Votes taken by GIIJlio II

  1. .

    Grace Heartbreaker

    Nano | Paladino | Livello 4 | LB | Scheda | DICEROOM
    Una guerriera indaco. Era da tutta la vita che Grace si preparava a questo momento, mastro Rogar l'aveva istruita a dovere durante il suo apprendistato. Si trattava di persone che sin dalla più giovane età erano dotate di un'aura particolare, capaci di imprese incredibili e di una sensibilità fuori dal comune. Per i primi tempi Rogar aveva avuto il dubbio che Grace stessa potesse esserlo, poi però questa speranza si era rivelata infondata. Proprio per tale motivo quando la giovane paladina ricevette la missiva di Bianca Kristoff si sentì invasa di una certa invidia, anche se scacciò subito cattivo pensiero. Doveva aiutarla, era parte del suo sacro compito. Stando agli insegnamenti del suo maestro, il Sommo Ogun aveva a cuore queste persone, anche quando non nascevano nella schiatta nanica. E poi da come descriveva le braci della passione che l'avevano legata al suo sovrannaturale marito, quell'amore doveva essere di certo benedetto dagli dei. Certo, il fatto che ripetesse la parola "peccaminoso" quasi a ogni frase avrebbe potuto far pensare a qualcosa di sacrilego, ma Grace era certa che niente di sbagliato potesse provenire da una guerriera indaco. E poi quel Leon poteva anche essere un licantropo e mille altre cose, ma era pur sempre un paladino, il che era una garanzia di bontà assoluta. Nessuna divinità avrebbe garantito quel rango a un servitore sciatto.
    Quando Grace rivelò al suo maestro il compito a cui era stata chiamata, costui le diede il suo totale sostegno. I suoi familiari invece si dimostrarono ben più scettici, in particolare Lace che la dipinse come una credulona. Non si fece fermare da queste disapprovazioni, né da dettagli tecnici come la mancanza di un indirizzo preciso. Il suo cuore le stava dicendo con una chiarezza sorprendente dove doveva essere e come fare a raggiungere quel posto. Ci mise poco a raggiungere Armonia e il luogo del ritrovo. Per prima cosa vi ritrovò lady Venalia, un'abile e scaltra maga elfica che aveva incontrato diversi mesi prima. Insieme a lei c'era anche una strana umana dai capelli verdi e un'elfa molto elegante. Salutò tutti con cortesia, chiedendo se fosse nel posto giusto, poi girò lo sguardo e notò i due committenti.
    "Oh."
    Da quel momento per lei tutto cambiò, niente, fu più come prima. I suoi occhi si posarono su quelli oscuri e ferini di Leon, un uomo poderoso ma dallo sguardo, angelico. E fissando più in basso, Grace si accorse di quei pettorali peccaminosi citati nella lettera. Che altre parole potevano essere usati per descriverli? Nessuna avrebbe reso l'idea di quali pensieri ardenti passarono nella mente della nana, condivisi con ogni probabilità da qualsiasi donna dotata anche solo di un barlume di eterosessualità. Grace divenne tutta rossa, in viso, della stessa sfumatura dei suoi capelli. Riprendere il controllo di sé non fu semplice, immagini di copulazioni selvagge le riempivano il cervello, ma lei si obbligò a virare lo sguardo verso Bianca. Anche lei era una creatura magnifica, non aveva senso nemmeno provare invidia nei suoi confronti. Era esattamente come i guerrieri indaco che aveva a lungo studiato. Il suo viso era semplice, quasi banale, eppure aveva tratti celestiali. Le sue movenze le davano un'apparenza leggermente goffa, ma anche dietro questa facciata si intuiva quanto fosse abile nell'arte della guerra, così come in quella dell'amore. Ma soprattutto, dai suoi occhi, pur così poco espressivi, capì che lei capiva. Lei doveva di certo sapere con quanto ardore Grace aveva desiderato, anche solo per qualche istante, essere posseduta da suo marito. Ne sarebbe stata compiaciuta o gelosa? Lei fra tutte avrebbe dovuto sapere quanto fosse impossibile resistere al magnetismo erotico di quell'uomo, persino per una che di solito non amava particolarmente gli umani. Troppo gracilini, loro, ma Leon no, lui sembrava scolpito direttamente dal marmo per essere l'immagine stessa della perfezione e della forza.
    Si inginocchio, con sguardo determinato e una serietà ritornata impeccabile. Il gesto l'aiutò a ritornare se stessa definitivamente. Non poteva permettersi ulteriori distrazioni.
    "Perdonatemi, mia signora. Io sono Grace Heartbreaker, umile paladina di Ogun. La mia vita è al vostro servizio."
    Durante il viaggio aveva lucidato a dovere la sua armatura, su cui adesso i due bellissimi giovani si sarebbero potuti specchiare alla perfezione. Aveva anche curato il suo fluente crine vermiglio con un'attenzione ben superiore alla norma, cosa che in quel momento la faceva sentire stupida. Come poteva anche solo pensare di poter essere all'altezza dello splendore di quei due? No, il suo compito non era quello di essere gradevole alla vista, avrebbe dovuto proteggerli con tutta se stessa, contro chiunque lo mettesse in pericolo. Non importava quanto peccaminoso fosse, il loro amore era sacro agli occhi del Sommo Ogun e lei lo avrebbe difeso a qualunque costo.
    "Posso chiedere chi sono i viscidi criminali che osano mettere a repentaglio la vostra unione?"
    HP 45/45
    CA 19

