecchie libere da ogni fardello e veleno.

    E mentre leggeva quell’ultimo pezzo di lettera, dove lei gli dichiarava il suo amore in modo così romantico e vero, Florian non poté che sorridere addolcito. Erano loro. Uniti. Nonostante tutto. Fece un altro paragrafo della lettera, importante quanto tutti gli altri ma prezioso come una goccia d’acqua nel deserto.

    “Spesso siamo schiavi dei nostri desideri… ma quello che proviamo noi, Lune, non è sbagliato. Non è sbagliato sognare di stringere la persona che ami, donarle il tuo amore. L’ho già detto in questa lettera, ma il desiderio di stringerti a me e proteggerti è talmente pressante da star male.
    Baciarti, accarezzarti, guardare insieme la luna e sognare insieme. E vedere quei sogni sogni coronati.
    Ma anche essere stretto e protetto al tuo seno, mentre mi tranquillizzi. Quella tua fiamma che non si spegne mai nel tuo petto e che non ha visto debolezza nella mia fragilità, ma un tesoro da proteggere. Quindi il mio desiderio è proteggerti ed essere protetto, stando fianco a fianco. Perché questo è il nostro amore Lune. Un modo per sopravvivere a questo mondo di fasullo e riuscire finalmente a rivedere il cielo stellato. Ed Amarci, fino alla fine, nonostante tutto.”



    E poi quella domanda, dove la ragazza gli chiedeva cosa fosse successo e se fosse stato richiamato al fronte.
    Il giovane non pensò nemmeno un attimo di nascondere i dubbi all’amata, chiedendole un parere su quello che aveva fatto.
    Forse era lui a pensarla diversamente dal mondo intero, ma era sicuro di trovare in Lune una voce fuori dal coro.
    Qualcuno che… poteva capire il suo pensiero.

    “Non Sono stato chiamato per tornare in battaglia, ma ho dovuto combattere: Il regno di mio padre è grande e raramente bande di banditi o criminali si formano per opporsi al suo dominio.
    Alle volte sono assassini e tagliagole, altre poveri diavoli che rubano perché devono arrivare alla fine della giornata. Si, lo so che è sbagliato, ma mi chiedo… non devono forse essere giudicati in maniera equa? Mio fratello gemello, mandato a sedare una rivolta ad ovest del Ducato, ha passato i ribelli a fil di spada… io invece, ad Est, ho catturato più membri di questa banda di ladri possibile, portandoli al castello per farli giudicare.
    Per dargli una dignità che ogni uomo, anche il peggiore, merita. Questo però non è stato un gesto apprezzato dal Duca, che mi ha ricordato come ci si deve comportare con i ladri. Ma io mi chiedo: Non è compito d’un saggio governate mantenere giustizia e legge senza spadroneggiare con furia nei suoi territori solo perché può?
    E’ solo la paura il deterrente per evitare una deriva caotica d’un regno troppo grande. Sento d’aver fatto la scelta giusta, ma molti a palazzo, pensano che io mi sia comportato da debole. Ma cos’è davvero la debolezza se non la paura d’affrontare ciò che è giusto? Perdonami per lo sfogo, amor mio, ma non voglio nasconderti il mio pensiero, forse alla ricerca d’un parere simile al mio o che mi faccia davvero rinsavire.
    Attendo con ansia la tua risposta.

    Teneramente
    Con Affetto
    Ti Amo
    Per Sempre Tuo
    Florian

    PS: Non credi che dovremmo nome a questa coraggiosa colombella, complice del nostro amore?”



    In Effetti, il piccolo animaletto, rimasto lì a sonnecchiare, non poteva essere mandato via proprio in quel momento.
    Florian, per quanto fosse impaziente Di consegnare quella lettera a Lune, non voleva affaticare la coraggiosa messaggera candida e dopo averla rifocillata, si promise d’inviare quella lettera all’alba del giorno dopo e quando essa arrivò, con una carezza sulla carta, sperando arrivasse all’amata, liberò la colomba con il messaggio, prima di annusare l’aria, ancora impregnata di quel meraviglioso profumo… il profumo di Lune Rayon.