    Tpc - (danni -)

    Mischia Spaccaterra +10 (2d6 + 7)
    Tirapugni (non indossati) +8 (1d3 + 4)


    Equipaggiamento
    0 MP | 660 MO | 20 MA | 6 MR

    -Spaccaterra +1
    -Tirapugni
    -Armatura completa +1
    -Haramaki
    -Coperta
    -Corda per armi
    -Giaciglio
    -Kit da sopravvivenza
    -Simbolo sacro ferro
    -Zaino perfetto
    -Kit da guaritore [8 utilizzi rimanenti]
    -Laboratorio da alchimista portatile
    -Strumenti chirurgici
    -Anello del sostentamento
    -Pozione di Ingrandire persone
    -Pozione di Cura ferite leggere
    -Pozione di Cura ferite moderate



    Capacità
    Nome capacità Aura di Bene, Individuazione del Male, Punire il Male (2/g, +4 TpC e CA), Imposizione delle mani (6/g, 2d6), Incanalare energia 2d6, Riserva di sorte (7 punti), Indulgenza superiore
    Incantesimi
    1/1 Lv 1
    Incantesimi Pronti: Sfida dell'eroe


  2. .

    Soraya

    Drow (Pattuente del Diavolo) | Predatore | Liv. 5 | NM | Scheda | DICEROOM
    Soraya sorrise di gusto alle parole del diavolo. Le sue promesse erano allettanti, era proprio quello che aveva sempre desiderato. Parlò anche di bellezza, ma le fece capire che non si trattava di un'avvenenza classica. Una principesse dell'Abisso... di sicuro qualcuna con un titolo così doveva essere terrorizzante, maestosa. Sì, lei lo voleva essere, era stanca di quel corpo fragile e solo in apparenza belloccio. Avrebbe gettato al vento il suo aspetto esteriore senza alcuna esitazione, ma l'espressione usata dal mostro era perfetta per lei. Era proprio così che voleva vivere, che voleva essere!
    Ma c'era un "ma". Soraya fu colta di sorpresa da quella frase, però man mano che ascoltava iniziò a intuire. Gli occhi del diavolo si posarono su Maya per un istante solo, proprio in corrispondenza della parola "rinuncia". Una piccola fitta al cuore colpì la drow, che capì di essere a un bivio decisivo, ma anche di aver già preso la sua decisione e di non poter tornare indietro. Irrigidì la sua espressione, ma non si voltò. Guardandola avrebbe potuto tentennare e al momento non se lo poteva permettere.
    Con un gesto secco il diavolo fece comparire una pergamena piena di scritte. Lady Venalia fu la prima a leggerla, poi invitò Soraya a farlo. Disse che non le sarebbe piaciuta l'ultima clausola e in effetti era vero. Il diavolo la incalzò, invitandola a firmare e poi a eseguire il compito richiesto, definendo facile ciò che avrebbe dovuto fare. Non lo era per niente, ma non volle darlo a vedere al futuro padrone della sua anima. Si rivolse invece all'intermediaria, per avere un'ultima conferma. Stava per fare qualcosa di enorme, non doveva esserci nemmeno una virgola fuori posto.
    "Mi confermate che non ci sono errori o trappole?"
    Mentre parlava con l'elfa, Soraya mosse la mano in basso, per raggiungere la sua cintura. Lì era legato quel piccolo pugnale che portava con sé, con cui si era addestrata così tanto insieme a sua zia e il cui utilizzo aveva padroneggiato in modo molto parziale. Non appena ricevette la conferma da lady Venalia, la drow si voltò di scatto, senza guardare il suo obiettivo in volto. Lo fissò all'altezza del petto, non poteva certo permettersi di esitare in un momento del genere. Mosse l'arma verso il corpo della sua vittima e la pugnalò al collo. Le due caddero a terra fragorosamente. Il rumore della lama che penetrava la pelle fu orribile, ma il peggio venne quando Soraya alzò lo sguardo e vide gli occhi di Maya, colmi di lacrime. Quella era la donna che l'aveva accompagnata sin dalla sua nascita e che aveva abbandonato tutto per venire con lei. Le aveva fatto da madre, pulendola quando era neonata e insegnandole gran parte di ciò che sapeva. L'aveva amata, come nessun altro al mondo. Tutti si aspettavano qualcosa da lei, tutti volevano che diventasse come sua madre, tutti tranne Maya. Lei le voleva bene per quello che era, perché era Soraya e non perché figlia di qualcuno di importante. Erano legate da un affetto sincero, un ostacolo che lei doveva tagliare se voleva diventare regina.
    "P... prrch?"
    Gli occhi di Maya erano colmi di dolore, le sue parole miste a gorgogli. Stava morendo, ormai era chiaro che non sarebbe riuscita a salvarsi. A bruciarle ancora più sembrava essere il tradimento così improvviso, dopo una vita passata a proteggere quella bambina. Forse non capiva, era normale che non ci riuscisse. Soraya la fissò con occhi grondanti di lacrime per un istante solo, poi estrasse di colpo il pugnale.
    "Perché ti amo." Era piuttosto semplice, se non avesse provato sentimenti così forti verso quella donna non le avrebbero chiesto di ucciderla. Se ne rendeva conto, era proprio quell'amore ad aver condannato a morte Maya. Ne era dispiaciuta, ma non ne era pentita. Calò il pugnale sul corpo della donna, ancora e ancora. Con violenza, sublimando in quei colpi tutta la forza dei suoi sentimenti. Con ogni probabilità dall'esterno doveva essere uno spettacolo ridicolo, oltre che orribile. Dieci, venti, cento coltellate, goffe e prive di alcun obiettivo pratico, ma allo stesso tempo molto significative per la giovane drow.
    Una volta sfogata quella raffica di colpi, Soraya fece un respiro profondo e si asciugò le lacrime con quelle mani lorde di sangue. Il suo intero corpo era ormai rosso. Si alzò in piedi e ritornò dai suoi interlocutori di prima, dai suoi aguzzini. Il suo sguardo era tornato determinato, anche se in esso c'era la traccia del dolore per ciò a cui era stata costretta. Teneva ancora in mano l'arma e decise di impugnarla come fosse un calamo. Con esso, usando il sangue di Maya al posto dell'inchiostro, firmò la sua dannazione eterna.
  3. .

    Barakas Charkiar

    Umano I. | Attaccabrighe (MP Fattucchiere) | Lv. 3 | CN | Scheda | DICEROOM
    Lo sguardo perplesso del re fece venire il dubbio a Barakas di aver detto qualcosa di storto o poco furbo, ma per fortuna il sovrano rispose a tutto. Avrebbero avuto accesso all'intero edificio, tranne una singola ala che conteneva solo spazzatura. Se fosse stato un criminale quello sarebbe stato il primo posto in cui avrebbe nascosto un'eventuale refurtiva, pensò il giovane, però decise per il momento di tenere per sé tale considerazione. Il re indicò loro il nome di un servitore che li avrebbe accompagnati, borbottando per lamentarsi della sua assenza, poi fece una breve descrizione dell'oggetto. Barakas avrebbe preferito un disegno, per essere sicuro di non tralasciare alcun dettaglio, ma dovette farsi bastare quelle parole.
    La ragazza dai capelli verdi chiese il motivo per cui i sospetti si erano concentrati sulla corte stessa e la risposta lasciò Barakas nettamente perplesso. Sua figlia scompariva nel nulla per giorni e il re era più preoccupato dell'ampolla? Il giovane non conosceva le loro dinamiche familiari, ma gli sembrava che le priorità dovessero essere opposte. Aveva motivo per sospettare così tanto della figlia? Che tipo di persona era? Con ogni probabilità quelle domande era meglio porle a qualcuno che non fosse Yerol, per avere risposte più obiettive e non indispettire il cliente.
    La terza a parlare fu una giovane donna dall'aria seria, che mostrò molto acume nel porre le giuste domande. A quanto pareva l'unico a sapere la posizione dell'ampolla e le contromisure usate a sua difesa era il servitore che avrebbe dovuto aiutarli. A detta del re era un uomo estremamente fedele, ma Barakas lo sentì subito come molto sospetto. Fingere totale abnegazione non era facile, ma il mondo era pieno di gente capace di mantenere i propri intenti nascosti anche una vita intera, pur di raggiungere obiettivi grandiosi, o percepiti tali. No, lui non avrebbe escluso l'uomo dalle indagini, almeno non a priori. Anche questo però non lo disse ad alta voce, sembrava che il re avesse un legame piuttosto forte con l'uomo, l'avrebbe offeso di certo palesando i suoi sospetti.
    L'ultimo a intervenire fu il cavaliere impettito e simpatico, che però ottenne una risposta piuttosto brusca dal sovrano. Non avevano il diritto di sapere cosa si trovasse all'interno dell'ampolla, né del motivo di cotanto interesse. Specificò anche che l'oggetto non si sarebbe aperto senza una sua parola d'ordine, cosa che rendeva piuttosto futile il furto, tutto sommato. A meno che il ladro non avesse un qualche modo di farlo aprire con l'inganno o la costrizione, si corresse subito mentalmente.
    Quando il re porse loro la cartina Barakas lasciò che fossero altri a farsi carico di quell'onere. Non era terribile nell'orientamento, ma di sicuro nel gruppo ci sarebbe stato qualcuno di più abile di lui.
    "Vi ringrazio della cortesia e del vostro tempo, sire."
    Barakas non era sicuro che la frase detta aveva senso, ma gli pareva doveroso dire qualcosa prima di uscire dalla stanza. Se nessun altro avesse avuto domande o altre questioni, il kalazariano avrebbe preso la porta. A suo avviso era importante fare il punto della situazione insieme agli altri membri del gruppo, ragionare da squadra. Avrebbe proposto di spostarsi abbastanza da essere lontani da orecchie indiscrete, poi avrebbe parlato con tono di voce basso a tutti i suoi compagni di ricerca.
    "Boh, che pensate? A me la storia della figlia ladra che scompare sembra troppo facile e poco sensata. Però boh, se il re insiste tanto magari c'ha dei motivi e lei è una principessa pazza, tipo. A me verrebbe da partire dalla sua stanza, a questo punto. Che si fa, ci andiamo tutti insieme o ci dividiamo e poi ci rincontriamo tra un po' e facciamo il punto della situazione? Forse meglio la prima, no? Ah, tra l'altro..." Si guardò un attimo attorno con circospezione, poi riprese a parlare con tono di voce ancora più basso. "A me 'sta storia della parte abbandonata anche convince poco, uno se deve nascondere cose lo farebbe lì, no? Qualcuno di voi ha delle capacità maggiche o cose così per entrarci di nascosto o anche solo dare un'occhiata? Che dal modo in cui l'ha detto dubito ci farà entrare, ma è uno dei posti più sospetti in assoluto, per me."