    HP 97/97
    CA 19
    Tpc - (danni -)



    Mischia:+13/+8 Falchion Affilato Anatema +1 (2d4+1+4)
    +12/+7 Lancia Da Cavaliere (1d8+4)
    Distanza+8/+3
    HP 87/87
    CA 23
    TpC - (danni -)



    Mischia+11 Morso [1d8+6], 2 Artigli [2d6+6]/+10 Sperone [1d8+6]
    Distanza//
    Equipaggiamento
    0 MP | 0 MO | 0 MA | 0 MR

    Capacità
    Sfida 3/3 Giorno
    Tattico
    Stendardo
    Ordine
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

  12. .

    Ur

    Umano Iboithi | Attaccabrighe | 6 | N/C | Scheda | DICEROOM

    Il ragazzo ascoltò quello che Remì aveva da dire. Era incredibile come quel ragazzino sprizzasse energia da tutti i pori. Qualcosa che, infondo, era ispirante, anche per un animo come quello di Ur.
    Era cambiato molto da quando aveva lasciato Arborea con Venalia. Aveva capito che avere rapporti con le persone era importante e nonostante il dolore, aveva accolto un po’ di quello spirito che Dot gli aveva donato.

    Legare era importate e nonostante Ur fosse ancora molto carente in quello, non liquidò il gentile Remì, rispondendogli nel modo migliore che potesse trovare.
    Grazie. Ho solo fatto quello che faccio da quando sono piccolo. Mi sono difeso. Non c’è bisogno di scrivere una ballata su una rissa.
    Spiegò il mannaro, che però stava cominciando ad apprezzare la compagnia dello strano cavaliere canzoniere, che sembrava il personaggio d’una favola pittoresca più che un vero uomo con cui interagire.
    E questo…. Lo metteva a suo agio.
    Scriverai presto una ballata anche su di te, musico dalla lingua lunga. Ne sono sicuro. Disse il mannaro, cercando di sembrare rassicurante, prima di analizzare meglio il contenuto del carico un po’ meglio.

    Si! Disse il ragazzo, quando il menestrello parlò della ballata. Da quel tono eccitato sembrava che il mannaro ci tenesse molto a quella ballata.. o a chi lo voleva dedicare. Vedrò di farmi capire, mentre torniamo in città dimmele! Esclamò.

    Remì a quel punto poté controllare le condizioni delle guardie e, sfortunatamente… non c’erano stati sopravvissuti. Nemmeno un verso o venne dai loro corpi, ormai senza vita.
    Era stata una mattanza, ma gli uomini sapevano i rischi di quel lavoro e probabilmente avevano scelto loro quel destino, impugnando le armi in pugno.
    Perché questo era il mondo… un duro specchio in cui ognuno doveva riflettersi, prima o poi. Quegli uomini lasciavano dietro qualcosa e quello che era accaduto quel giorno non sarebbe passato inosservato.

    Anche Ur Notò la scena. Era sicuro che le guardie fossero morte, poteva sentire l’odore del sangue e quindi decise d’esporsi. Potremmo caricare i corpi sul carro e portarli in città. Sono sicuro che le loro famiglie vorrebbero poterli piangere.
    Anche lui avrebbe voluto piangere di più la madre quando la seppellì, carceriera o meno. Capiva quel desiderio e non sarebbe stato difficile accontentarlo.

    Qualunque fosse stata la risposta di Remì, il Mannaro si sarebbe poi avvicinato al morso per i cavalli, guardandolo un attimo… prima di far cominciare a mutare il suo corpo in quello d’un grande orso nero, per poter trascinare il carro fino alla città senza difficoltà.
    Il suo corpo s’ingrosso, le braccia e le gambe diventarono delle spesse zampe e la pelliccia nera e scarmigliata andò a coprire le ferite. Si alzò in piedi, guardando poi Remì come se fosse la cosa più normale del mondo, facendogli cennò con la grossa testa di salire sul carro.

    HP 18/72
    HP Temporanei:6/6
    CA 17 RD 10/Argento e Ferro Freddo
    TpC Danni



    Mischia +10 Colpo Senz'armi Folgorante [1d8+4 + 1d6 da Elettro Crit 20 x2] [Raffica di Colpi +8/+8/+3]
    Distanza Arco lungo Composito +4 [1d8+4 Crit 20 x3]


    Equipaggiamento
    0 MP | 1270 MO | 0 MA | 0 MR



    Capacità
    Trasformazione Forma Ibrida/Mannaro A Volontà [Azione di Movimento]
    Flessibilità Marziale:5/5 al Giorno
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

  13. .