    HP 29/29
    CA 16

    Tpc - (danni -)

    Mischia Colpo senz'armi +7 (C / 1d6 +4| x2), Raffica di colpi +5/+5 (C / 1d6 +4| x2), Pugnale +7 (P o T / 1d4 + 4|19-20/x2)
    Distanza Pugnale +4 (P o T / 3 m / 1d4|19-20/x2)


    Equipaggiamento
    0 MP | 4071 MO | 17 MA | 20 MR

    Pugnale
    Armatura Lamellare di Cuoio +1
    Scudo pesante di legno
    Acciarino e pietra focaia
    Borsa da cintura
    Coperta
    Corda, 15 m
    Giaciglio
    Kit da barba
    Kit di sopravvivenza
    Piede di porco
    Rampino comune
    Torcia x2
    Zaino comune
    Arnesi da artigiano
    Arnesi da scasso perfetti
    Kit da guaritore [10 utilizzi]



    Capacità
    Nome capacità Fatture (Malocchio), Colpo della fattura, Attacco Furtivo (1d6), Raffica dell'Attaccabrighe, Maestria in CombattimentoFinta del serpente


  4. .

    GIIJlio II


    Linde | Barbaro | LV. 3 | SCHEDA
    Linde non riusciva a non sentirsi un po' sciocca mentre si guardava nello specchio. Quasi non si riconosceva, talmente trucco si era messa in viso. Aveva impiegato ore davanti a esso, prendendoci la mano ben oltre quanto avesse previsto. Ci aveva messo una quantità di tempo esagerata a rendere così mossi e vivaci i suoi capelli, di solito meno definiti e più selvaggi. Anche la scelta dei vestiti era stata quanto mai impegnativa. Voleva essere perfetta per la festa, la considerava un'occasione importante. Dopo l'inquietudine per la battaglia di Canstat e le emozioni contrastanti che le aveva causato il ritorno a casa, oltre che il matrimonio della sua vecchia amica di infanzia, aveva un bisogno assoluto di leggerezza. Di divertimento. Era felice all'idea di poter partecipare a una festa come quella che aveva organizzato il Marchese, anche se le faceva strano ritornare per l'ennesima volta nel giro di poco tempo nel Gilthoniel. Oltretutto non aveva mai presenziato a niente del genere, sua madre non aveva mai permesso che si organizzasse una festa con un tema così macabro. Come si sarebbe dovuta comportare? Avrebbe dovuto cercare di spaventare gli altri? Sperava di riuscire a capire presto come fare in una situazione del genere. Di certo non avrebbe voluto ripetere la figuraccia del compleanno della principessa di Arborea, in cui la sua inettitudine le aveva quasi fatto venire un attacco di panico. Chissà se sarebbe riuscita a incontrare Amari, le doveva un favore enorme per quella sera e avrebbe voluto ricambiare.
    Si diede una nuova occhiata, dopo aver indossato il cappello bianco a tesa larga che aveva comprato nel pomeriggio. Le piaceva come le stava, anche se non avrebbe avuto il coraggio di indossarlo in nessun altra occasione. Oltre al fatto di essere in teoria da uomo, stonava molto con i suoi abiti da viaggio. Però quella sera poteva permettersi un elegante completo bianco e un copricapo maschile senza arrossire, quella sera lei era un vampiro. Aveva comprato dei denti finti e si era fatta una macchia di sangue finto con il rossetto che scendeva agli angoli della bocca. Forse senza questi dettagli nessuno avrebbe colto il senso del suo costume, si era impegnata molto di più a essere bella che a essere fedele al tema. Un po' si sentiva in colpa per quello, le sembrava quasi di essere venuta lì solo per rimorchiare. Il che non era del tutto falso, aveva una gran voglia di incontrare una persona speciale, di trovare un amore nuovo dopo così tanto tempo, però non voleva che fosse il suo unico pensiero. Svagare la mente, ecco quello doveva essere la sua priorità, si disse.
    Una volta terminati i preparativi, Linde uscì finalmente dalla stanza. Si lasciò incantare dalla fibrillazione che sentiva da tutti i presenti, oltre che dalle decorazioni così belle, per quanto a tema macabro. Osservò con gioia alcuni bambini scorrazzare senza controllo al suo fianco e fare i complimenti al costume di un'altra persona. Sorrise, consapevole che con ogni probabilità il suo travestimento avrebbe avuto meno successo tra i giovanissimi, ma non era quello il suo obiettivo primario. Si avvicinò a uno dei chioschi, gestito da uno strano mostro di non chiara natura e comprò un paio di mele caramellate, come sostegno fisico per non farsi prendere dall'ansia. Però prima di poterle assaggiare sentì dietro di sé una voce impettita ma lieve, di un giovane che stava cercando di incoraggiarsi da solo per andare almeno fino alla piazza. Linde si girò e lo osservò per un istante. Aveva dei vestiti estremamente eleganti e un portamento altero, anche se il suo sguardo tradiva un notevole timore. Sembrava come un pulcino travestito da pavone, le venne da pensare.
    "State bene, mio signore? A quanto pare abbiamo avuto la stessa idea per il costume, anche se devo dire che il vostro è molto più elegante e bello del mio, senza dubbio." Linde sorrise al giovane, che in quel momento si accorse essere un mezzelfo. Le sembrava quasi uno di quei damerini con cui sua madre cercava sempre di accoppiarla, quando era adolescente, ma provò l'esatto contrario dell'antipatia che quei personaggi le avevano sempre ispirato.
    "Stavo cercando anch'io la piazza, ma non riesco ancora a orientarmi in questa città. Vorreste accompagnarmi?"
    Barakas | Attaccabrighe | LV. 2 | SCHEDA
    Quando aveva sentito di una festa in maschera nella Marca aveva deciso che avrebbe partecipato a qualsiasi costo. E visto il tema particolare che era previsto, Barakas si era fatto venire un'idea molto specifica per il costume, che avrebbe portato a compimento un pensiero strampalato che gli era venuto diverso tempo addietro. Consapevole di quanto sarebbe potuto essere difficile assemblare un costume come quello che aveva in mente, decise di arrivare a Undtra con largo anticipo. Passò i giorni precedenti alla festa cacciando un sarto libero e abbastanza folle da dargli retta. Ci mise parecchio, le code per chi voleva farsi fare un costume all'ultimo minuto erano notevoli e almeno un paio di artigiani lo mandarono al diavolo dopo aver sentito la sua idea. Del resto era qualcosa di altamente inusuale e che richiedeva anche maggiore attenzione dei normali abiti, visto che si trattava della rivisitazione di un classico già noto, ma con proporzioni del tutto sballate. Alla fine, dopo innumerevoli porte in faccia, Barakas ottenne un ormai insperato successo, un sarto chiamato Stromm superò lo stupore iniziale e accettò l'incarico, anche se prima volle sentire la motivazione che c'era dietro. "Mia madre è una strega e visto che sono partito in viaggio per conoscerla finalmente, la voglio onorare così. E poi mi sembra divertente, attirerò di certo l'attenzione ahahah." L'uomo lo guardò un po' storto, ma alla fine si unì anche lui alla risata. E accettò l'incarico, anche se chiese un sovrapprezzo. Non aveva mai creato un abito lungo, con tanto di scollatura e gonnellone, per una persona alta due metri e così muscolosa. Doveva lavorare su misura, cosa che volle dire che Barakas dovette passare diverse ore nel suo atelier. Al termine di questa impresa dovette anche trovare una parrucca e una scopa, per completare il costume, cosa che gli impiegò diverse ore. Ne valse la pena, però, gli piaceva proprio l'effetto finale.
    La sera della festa scese dalla sua stanza, finalmente sfoggiando il suo vestito da strega. Tutti quanti nella sala principale dell'ostello si girarono verso di lui, alcuni trattenendo a stento le risate, altri con espressioni di disgusto. Mentre camminava, fu raggiunto dall'oste, che lo guardò dubbioso. "Perdonatemi, messere. Potete spiegarmi il motivo di questa assurdità?"
    Barakas sorrise a mille denti, sperava con tutto il cuore che qualcuno glielo chiedesse. Sollevò in alto con entrambe le mani la ramazza che si era portato a corredo del costume, poi urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. "PERCHÉ STASERA SI SCOPA!" Era una battuta pessima e scontata, ma a lui non interessava. Parecchi degli uomini presenti in sala scoppiarono a ridere e brindarono, mentre altri fecero versi di approvazione. L'oste fece una faccia scandalizzata, che dopo un istante divenne disgustata, ma prima che l'uomo potesse dire qualcosa di specifico Barakas si dileguò con solerzia. Uscì all'aria aperta e si accodò alla marea di gente. Come previsto attirò l'attenzione, ma anche molti altri avevano avuto idee particolari per il costume. Alcuni erano addirittura vestiti da zombie o da spore della Piaga e non si aspettava che qualcuno si sarebbe spinto a tanto. Gli sembrava però molto positivo, un modo di sdrammatizzare e cacciare lontano i demoni che infestavano quella terra e Assiah intera, almeno per una notte. Barakas ammirava il coraggio di queste persone e, dopo aver acquistato una birra a una delle bancarelle che si trovava lungo la via, brindò alla loro salute. La bevanda sparì in un attimo e il giovane riprese il suo cammino, ancora più allegro di prima. Non passò molto che gli capitò di imbattersi in una donzella dalla carnagione scura e dall'aria magnetica. Aveva dei segni evidenti di ustioni, che sembravano davvero realistici, ma che visto il contesto dovevano far parte del suo travestimento. Quando se ne accorse, a Barakas uscì un commento quasi istintivo. "Perbacco, che costume fantastico! Sembrano ferite vere, devi essere una maga con i trucchi. Riesci a spaventare bene i bambini? Io punto a spaventare invece gli adulti, ma per altri motivi, ahahah."
    Cercò di attaccare bottone, anche se era consapevole che i suoi modi avrebbero fatto allontanare diverse persone, ancora più del solito. Non molti sarebbero stati disposti a chiacchierare a lungo con una streghetta di due metri, dalle gambe pelose e dai fieri e virili mustacchi.
    Grace | Paladino | LV. 3 | SCHEDA
    Non ricordava come era venuta a conoscenza della festa indetta dal Marchese, ma Grace l'aveva considerata un'occasione magnifica sin da subito. Aveva passato giorni a rimuginare su quale potesse essere il costume migliore da indossare, aggirandosi ogni tanto come un fantasma inquieto tra i banchi della biblioteca più vicina a casa in cerca di ispirazione. Finché non le venne in mente la leggenda del cavaliere senza testa e il suo cervello ebbe un'intuizione terribile. Avrebbe potuto sfruttare la sua bassa statura per infilarsi in un'armatura apposita, priva del capo. Con qualche accorgimento avrebbe potuto camminare come se niente fosse, incutendo terrore anche solo per qualche attimo a tutti gli altri partecipanti. Aveva però bisogno di un aiuto specifico ed era stato così che era riuscita a coinvolgere Lace. Quando le aveva spiegato la sua idea, la fabbra consacrata a Ogun ebbe molto da ridire, l'idea era piena di falle ed era fin troppo strampalata per poter essere realizzata così com'era. Grace però riconobbe negli occhi di sua sorella la solita scintilla di vitalità che la coglieva quando era messa di fronte a una sfida difficile. Nel giro di pochi minuti trovò una soluzione accettabile a tutti i problemi, primo tra tutti come fare respirare chiunque indossasse l'armatura e dare delle aperture per poter guardare che non tradissero la natura del costume. Lace dovette anche lottare per far comparire le braccia a un'altezza accettabile e non troppo in basso nel busto dell'armatura, ma trovò una soluzione a sua detta geniale, ovvero tenere l'avambraccio incollato al fianco e far sì che l'intero braccio di Grace entrasse nella parte finale dell'armatura. Furono necessari numerosi altri accorgimenti, ma Lace si occupò di fare un progetto e di realizzarlo con solerzia, senza che la sua sorellina si dovesse interessare di molti dei dettagli.
    "Ti devo un favore grosso!" "Cerca soltanto di far bella figura e non sfigurare con questo capolavoro che ti ho costruito!"
    Nei giorni successivi Grace si allenò a muoversi dentro al costume, cosa che le costò una certa fatica all'inizio, ma a cui pian piano si abituò. Era molto più scomoda, ma era anche ben più leggera di quella che indossava solitamente, dato che non doveva funzionare effettivamente come protezione. Mancava però ancora il tocco finale, a cui non poteva pensarci la sua sorellona. Rifletté a lungo su come riprodurre la testa del cavaliere e alla fine decise di andare a parlarne con un venditore di giocattoli della sua città natale, spiegando il suo caso. L'uomo la guardò storta lungo tutta la discussione, però alla fine accettò il lavoro. Un paio di giorni dopo ottenne una testa di bambola sovradimensionata e ricoperta di sangue finto. Era dipinta alla perfezione, aveva dei capelli setosi e due occhi gialli penetranti. Era inquietante di per sé, posta in mano a un'armatura decapitata avrebbe completato il costume alla perfezione.
    Una volta completato questo compito, Grace poté dedicarsi alla preparazione pratica del viaggio. Si sorprese quando scoprì che anche Lace aveva intenzione di venire, ma ne fu contentissima. La sua sorellona non voleva saperne di rivelarle quale fosse il suo costume, volendo che fosse una sorpresa a tutti i costi. Sapeva essere ben testarda quando voleva, difetto che entrambe avevano in comune.
    Nel giro di pochi giorni arrivarono a Undtra, appena in tempo per la festa. La mattina stessa presero la stanza in locanda e poi Grace si divertì a fare un primo giretto per la città da sola. Quando la serata fu prossima tornò in stanza per indossare il costume, poi attese al piano di sotto che sua sorella comparisse. Non vedeva l'ora di scoprire cosa si fosse inventata, ma soprattutto di gettarsi tra le strade e godersi la festa. Anche da dietro le finestre poteva vedere il fermento che si era diffuso in città.