    Ur

    Umano Iboithi | Attaccabrighe | 6 | N/C | Scheda | DICEROOM
    Non si aspettava quella reazione da parte di Dot, ma una parte di lui ci sperava. Ci sperava vivamente. Voleva essere il suo punto di riferimento, voleva essere quello a cui si rivolgeva quando aveva paura, quando si sentiva insicura.
    Proteggerla da quel modo orribile che non era fatto per lei. Essere il suo branco, il suo protettore… Ur non se ne rendeva conto, ma la Piccola Druida era diventata la persona più importante della sua vita, l’unica che valeva la pena proteggere davvero.
    L’aveva fatto con Diana, L’aveva fatto con i briganti e mentre lei gli diceva che era speciale, il mannaro ci credette davvero stavolta.

    La fronte di Dot era caldo e quella sensazione sulle labbra per il giovane mannaro fu meravigliosa, dolce… gentile. Era come se tutto quello che volesse in quel momento fosse quello. Sentirla vicina e sentire che lui era vicino a lei.
    Che poteva proteggerla e che lei… poteva proteggere lui da se stesso. Con gli altri era diverso… con lei era una persona completamente nuova.
    La corda che lo teneva ancorato ad un lato più umano di sé
    Quel lato che lui non voleva accogliere ma che aveva fatto scaturire tutte quelle sensazioni sconosciute.
    No. Lei non era come Sibylle.
    Lei era diversa.
    Lei era unica.

    E poi quell’abbraccio, quelle frasi che lo cullavano in modo che la Druida nemmeno immaginava. Si sentiva amato davvero, all’ombra di quel grosso albero coperto di Lucciole sentiva di poter esporsi, di mostrare quel cuore che, indurito dal tempo, era convinto non battesse nemmeno più.
    Io voglio mostrare a chi merita questo calore Dot… ma tu sei quella a cui lo voglio donare tutto. L’accarezzò cercando di imitarla.
    Sarebbe stato così semplice, se il ragazzo avesse compreso quell’emozione che la madre non gli aveva mai spiegato.
    Lui era innamorato della Druida. Un Amore puro e semplice, ignorante come lui. Ma non sapeva cosa volesse dire “Essere innamorati”
    Conosceva l’amore, ma per lui era uguale per chiunque. Quello che provava per Dot era diverso, più forte, più intenso.
    Lui voleva semplicemente che lei fosse al sicuro e che al contempo gli sorridesse sempre, come in quel momento.
    Assaporava il suo odore e si sentiva in pace, sentiva il contatto con la sua pelle e si sentiva bene… In quel Momento Ur non sarebbe voluto essere in nessun posto che non fosse quello. Voleva crogiolarsi in quell’abbraccio. Nel loro abbraccio.

    Quando tutto questo sarà finito, quando avrò concluso questa storia con il mio passato… fammi venire con te. Le disse, scostandosi ma continuandole ad accarezzare il capo.Cercheremo tesori. Scaleremo i monti più alti e nuoteremo nei laghi profondi. Le praterie, le città… qualsiasi cosa per trovare tesori per la tua tribù. Perché tu sei il mio branco. Sei la persona che voglio proteggere. Le spiegò, con un sorriso radioso.
    E so che per imparare ad Amarmi… devo sapere che tu stai bene. Gli spiegò, appoggiando la fronte sulla sua.
    Grazie… per essermi vicina.




    HP 72/72
    CA 15
    TpC - (danni -)



    Mischia +10 Colpo Senz'armi Folgorante [1d8+4 + 1d6 da Elettro Crit 20 x2] [Raffica di Colpi +8/+8/+3]
    Distanza Arco lungo Composito +4 [1d8+4 Crit 20 x3]


    Equipaggiamento
    0 MP | 1270 MO | 0 MA | 0 MR



    Capacità
    Trasformazione Forma Ibrida/Mannaro A Volontà [Azione di Movimento]
    Flessibilità Marziale:5/5 al Giorno
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

  14. .