    Sarasson | Bardo | LV. 3 | Scheda
    Mancavano più di dieci giorni alla festa quando Sarasson arrivò a Undtra. Aveva deciso di recarsi con largo anticipo nella Marca, per dare un'occhiata a quella terra martoriata dalla Piaga e dalla non morte. Ebbe anche una piccola avventura con quest'ultima faccenda, ma per fortuna in qualche modo se la cavò. Fu però contento quando finalmente poté mettere piede nella capitale, al sicuro da qualsiasi mostro reale. Ne vide molti, quando arrivò la sera, ma erano solo dei costumi. Alcuni di essi erano davvero suggestivi, altri più semplici. C'erano un sacco di bambini che correvano qua e là gioiosi. Si era sempre chiesto da dove venisse la fascinazione che molti, già dalla più tenera età, provavano per il macabro. Per lui non era mai stato così, quindi tale curiosità divenne la più impellente tra le tante cose che voleva scoprire quella sera.
    All'improvviso, mentre camminava tranquillo, fu fermato da un bambino, che lo guardava con gli occhi spalancati. Aveva il viso dipinto in modo da sembrare un licantropo, ma dai vestiti si capiva che doveva essere piuttosto povero. Rimase fermo davanti a lui per qualche secondo, poi alla fine diede voce al dubbio che con ogni probabilità lo stava macerando. Gli chiese se fosse travestito da alieno e Sarasson si ritrovò a sorridere divertito. Era vero, non sapendo cosa scegliere come costume aveva optato infine per il personaggio di uno dei suoi romanzi preferiti. Era un alieno dalla pelle blu e dalla testa enorme, che all'inizio commetteva dispetti e crimini perché convinto di dover essere per forza il cattivo della storia, poi infine trovava il proprio posto nel mondo. Aveva sempre adorato quella storia e di conseguenza non aveva voluto nessun altro costume se non quello, anche se non era stato semplice realizzarlo e non in molti lo stavano riconoscendo. Con ogni probabilità agli occhi dei più doveva sembrare solo un mostro come tanti, ma quel bimbo gli diede soddisfazioni. Sarasson si mise dunque a giocare un po' con lui, parlandogli mentre restava nel personaggio e scherzando insieme. Poco dopo i suoi genitori lo chiamarono e, dopo aver salutato, il bimbo corse via come un fulmine.
    Sarasson riprese a camminare con calma, godendosi lo spettacolo di decorazioni e costumi, ma soprattutto la musica che molti abili artisti mantenevano di sottofondo in certe zone della città. Riusciva a essere festosa e spaventosa allo stesso tempo, cosa che attirò la curiosità del giovane sacerdote di Sarasvatir. Data la sua passione smodata per la musica non poteva non rimanere affascinato da quelle esibizioni, per quanto non fossero al centro della scena. Cercò anche di prendere appunti mentali, per poter imparare qualcosa di nuovo come spesso gli accadeva di fare durante i suoi viaggi. Prima di riprendere il cammino, lasciò qualche moneta ai suonatori, con gioia. Da collega sapeva quanto poteva essere difficile un lavoro del genere, soprattutto se nessuno ti dava la giusta attenzione.
    Dopo un po' di vagabondare senza meta per le strade della città, a Sarasson venne fame e decise di prendere un panino a una delle bancarelle. Per accompagnare meglio lo spuntino ordinò anche una birra. Vicino a sé trovò un giovane nano particolarmente muscoloso e travestito da spaventapasseri. Sembrava sul punto di bere anche lui, quindi Sarasson gli sorrise e sollevò il boccale in sua direzione.
    "Alla vostra salute, messere."