    Florian Buchard

    Umano Iboithi| Cavaliere [Cavalca Bestie] | Livello 7 | N/L | Scheda | DICEROOM
    Quella sicurezza con cui disse d’amarlo, dopo aver fatto un passo verso di lui, fece sorridere il Duca. Era coraggiosa, Amélie. Stava cercando tutto quel coraggio che aveva nel cuore per buttare fuori un ruggito devastate, gridando il suo amore a quello che era il suo promesso sposo. Si stava opponendo, cercando in lui un appiglio e non un muro.
    E lei era la peggior vittima di tutto quello spettacolo: venduta come un pezzo di carne a lui, nonostante il suo cuore fosse di qualcun altro.

    Avebbe potuto pensare talmente tante cose Florian, mentre la ragazza lo guardava negli occhi, senza distogliere lo sguardo.
    Lui si stava esponendo con lei perché forse, s’era stancato di tutto quel recitare. Il Giudice massimo, Il Duca implacabile… ma nella sua testa c’era solo una parola.
    Assassino.
    Lui era quello ed il suo ruolo era quello. Nessun’altro. Lui avrebbe peccato per il bene del Nentyr. Lui era l’agnello sacrificale ed il coltello.
    Quella guerra l’avevano creata lui ed i suoi antenati. Quell’odio era una spirale che lui non poteva spezzare.
    Lui… non Era Lune.
    E non Era Amélie.

    Staccò la mano dalla guancia di lei, sempre con quel sorriso malinconico, non abbassando però lo sguardo. Se non ci fossero stati impedimenti mia signora, avrei portato via la Mia Lune anni fa, cavalcando nel cielo con lei, fino ad un luogo dove saremmo potuti essere solo Florian e Lune. Se non ci fossero stati impedimenti… forse voi nemmeno sareste dovuta essere buttata nella mia vita, costringendovi a rovinarvela.
    Spiegò lui alla donna, cerando di trovare le parole giuste per esprimere i suoi dubbi.

    Era tutto un gioco di ruoli e per tenere salde le terre di suo padre, Florian aveva cominciando una guerriglia fratricida. Aveva combattuto con il fratello gemello e continuava a farlo, con forza e determinazione. Aveva deciso d’essere infelice per il bene di tante persone.
    Aveva deciso di prendere possesso del Ducato di Galet per aumentare il suo prestigio e finalmente riprendersi tutte le sue terre.
    Aveva deciso che il suo ruolo era quello di cacciatore ed assassino, Nobile Nentyriano spietato e spaventoso agli occhi degli avversari.
    Ma in quel momento, Florian decise di fare la cosa giusta. Perché quella ragazza non aveva colpe. Non aveva fatto nulla per meritarsi la sua Ira.
    Lei desiderava solo essere felice e si stava appellando a lui per esserlo.
    Avrebbe potuto dire di no. Che non avrebbe rinunciato a sposarla, che i territori di Galet erano troppo importanti per la sua campagna militare contro suo fratello.
    Contro il suo prestigio.
    Ma in quel momento… rivide in quegli occhi verdi, così pieni di speranza d’essere capita, i suoi. Di tanto tempo prima.
    Non metto in dubbio i vostri sentimenti Amélie e voi… non avete fatto nulla per non essere felice. Tutti ci meritiamo un po’ di felicità in questo triste mondo.

    Ma voleva essere sicuro di questo Friederik Van Der Reich. Doveva essere sicuro che non fosse solo un approfittatore di quel cuore troppo puro ed innocente. Qualcuno che voleva solo mettere le mani su Galet. Questa sera Parlerò Friederik Van Der Reich. Capirò che persona è. Voglio parlagli faccia a faccia e capire se i sentimenti per voi sono sinceri.
    Se lo saranno e sarò soddisfatto… cercheremo di lavorare insieme per permettere la vostra felicità.
    non poteva dire di no a quegli occhi verdi ed a quel tono supplicante. Lune o non Lune, non dovete essere costretta a seguire il destino di tristezza che ho scelto io. Voi avete avuto il coraggio di scegliere l’amore. Non ripudiate mai questa vostra scelta. Avete scelto di essere… Le mise le mani sulle spalle, con gentilezza. …Di essere voi stessa.