    ⊳ Linde prova ad accodarsi ad Asran -Cappuccino-
    Qui per ammirare la mia maestria con Paint nel creare il costume di Barakas. Lui attacca bottone malamente con Rajni ed è già pronto per essere mandato al diavolo xD Airesem
    ⊳Grace al momento aspetta Lace prima di gettarsi nella festa vera e propria Templare_Bren
    ⊳Sarasson prova a brindare con Trinità Mordor l'oscuro cantore
  5. .

    GIIJlio II


    Linde Zhordan | Barbaro | LV. 2 | SCHEDA
    Una volta varcate le porte, Linde entrò in un mondo magico. Ogni angolo del castello era finemente decorato, sempre a tema regno vegetale. Alte colonne accompagnavano la camminata dei molti presenti, tutti vestiti benissimo. Tutti vestiti meglio di lei, più importanti di lei, più belli di lei. Cacciò i pensieri negativi, ma non andarono lontani, restarono in agguato. Linde cercò di concentrarsi sulla musica, che a un certo punto smise di essere calma e conciliante e diventò più ritmata. Avrebbe dovuto trovarsi nel suo ambiente, finché c'era musica avrebbe dovuto sentirsi a suo agio, ma non era così. Tutte le miriadi di ore spese nelle lezioni di buone maniere imposte da sua madre o a migliorare le sue capacità di danza avrebbero dovuto portare a questo specifico momento, ma lei continuava a sentirsi fuori posto.
    Nell'angolo più lontano della sala Linde intravide il trono, su cui era seduto il re Calass. Al suo fianco, la bellezza leggermente acerba della principessa era abbagliante. Chissà cosa avrebbero detto se avessero saputo che in mezzo a tutti gli invitati c'era una ragazzina senza arte né parte come lei. Con ogni probabilità avrebbero solo desiderato di cacciarla e non lo facevano per mantenere le apparenze o perché erano troppo di buon cuore. Non meritava di essere lì, ne era sicura. Era solo una bimbetta campagnola che non sapeva come girava il mondo. Sentiva dentro di sé che l'unica cosa giusta da fare era alzare i tacchi e fuggire il prima possibile, però non ci riuscì. Aveva immaginato per tanto tempo una serata del genere e stava cercando di tenersi attaccata a quel sogno ancora un po'. Da un momento all'altro poteva arrivare la sua principessa azzurra a salvarla. O anche solo una faccia amica a renderle meno angoscioso quel momento.


    Ramariv Komani | Ladro/Monaco | LV. 2 | SCHEDA
    «Stanno chiamando per il ballo, se vuoi andare devi sbrigarti.»
    A Ramariv piaceva conversare con Karril, era una persona davvero simpatica, per quanto stravagante sia nei modi che nello stile di combattimento. Lui non aveva molti amici, ma quella giovane rientrava di certo in quella categoria.
    «Ci vediamo dopo, buona festa.»


    Barakas Charkiar | Attaccabrighe | LV. 2 | SCHEDA
    Messer Damon sembrò notevolmente indispettito dall'approccio di Barakas e mostrò una notevole protervia aristocratica. Chiese il nome, dando per scontato che dovesse avere un qualche titolo. La mente ebbra del giovane decise che era una buona idea, visto che nobile di certo non era, di inventarsi tale, cercando allo stesso tempo di intessere una tela di menzogne che potesse sorreggere il suo approccio di prima.
    «Non mi avete riconosciuto? Oh, suppongo sia naturale, del resto non ci vediamo da anni, magari non vi ricordate nemmeno di me. Io sono il rampollo della famiglia Rhega, di nome faccio Kad. Era capitato varie volte che giocassimo insieme da piccoli, le nostre casate erano alleate, pur abitando distanti. Immagino di essere cambiato molto, voi invece siete sempre lo stesso, per questo vi ho approcciato in tal maniera, mi sono fatto prendere dalla nostalgia. Spero possiate perdonarmi. Però l'invito resta valido, dato che molti popolani andranno a invadere le sale del povero Calass i tavoli qua fuori potrebbero liberarsi abbastanza. E dato che avete vinto la competizione delle farfalle, volevo sfidarvi a qualcosa che si addica davvero al vostro rango, una gara di bevute tra gentiluomini.»
    Le parole gli erano uscite in maniera naturale, come se avesse studiato quell'inganno in anticipo. Barakas recitò la parte dell'aristocratico degnamente, soprattutto considerando che era ubriaco perso. Restava da vedere se messer Damon avrebbe creduto alla sua pagliacciata o se ne sarebbe andato via, sdegnato.


    Grace Heartbreaker | Paladino | LV. 2 | SCHEDA
    «Il vestito vi sta molto bene, milady Aurora, avete fatto la scelta giusta.» cercò di rassicurarla Grace. Lei aveva scelto di non indossare niente di speciale in parte per mantenere il suo ruolo di inviata del tempio e poi perché non riusciva a immaginarsi quasi più in qualcosa che non fosse la sua armatura completa. Però apprezzava l'eleganza di certi tipi di vestiti, soprattutto indosso a una bella fanciulla come lei.
    Il gruppone si sfoltì in fretta, Venalia andò a recuperare la ricompensa per la vittoria nella gara delle farfalle e poco dopo anche Asran si allontanò, dicendo di dover fare qualcosa di particolare. Peccato, sarebbe stata contenta di poter godere ancora un po' della loro presenza. Gli altri due sembravano poter essere una coppia, quindi Grace si sentiva quasi di troppo, anche se la presenza stessa dei fratellini di Aurora avrebbe impedito che l'appuntamento fosse completo. Avrebbe dovuto inventarsi qualcosa, pensò la nana, mentre entrava nel palazzo con gli altri. Fu distratta dalle sue macchinazioni quasi subito, però, si perse a fissare gli interni magnifici della sala. Tutto sembrava perfetto e l'occhio paterno e benevolo di re Calass controllava che ogni cosa fosse al suo posto.
    «Chi vuole ballare?!» L'urlo accolse il gruppetto appena fecero il loro ingresso. L'autrice si presentò da loro subito dopo, era una donna in armatura completa e dall'espressione gioiosa ed eccitata. In sostanza una versione umana di Grace. Ripeté l'invito, questa volta mirato al loro gruppetto. Il che fece venire in mente un'idea alla keyniana. «Oh, vengo io molto volentieri. E magari potete farci compagnia messeri e milady.» Si rivolse a Patli, Izel e Eleuia con un sorriso gentile, cercando di convincerli a unirsi alla mischia. Poi abbassò il capo per avvicinarsi a loro e sussurrò: «Così lasciamo la vostra sorellona e il suo non-principe da soli a godersi il ballo.» Sperava di poter contare sulla loro complicità e che accogliessero l'invito. In tal caso avrebbe fatto solo un occhiolino ad Aurora, sia per cercare di rassicurarla sul fatto che si sarebbe presa cura lei dei bambini, sia per augurarle buona fortuna con messer Arthur. Nel caso fosse stato necessario avrebbe espresso a voce questi concetti, ma contava su una reciproca intesa. Le sembrava la maniera migliore perché tutti si godessero al meglio la festa.



    ⊳ Situazione attuale di Linde:

    ⊳ Ram interagisce con Karril Templare_Bren
    ⊳ Barakas prova a fare a Damon l'inganno di sir Kad Rhega (e fa un 20 non naturale su Raggirare) Edward Jaeger
    ⊳ Grace si butta nella mischia insieme a Nathalie e prova a tirarsi dietro i fratellini di Aurora per poter fare da wingdwarf a lei e Arthur Nova Libra pandøra Tepes 11°
5 replies since 23/8/2022
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