    Ci fu un secondo di silenzio, mentre Florian distruggeva tutto quello che avrebbe potuto ottenere dopo aver visto la dolcezza della sua promessa sposa. E se Friederik si fosse dimostrato un vero uomo d’onore, come Florian sperò nell’animo lo fosse, avrebbe dovuto lavorare per Boicottare il suo stesso matrimonio e proteggere quella ragazza tanto coraggiosa quanto fragile. Abbiamo ancora opere da vedere, giusto?
    La Incalzò, cercando di riportare allegria in quella conversazione.
    Per una volta, Florian aveva scelto usando il cuore… e nonostante tutto, non se ne sarebbe pentito.


    HP 84/84
    CA 19
    Tpc - (danni -)

    Mischia:+12/+7 Falchion Affilato Anatema +1 (2d4+1+4)
    +10/+5 Lancia Da Cavaliere (1d8+4)
    Distanza+7/+2
    HP 73/73
    CA 23
    TpC - (danni -)



    Mischia+10 Morso [1d8+6], 2 Artigli [1d8+6]/+10 Sperone [1d8+6]
    Distanza//
    Equipaggiamento
    0 MP | 0 MO | 0 MA | 0 MR

    Capacità
    Sfida 3/3 Giorno
    Tattico
    Stendardo
    Ordine
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

  15. .

    Florian Buchard

    Umano Iboithi| Cavaliere [Cavalca Bestie] | Livello 7 | N/L | Scheda | DICEROOM
    Quegli occhi… quegli occhi che non avevano perso la loro luce nemmeno dopo una sconfitta cocente si specchiarono nei suoi. Li accolse con lo stesso sguardo che si riservava a qualcuno che non doveva essere compatito.
    Poteva immaginare quello che pensava, quanto volte s’era sentita fuori posto. Quante volte potesse essere considerata “Diversa”.
    E quante volte aveva combattuto.

    Mai. Lei non si arrendeva mai. E Florian in quel momento non poté che sorridere interiormente, trovando in Ailisewin un animo affine, determinato… diverso da molti di quelli nella valle.
    E mentre quei ragazzi correvano, gonfiando il loro ego oltre ogni aspettativa, immaginando imprese eroiche con le quali mettere una tacca sulla loro spada per ogni nemico ucciso, Florian leggeva in quegli occhi tanto luminosi ed ardenti ciò che si sarebbe aspettato di leggere nei suoi.
    Molti andavano in guerra.
    Pochi Erano davvero preparati.
    Quasi nessuno la capiva. Nemmeno lui. Eppure, la figlia del Generale l’avrebbe capita. Ne era sicuro. Lei era… diversa.
    Non capiva per quale motivo, ma se lo sentiva nelle Ossa.

    Allora corri, Ailisewin. Dovrai fare il loro stesso percorso, ma con il doppio della fatica. Dovrai dimostrare doppiamente di meritarti uno straccio di riconoscimento. Dovrai lottare con le unghie e con i denti per ogni singolo centimetro che conquisterai. Ma tu non ti arrendi. Mostramelo! la incitò, perentorio, facendole segno di cominciare a correre.
    Dimostrami che quello che ho visto non è solo fumo in questi occhi, ragazzina. Mostrami cos’è la forza.
    Pensò, capendo che quella ragazzina sarebbe maturata 10 volte più di ogni uomo in quella classe.






    HP 84/84
    CA 19
    Tpc - (danni -)



    Mischia:+12/+7 Falchion Affilato Anatema +1 (2d4+1+4)
    +10/+5 Lancia Da Cavaliere (1d8+4)
    Distanza+7/+2
    HP 73/73
    CA 23
    TpC - (danni -)



    Mischia+10 Morso [1d8+6], 2 Artigli [1d8+6]/+10 Sperone [1d8+6]
    Distanza//
    Equipaggiamento
    0 MP | 0 MO | 0 MA | 0 MR

    Capacità
    Sfida 3/3 Giorno
    Tattico
    Stendardo
    Ordine
    Incantesimi
    0/0 Lv 0| 0/0 Lv 1| 0/0 Lv 2 | 0/0 Lv 3
    Incantesimi Pronti
    1.
    2.
    3.

66 replies since 11/11/2011
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